Inviato 16 September 2010 - 11:54 AM
due recuperi milanesi, tra i quali il pardo d'oro di li hiongqi:
HAN JIA, di Li Hongqi
In una cittadina nel nord della Cina, 5 ragazzi trascorrono gli ultimi giorni delle vacanze invernali senza saper che fare per (far) passare il tempo. li hongqi realizza un film che è l'istantanea del vuoto di senso del vivere e del crescere, e lo fa con un'ironia memorabile e che riesce a rendere leggero anche il ritmo a dir poco compassato del racconto. i silenzi che sembrano interminabili tra una battuta e l'altra diventano campi vuoti in cui il pensiero scorrazza e ti ritrovi ad aspettare con ansia la battuta di risposta. siparietti incredibilmente divertenti quelli che coinvolgono il piccolo nipote del protagonista zhilin, che viene minacciato a da tutti i famigliari che se non si comporta come si deve suo zio lo prenderà a pedate e, di conseguenza, interrogato da un'amichetta su cosa vuol essere da grande, risponde: l'orfano.
(il bambino fa ridere anche solo a guardarlo, ed è diretto magnificamente). altra scene stupende prendono di petto il dialogo tra due fidanzatini alle prese con un probabile distacco, una ragazza che regala un berretto di lana al ragazzo che le piace (salvo poi farselo restituire perché la madre rivuole la lana utilizzata), due amici che si affrontano a suon di pacati anatemi modello riunione di partito e ammenda pubblica, un bulletto di perfieria che rapina un'altro dei protagonisti sempre allo stesso modo: schiaffo, banconota, schiaffo, altra bancopnota.
in secondo piano, i suoni di spari, scoppi, sirene, voci dagli altoparlanti fanno da controcanto alla noia privata dei protagonisti.
BELI BELI SVET, di Oleg Novkovic
una donna esce di prigione, scontata la pena per aver ucciso il marito. un uomo, allievo boxeur del morto, conosce la figlia dell'ex carcerata. un altro uomo, aspetta la donna per sposarla. nelle strade, i minatori della minera 8che è un buco al centro di bor) in chiusura, protestano.
un piccolo spacciatore e la sorella tossica vanno avanti come possono.
raccontata così, la storia sembra vista e rivista, ma novkovic la tratta alla maniera della tragedia ellenica (c'è anche il coro) e ne fa qualcosa di duro da digerire e pungente da subire. il finale straziante con i personaggi del coro che cantano in piedi sul bordo della fossa della miniera ti rimane dentro.