Nel settembre del 1950, in piena Guerra di Corea, Lee Tae (Ahn Sung-kee), un reporter dell'Agenzia di Stampa Joseon Jungang, viene fatto trasferire da Pyeongyang a Jeonju come corrispondente di guerra. Mentre le truppe dell'esercito nordcoreano sono costrette a ritirarsi a nord a causa dell'avanzata delle forze alleate, Lee si unisce, per ordine del partito, ai partigiani nordcoreani. Mentre fugge in ritirata a causa di un attacco portato dalle forze punitive, Lee viene colpito e poi soccorso dalla Compagna Pak Min-ja (Choi Jin-sil) di cui ben presto s'innamora. Ma i due sono costretti a separarsi, in obbedienza alle riassegnazioni imposte dal partito. Nel suo viaggio Lee incontra il Compagno poeta Kim Young (Choi Min-su) e il Compagno Jeon (Lim Chang-jung). Le forze punitive costringono alla ritirata le brigate partigiane. Sbandato e in preda alla borreliosi, Lee entra a far parte della guerriglia del Partito dei Lavoratori della Corea del Sud, la cosiddetta Nambugun, dove incontra il leggendario comandante Lee Hyeonsang e l'intrepida partigiana Kim Huisuk (Lee Hye-yeong). Lee diviene un membro del partito e viene incaricato di redarre il giornale d'unità e di raccontare per iscritto le gesta della Via della Vittoria del Monte Chiri. I partigiani, dopo aver compiuto imprese vittoriose, vengono bloccati dal freddo e dai nemici sul Monte Jiri. Si aspettano di essere rimpatriati a Nord attraverso le negoziazioni tra Nord e Sud, ma queste falliscono, con il risultato che il Nord li abbandona e il Sud organizza la spedizione punitiva per sterminarli.
Il film del regista Jeong Jiyeong è l'adattamento cinematografico del memoriale del giornalista Lee Tae, corrispondente dell'Agenzia di Stampa Joseon Jungang, che lottò davvero come partigiano e si unì ai guerriglieri del Partito dei Lavoratori (Nambugun) durante la Guerra di Corea. Il film suscitò polemiche alla sua uscita per le considerazioni sulla guerra vista dall'ottica dei partigiani, ma in realtà descrive semplicemente la tragedia della nazione in preda al conflitto ideologico, rappresentando la disperazione di uomini che furono abbandonati sia del Nord che dal Sud e lasciati preda della spedizione punitiva condotta nell'area tra il monte Sobaek e il monte Jiri, in cui persero la vita 20000 uomini tra coreani del Sud e del Nord attraverso 10,717 battaglie in 5 anni. E' considerato il racconto più realistico delle vicende dei partigiani dai tempi di Piagol del 1955. Il film vinse il premio come miglior regia, miglior attore protagonista (Ahn Sung-kee) e miglior attore non protagonista (Choi Min-su) ai Blue Dragon Awards del 1990. Segnò anche il debutto del popolare attore di commedie Lim Chang-jung e della recentemente scomparsa Choi Jin-sil. La sceneggiatura è firmata dal regista Jang Sun-woo.
"La nostra tragedia nasce dal fatto che non siamo stati capaci di scacciare gli aggressori imperialisti giapponesi con le nostre proprie forze e che la nazione sia stata liberata da forze esterne. Sia la lotta tenace per la resistenza del popolo sudcoreano che questo tragico conflitto chiamato Guerra per la Liberazione della Patria, soffrono di un vizio di fondo che risiede proprio in questo fatto. Che prevalga il Sud o il Nord, a vincere saranno soltanto gli Stati Uniti o l'Unione Sovietica, non il popolo coreano."
Regia
Jeong Ji-yeong
Soggetto
Lee Tae
Sceneggiatura
Jang Sun-Woo
Interpreti
Ahn Sung-kee (Lee Tae); Lee Hye-yeong (Kim Huisuk); Choi Jin-shil (Pak Min-ja); Choi Min-su (Kim Young); Im Chang-jeong (Compagno Jeon)
Corea del Sud, 1990, 157'
Per gentile concessione del Korean Film Archive, è possibile vedere il film con i sottotitoli in italiano di AsianWorld. Buona Visione!