Lynchian
Characteristic, reminiscent, or imitative of the films or television work of David Lynch.
Lynch is noted for juxtaposing surreal or sinister elements with mundane, everyday environments, and for using compelling visual images to emphasize a dreamlike quality of mystery or menace.
Oxford English Dicionary
Se n’è andato oggi, 16 gennaio 2025, David Lynch, probabilmente il più grande tra i registi degli ultimi anni. Avrebbe compiuto 79 anni tra quattro giorni, il 20 gennaio, David Lynch.
Nel 1966 è a Filadelfia, dove frequenta la Pennsylvania Academy of Fine Arts. In questi anni Lynch desidera diventare un’artista e ben presto inizia ad usare la videocamera come uno strumento, e non è un caso che i suoi primi lavori siano a metà tra un’istallazione artistica e la video-art. Nel 1970 decide di muoversi verso la regia cinematografica. Vince un premio in denaro dall’American Film Institute e dirige The Grandmother che ha già in sé buona parte delle caratteristiche tipiche di quel che sarà poi il suo cinema quali un uso angosciante e destabilizzante del sonoro e poi l’attenzione al subconscio dei suoi personaggi. Si trasferisce a Los Angeles e grazie ad un’altra sovvenzione dell’American Film Institute inizia a girare il suo primo film. I soldi non bastano e tra prestiti e altro ci metterà 6 anni per finire le riprese di Eraserhead. È un punto di svolta nella storia del cinema. La lunga lavorazione al film, sebbene estenuante, ha il vantaggio di cementare i rapporti tra i membri della troupe, che poi diventeranno habitué delle crews del regista.
È del 1980 il suo film seguente, Elephant Man ispirato alla vita di John Merrick e che ottiene 8 candidature ai premi Oscar, e poi, visto il grande successo del primo, nel 1984 dirige dal classico della fantascienza di Frank Herbert, il film Dune, un fiasco sial al botteghino che per la critica. Lynch disconoscerà il film in quanto rimaneggiato continuamente dai produttori e quindi diverso dalle intenzioni del regista. Nel 1986 il bellissimo Blue Velvet, dove femme fatale, damigelle in pericolo e tetri ambienti metropolitani fanno per la prima volta capolino, per poi diventare comuni nell’opera successiva di Lynch.
Siamo ora nel 1990 e Lynch riscrive stavolta la storia della televisione. Unanimemente considerata come una delle più importanti opere mai realizzate per la televisione, Twin Peaks è un successo. Le atmosfere della serie, tipicamente lynchiane, e il mistero dietro la tragica sorte di Laura Palmer, diventano un fenomeno di culto, ma di nuovo i contrasti con la produzione portano ad una rottura e durante le riprese della seconda stagione Lynch abbandona il progetto per dedicarsi alla regia di Wild at Heart. Il film vince la Palma d’oro a Cannes. Nel frattempo Twin Peaks si arena e il progetto viene cancellato. Lynch prova a tenere in vita la sua creatura girando un prequel, che però si rivelerà un flop, Fire Walks with Me. In realtà il film è un’opera straordinaria e senza dubbio una delle opere di Lynch più importanti del periodo, insieme al successivo Lost Highway, anch’esso oggi opera di culto. Gira poi un film di cui non ricordo nemmeno il titolo, per la Disney e di cui non frega niente a nessuno, sebbene abbia avuto un certo successo e lavora un po’ per la televisione, fino al ritorno alla regia nel 2002 con un film da molti ritenuto il più importante degli ultimi 25 anni: Mullholland Drive. Nel 2005 Inland Empire, un’opera complessa, dove tutte le caratteristiche del suo cinema sono presenti, quasi a rafforzare l’unicità di una voce che ha mantenuto nella sua coerenza e nella quasi assenza del compromesso, la sua grande forza. È il suo ultimo film. Nel 2016 ritorna e chiude per sempre il cerchio dei misteri legati a Twin Peaks con una terza stagione televisiva, a 26 anni dalla prima stagione.
Un enfisema polmonare di cui soffriva da circa un anno lo ha ucciso nella giornata di oggi.
David Lynch è stato uno di quegli autori capace di mettere tutti d’accordo seppur dividendo. Il suo è un cinema complesso, a tratti difficile, magari talvolta pure estenuante, ma è grande cinema, come quello di pochi altri della sua generazione. Può non piacere, annoiare o non essere amato da alcuni, ma è impossibile non riconoscere che dopo di lui il cinema e la televisione non sono stati più gli stessi. L’aggettivo lynchiano è entrato nel linguaggio comune, i film di David Lynch sono oggetto di culto ed esperti e studiosi ne studiano l’opera e il significato.
Con Lynch oggi muore un pezzo di cinema e della storia di questo straordinario mezzo espressivo e per chi come me lo ha amato e scrive queste righe, a stento trattenendo le emozioni, sembra quasi superfluo ricordarne la grandezza.
Grazie David, ovunque tu sia, per tutto e per i sogni/incubi che hai condiviso con noi in questi anni.
Messaggio modificato da Kiny0 il 17 January 2025 - 05:04 PM