SKORBNOYE BESCHUVSTVIYE
Anaesthesia Psychica Dolorosa
Una dolorosa indifferenza
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Regia: Aleksandr Sokurov
Soggetto: Heartbreak House di George Bernard Shaw
Sceneggiatura: Jurij Arabov
Fotografia: Sergej Jurizdickijv
Scenografia: Elena Aminskaja
Montaggio: Leda Semënova
Suono: Vladimir Persov
Interpreti (personaggi): Ramaz Cchikvadze (Capitano Shotover), Alla Osipenko (Ariadna), Irina Sokolova (Tata Guinness), Tat'jana Egorova (Gessiona), Vladimir Zamanskij (Mazzini)
Produzione: Lenfil'm
Un uomo decide di rimanere chiuso in casa nella speranza di evitare gli orrori della storia e i problemi dell'esistenza. Liberamente ispirato a Heartbreak House di Shaw, il film, che tra il 1983 e il 1987 il governo russo bloccò più volte, affronta il tema dell'assenza di difese e della fragilità dell'essere umano di fronte alle sue stesse azioni. Con uno stile che anticipa caratteristiche sviluppate in seguito (scene documentarie, immagini distorte, montaggio dissonante).
"Il film è talmente inconsueto, talmente diverso dal cinema al quale siamo avvezzi, da arrivare quasi a scioccarci. Il genere è stato definito dagli stessi autori una 'Fantasia su motivi della commedia di G. Bernard Shaw Casa Cuorinfranto', una fantasia davvero sfrenata. Di primo acchito il film si presenta come una strana accozzaglia di assurdità. Nella trama di Shaw - fortemente manipolata e recitata con una teatralità esasperata quando non leziosa -, si insinua continuamente del materiale di repertorio. Oltre ai protagonisti e ai personaggi inventati dallo sceneggiatore Jurij Arabov, nella Casa ideata dal drammaturgo inglese c'è lo stesso Shaw (la sua 'maschera'), ci sono un maiale ammaestrato [Baltazar], un uccello di palude, crescono funghi, gli abitanti della casa indossano strani kimono e ogni due per tre si lanciano in goffi passi di danza. Dai dintorni della casa giungono in continuazione esplosioni di bombe e scoppi di artiglieria; nel quieto stagno poco distante si nasconde un palombaro, dei ciclisti portano degli speroni ai piedi e via di questo passo."
"Tra la parte di repertorio e quella di finzione si annodano in continuazione dei nessi, in modo che ogni minimo e apparentemente insensato singulto della trama si rifletta nella realtà filmata del repertorio. Agli abitanti della casa pare che la vita non sia legata alla storia, ma in realtà sono essi stessi, spesso, a determinarne lo svolgimento [...] Ma non è soltanto Shaw a fare la "spola" tra realtà e invenzione. Molte scene sono costruite su di un parallelismo tra il documentario e il film, il quale scimmiotta la realtà."
"Ma il modo principale di organizzare i nessi tra i due livelli del film è la splendida colonna sonora (di Vladimir Persov) che non ha eguali nel cinema sovietico moderno. Il principio della stratificazione del suono e dell'immagine domina per tutto il film così che il suono si trasforma in un terzo livello quello che unisce gli altri due e che è permeato da una quantità di motivi che si ripetono. Sokurov, per esempio, può tranquillamente passare da una suite di Bach ad una negra che suona lo stesso pezzo con una primitiva zurnà a una sola corda in un'immagine di repertorio."
"Con l'esplosione finale la realtà del documentario raggiunge quella recitata e ne trasforma il carattere. Di colpo la casa-battello diventa qualcosa a metà tra una casa e una zattera sballottata dalle onde e ripresa con stile documentaristico. Il corpo di Randall viene calato in acqua, ma la scena non ha più niente di grottesco o di buffo. I personaggi sono sbattuti nella realtà. Quello che nella parte recitata è un goffo tentativo di suicidio, nello pseudo documentario si trasforma in un'autentica tragedia."
"Sokurov ha creato un'opera originale e complessa all'estremo e che, per di più, è esteriormente fuorviante. Se non ci si sforza di penetrare la sua struttura polifonica è facile ritenere il film scioccante, rozzo, fumettistico se non pretenzioso. Il tema generale di Una dolorosa indifferenza è la critica ad un consumismo folle e sacrilego nella cultura, un consumismo tragico di fronte alla catastrofe della storia alla quale non sa contrapporre dei valori autentici, ma solo un'autofagocitazione avida, un cannibalismo sui generis (e il tema del cannibalismo appare, di fatto, nel banchetto conclusivo)." Questi frammenti di recensione sono tratti da Un'arca venuta dal passato di Michail Jampol'skij, in ALEKSANDR SOKUROV; Eclissi di Cinema.
Messaggio modificato da JulesJT il 20 December 2014 - 01:24 AM
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