Regia: Maurice Pialat
Paese: Francia
Anno: 1971
Genere: Drammatico
Durata: 360'
Lingua: Francese
Interpreti: Pierre Doris (Albert), Hervé Lévy (Hervé), Michel Terrazon (Michel)
Sinossi
La storia è ambientata nella campagna francese in concomitanza con la Prima Guerra Mondiale e vede come protagonisti dei giovani fanciulli adottati temporaneamente da una coppia di campagna proprio a causa degli scontri bellici in corso.
Non era infatti una consuetudine rara in quel periodo.
Le giornate passano quindi all'insegna della spensieratezza e nella semplicità dell'ambiente ma col costante desiderio di ricongiungersi alla famiglia d'origine.
Commento di JulesJT
*Contiene spoiler*
Grandiosa opera del francese Maurice Pialat (celebre regista di cui abbiamo in archivio i sottotitoli in italiano di quello che personalmente considero il suo capolavoro, ossia "L'enfance nue").
Trattasi fondamentalmente di un lungometraggio pensato per la televisione e sezionato in più parti (vista la lunghezza complessiva dello stesso) che gioca molto sulla genuinità della messa in scena; davvero non ci si accorge minimamente dello scorrere del tempo e ci si lascia cullare volentieri dalle simpatiche vicissitudini dei protagonisti.
Il fattore scatenante che ancora una volta mi ha spinto a occuparmi di un lavoro di Pialat è stato senza dubbio ciò che io chiamo la "crescita sofferta". Se infatti ne L'enfance nue questa viene manifestata in modo decisamente più esplicito, qui ne "La maison des bois" avviene il contrario.
Il contesto è senz'altro più tragico (la Grande Guerra) ma la maniera in cui la mancanza degli affetti familiari ci viene proposta è assai più lieve, meno percettibile. Pare quasi che questi teneri bimbi vivano in una sorta di bolla di sapone
in attesa che uno dei loro genitori la faccia esplodere riconducendoli poi alla realtà. Pur sapendo ciò che accade intorno a loro, non vivono nell'angoscia e nel patimento - merito anche di madre Jeanne e papà Albert - bensì trascorrono assieme il tempo gioiosamente: si divertono scorrazzando qua e là per i boschi, a scuola o durante una qualsivoglia attività ludica.
L'unico momento che rammenta loro l'assenza genitoriale è rappresentato dalla periodica consegna delle lettere da parte del postino del luogo. In quegli attimi i loro sguardi si fanno più languidi, più nostalgici, più cupi. Si avverte quasi l'invidia nei confronti di chi riceve la notizia di un'imminente visita al contrario di chi si deve invece accontentare di semplici saluti.
Notevolissime le interpretazioni offerteci dai giovani protagonisti, in particolare mi soffermerei su quella di Hervé Lévy, davvero un mostro di bravura di fronte alla macchina da presa; si tratta di un bambino dalle impressionanti doti recitative che impreziosisce ulteriormente un prodotto già pressoché perfetto.
Possiamo inoltre scorgere lo stesso regista nel ruolo dell'insegnante del luogo (ha infatti sostituito temporaneamente quello precedente poiché quest'ultimo è stato richiamato alle armi) e devo ammettere che anch'egli sapeva il fatto suo.
Non mancano le sequenze ad alta intensità emotiva e/o malinconiche che più si avvicinano ai miei gusti, come ad esempio la morte di Marcel o l'incombere della depressione di madre Jeanne proprio a causa della scomparsa di quest'ultimo. Trattasi di attimi che difficilmente scorderò.
L'opera in questione si chiude nell'amarezza poiché - una volta terminati i conflitti - giunge l'ora della separazione. Considerando di conseguenza tutto ciò che queste persone hanno condiviso, è facile cadere nella commozione ma con la consapevolezza che determinati eventi risultano ineluttabili.
Ancora una volta si subiscono gli strascichi della guerra.
Ancora una volta si fronteggia la presenza dell'assenza.
Ancora una volta si è impotenti di fronte alle situazioni.
Eppure bisogna continuare a vivere.
Immenso Pialat.
Traduzione e recensione: JulesJT
SOTTOTITOLI
(Versione: DVD)
La.maison.des.bois.01.AsianWorld.zip 14.14K
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Messaggio modificato da JulesJT il 15 November 2015 - 02:30 PM