[RECE][SUB] The Re-Cycle
stevet1998
14 Dec 2006
The Re-Cycle
(Mess)
Il titolo prende il nome dal romanzo che sta per pubblicare la protagonista Ting-yin, una scrittrice di successo diventata famosa per un best-seller che ha conquistato i lettori del sud-est asiatico e di cui hanno appena girato una versione cinematografica. Questo nuovo lavoro però la mette a contatto con delle oscure forze soprannaturali.
Ancora l’occhio, ancora the eye nel cinema dei fratelli Pang. Occhi esterni che sembrano osservare da un’altra dimensione, da un altro mondo. L’apertura del film è in questo senso significativa, con l’immagine ‘soggettiva’ del pennarello che scrive sulla lavagna. Ma è la stessa protagonista che da l’impressione di esere sempre spiata a 360°. Ciò è evidente nelle scene in cui scrive al computer e questi segni si materializzano poi con la presenza di oggetti-simbolo come il capello sul tavolo od effetti sonori che annunciano presenze misteriose come quella della doccia della sua abitazione. Finché si muove nei territori dell’horror, Re-cycle sembra funzionare pur riciclando effetti visivi e sonori propri del genere e degli squarci sono presenti anche nelle figure inquietanti della scrittrice in mezzo ai morti, che in realtà rappresentano le ‘persone mai nate’ perché la loro madre ha deciso di abortire. Il film scivola nel momento in cui accentua la sua dimensione filosofica umana, con facili stratagemmi sulla funzione del cinema che trasforma la scrittura in immagine (Ting-yin che resta intrappolata all’interno della stessa dimensione narrativa che sta creando), quindi teoria non più sull’occhio ma sulla ‘scrittura che uccide’. Inoltre il mondo avventuroso creato dai fratelli Pang non provoca quella perdita di orientamento, quell’impressione di magico spaesamento pur trovandosi in una condizione simile alla bambina protagonista di La città incantata di Miyazaki. I fratelli Pang provano a smovere questo impaludamento attraverso il ritorno di oggetti (la barca che dondola, la ruota del luna-park) o cercando di interrompere l’orizzontalità del film facendo precipitare Ting-yin dentro l’acqua con lo sfondo rosso. Però Re-cycle, malgrado gli sforzi dei due cineasti, non sembra può muoversi neanche quando si materializzano le ombre più private, la memoria più sotterranea della scrittrice. (Simone Emiliani da Sentieri Selvaggi)
Articolo sul film uscito su Il giornale il 28/05/2006:
ATTENZIONE CONTIENE SPOILER
Nell'Europa cattolica, molti condannano i film a favore dell'aborto, ma quelli contro non li produce nessuno. Ci sono voluti i fratelli Danny e Oxide Pang - cinesi che si dividono fra Hong Kong e Bangkok - per avere al Festival di Cannes (sezione Un certain regard, fuori concorso), The Re-cycle, film dove l'orrore deriva dalla cattiva coscienza - un po' come nello psicoanalitico Il pianeta proibito o nel suo rifacimento sottomarino, Sfera - e dove lo scrittore è demiurgo anche dei suoi mali, come nella Metà oscura.
Al centro di Re-cycle, una madre nubile (Lee Sinje) che ha abortito, poi è diventata una celebre scrittrice, raccontando proprio il suo sfortunato amore per un uomo sposato. Il suo ritorno dopo otto anni, ormai divorziato, evoca quel triste momento e trasforma la scrittura di un nuovo romanzo in una calata agli inferi, dove languono gli oggetti che non servono più, i bambini serviti mai, i morti dimenticati.
Finto film dell'orrore, The Re-cycle è un vero film del dolore.
L'apparenza servirà a far vendere il film e a dire quel che ormai non si dice più, salvo urtarsi con la generalizzata ostilità mediatica. Anche per aggirarle, i Pang s'infischiano di rivolgersi alla critica e puntano ad accattivarsi lo spettatore seriale con un inizio che rimanda a The Ring (è la parte meno interessante del film), poi schierano i loro soliti fantasmi che viaggiano in ascensore e solo dopo mezz'ora si fanno visionari, con la discarica dove cose e persone che non servono più, o che non sono servite mai, formano un unico magma di rimpianto: qui i feti continuano a svilupparsi, diventano bambini tristi, consapevoli che le madri si sono disfatte di loro. Da segnalare anche che quelle figure lente e barcollanti, dalla pelle grigiastra, che si stacca dal volto e dalle mani, non sono gli zombi della logica cinematografica seriale, ma defunti dimenticati, ansiosi non di sbranare la carne dei vivi, ma di ricevere il fiore che non hanno mai avuto sulle loro tombe. Se è lecito piangere, con The Re-cycle è opportuno riflettere.
Credits
Regia: Oxide Pang Chun, Danny Pang
Anno: 2006
Sceneggiatura: Byeong-ki Ahn, Pool Kang, So-yeong Lee
Durata: 108 minuti
Cast: Lee Sin Je, Ekin Cheng, Rain Li, Zeng Qiqi, Lau Siu-Ming
Messaggio modificato da fabiojappo il 27 December 2014 - 05:02 PM
Magse
14 Dec 2006
Grazie stevet!
Film che parte come un classico horror asiatico, per poi mutare improvvisamente a metà del minutaggio, divenendo una pellicola fantasy-dark molto suggestiva.
Troppo grande però, secondo me, il salto improvviso tra i due generi, la pellicola è spaccata a metà.
Avessero avuto più coerenza, i fratelli Pang avrebbero sfornato un pregevole lavoro.
Film comunque che merita la visione. Soprattutto per le atmosfere fantasy-dark.
Promosso.
Film che parte come un classico horror asiatico, per poi mutare improvvisamente a metà del minutaggio, divenendo una pellicola fantasy-dark molto suggestiva.
Troppo grande però, secondo me, il salto improvviso tra i due generi, la pellicola è spaccata a metà.
Avessero avuto più coerenza, i fratelli Pang avrebbero sfornato un pregevole lavoro.
Film comunque che merita la visione. Soprattutto per le atmosfere fantasy-dark.
Promosso.
mizushima76
15 Dec 2006
Grazie come sempre Stevet, lo vedrò mooolto volentieri!
Messaggio modificato da mizushima76 il 15 December 2006 - 12:21 AM


Messaggio modificato da mizushima76 il 15 December 2006 - 12:21 AM