[RECE][SUB] Bushido: The Cruel Code of the...
fabiojappo
14 Feb 2014
Bushido: The Cruel Code of the Samurai
a.k.a. Cruel Tales of Bushido a.k.a. Bushido, Samurai Saga
Titolo originale: Bushido zankoku monogatari
Orso d'oro al festival di Berlino
Anno: 1963
Durata: 122 min.
Regia: Imai Tadashi
Cast: Nakamura Kinnosuke, Kishida Kyoko, Mori Masayuki, Mita Yoshiko
Traduzione sottotitoli: livius28
Revisione e commento: fabiojappo
Trama. Tokyo, anni Sessanta. L'impiegato Susumu si precipita al capezzale della sua fidanzata, Kyoko, che ha tentato il suicidio. Mentre si chiede il perché del gesto della ragazza ripercorre la storia della sua famiglia a partire dall'inizio del XVII secolo, dal giorno in cui il suo antenato Jirozaemon entrò nel clan Yazaki.
La vita di un samurai non è sua, ma appartiene al suo signore
Dovere, lealtà. Concetti fondamentali del Bushido, il codice di condotta dei samurai. Un modo di vita che poteva portare a estreme conseguenze. Il film mostra questo, il sacrificio di diverse generazioni della famiglia Iikura, una famiglia di samurai pronti a sacrificare tutto per il signore del proprio clan: il corpo, gli affetti, la vita. Uno strepitoso Nakamura Kinnosuke interpreta sette ruoli (Jirozaemon, Sajiemon, Kyutaro, Shuzo, Shingo, Osamu, Susumu) per altrettante storie unite dal filo rosso della devozione che porta alla tragedia (quella con Shuzo probabilmente la punta massima). La storia crudele della famiglia Iikura, una storia che si ripete nei secoli fino ai tempi moderni. Perché tra un samurai che fa seppuku e un kamikaze o un impiegato pronto a sacrificare tanto per la sua azienda in fondo non c'è molta differenza. Il film non nasconde poi l'interesse sociale del regista, mostrando gli abusi non soltanto nei confronti dei samurai, ma anche dei contadini. D'altronde la biografia di Imai Tadashi parla chiaro: all'università abbraccia ideali marxisti entrando nella lega giovanile comunista e in seguito il suo cinema sarà caratterizzato da un costante impegno sociale. Al di là del contenuto, una regia di valore, curata nella composizione dell'inquadratura, arricchisce il coinvolgente racconto di grande impatto drammatico. Un film importante, il primo dei due giapponesi a vincere l'Orso d'Oro al festival di Berlino (l'altro è "La città incantata di Miyazaki).
(versione 1,36)
Grazie a livius28 per la traduzione dei sottotitoli, un film che ci voleva nel già vasto archivio di AW
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Messaggio modificato da fabiojappo il 13 February 2017 - 03:38 PM
Cignoman
15 Feb 2014
Un sentito ringraziamento a livius28 e ovviamente a fabiojappo! Sento odore di pietra miliare!
andreapulp
15 Feb 2014
Quoto Cigno, anche secondo me questa è una pietra miliare
Grazie a livius per la traduzione e Fabio che con la sua passione e il suo amore per il cinema ci ha regalato un commento esemplare! Il concetto di dovere e lealtà nella cultura Giapponese è un aspetto che amo e questo film a mio parere profuma di capolavoro!

Iloveasia
13 Feb 2017
Grazie per averci introdotto alla conoscenza di questo regista, di cui non sapevo neanche l'esistenza. Volevo segnalare, per chi fosse interessato, che esistono online i sub di un altro suo film del 1951 se ricordo bene, TILL WE MEET AGAIN (Mata Au HI Made), contrassegnato da un accorato pacifismo. Confesso che mi è piaciuto più di questo.