[NEWS] Wu Xia
François Truffaut
15 May 2011
Il wuxiapian secondo Peter Chan!
E' stato presentato fuori Concorso al Festival di Cannes Wu Xia di Peter Chan. Ecco una recensione di Aldo Spiniello.
Peter Chan sfiora lessenza stessa dello stile, del cinema che scopre tutti i suoi trucchi, necessari a ricreare la precaria verità di un mondo, del mondo. Sarà sempre un artificio, una ricostruzione a posteriori, un braccio mancante. Ma, in ogni caso, questo cinema sarà ancora in grado di aprirsi e rincontrarsi, come un grande cuore, che non smette di battere, neanche quando ci racconta la morte
Corpi volanti e fantastici, che combattono e muoiono per onore, sete di giustizia o redenzione. Oltre le leggi della fisica e della verosimiglianza, ma sempre dentro leggi naturali e spirituali invisibili eppur stringenti, il flusso irresistibile del karma. Probabilmente, nelle contraddizioni che lo caratterizzano, il wu xian pian è il genere che si adatta alla perfezione al cinema estetizzante, meraviglioso e lieve, ma al tempo stesso denso e viscerale di Peter Ho-sun Chan. Per questo lomaggio, esplicito fin dal titolo, appare più che naturale. Ma il punto di partenza non coincide (quasi mai) con quello darrivo. E dal wu xia si arriva ad altro.
Liu Jinxi è un umile operaio in una fabbrica di carta di un piccolo villaggio, abitato dal clan Liu. Ha una moglie e due bambini. Vita ordinata, senza pretese. Ma un giorno si fanno vivi due ciminali evasi, intenzionati a rapinare la fabbrica. Nonostante il terrore, Liu non può fare a meno dintervenire e, fortuitamente, riesce ad avere la meglio. Viene acclamato come un eroe, ma Xu Baiji, lincaricato dellinchiesta, subito intuisce che la verità è unaltra. Liu Jinxi nasconde delle tecniche darti marziali straordinarie e un passato oscuro. A poco a poco, tutto viene a galla e si avvicina il momento della resa dei conti.
Peter Chan sembra ripercorrere, volando e poi planando, tutta la storia del genere (e del cinema darti marziali): la violenza sanguigna dello sguardo materico del vecchio maestro Zhang Che (e, in effetti, quando Liu Jinxi paga il suo tributo, cosè se non un altro One-Armed Swordsman?), i momenti di sospensione estatica e metafisica di King Hu, fino al ripensamento funzionale degli oggetti e alla sottrazione ironica di Jackie Chan. Ma, ben presto, si ha la sensazione di essere andati ben oltre i confini del wu xia, in verità già labilissimi (basti pensare allultimo straordinario Detective Dee di Tsui Hark, maestro che sembra affacciarsi a più riprese nellorizzonte visivo e teorico di Peter Chan). Se le magiche evoluzioni dello sguardo di Chan non scalfivano la sostanziale integrità identitaria del musical in wu xiaPerhaps Love, qui il genere sembre esplodere in mille rivoli. Perché i combattimenti e i voli, magnificamenti disegnati dal genio fisico di Donny Yen, si trasformano incessantemente in altro: tracce di poliziesco, western, di melodramma familiare tragiche e commoventi, intermezzi ironici. Il cinema, ancora una volta, si fa spettacolo continuo e totale di immagini che fluiscono da un tono allaltro, da un sentimento allidea che esso nasconde. Il genere, sembra dire Chan, non esiste o, se esiste, si definisce proprio per la sua inafferabilità, la sua essenza mutevole di materia e spirito, concretezza e levità, magia e trucco. Come svela chiaramente il detective Takeshi Kaneshiro nella sua ricostruzione del combattimento tra Liu e gli evasi criminali (scena peraltro simile a quella in cui il monaco Andy Lau ricostruisce lomicidio iniziale in Running on Karma di Johnnie To). I movimenti apparantementi impacciati di Donnie Yen si rivelano in tutta la loro complessità, riaffermando tutta la tecnica sottintesa alla leggerezza. E per questa strada che Peter Chan sfiora lessenza stessa dello stile, del cinema che scopre tutti i suoi trucchi, necessari a ricreare la precaria verità di un mondo, del mondo. Sarà sempre un artificio, una ricostruzione a posteriori, un braccio mancante. Ma, in ogni caso, questo cinema sarà ancora in grado di toccare la sostanza di una riflessione morale sui limiti della giustizia e della compassione. E la complessa profondità dei cuori, di quelli vivi e reali, sospesi tra fede, tradimento, delusione, paura, perdono. Sarà ancora capace di aprirsi e ricontrarsi, come un grande cuore, che non smette di battere, neanche quando ci racconta la morte.
Poster e foto:
Il teaser trailer:
Il film uscirà il 4 agosto in Cina e ad Hong Kong.
François Truffaut
15 May 2011
Le dichiarazioni del regista alla conferenza stampa:
Presentato fuori concorso alla produzione di mezzanotte, Wu xia è l'ultima pellicola di Peter Chan, thailandese di nascita ma hongkonghese di adozione che mette subito in risalto il suo legame e quello della sua generazione col genere
Il titolo già si riferisce a un genere preciso. Le giovani generazioni si occupano ancora di wuxia?
Qualche settimana fa mi hanno fatto una domanda di questo tipo: “Che differenza c'è tra i fan di arti marziali e i fan del cinema”. Devo dire che sia in Cina sia a Hong Kong non c'è nessuna differenza. E' il genere principale che abbiamo e che abbiamo sempre avuto. La mia generazione ci è cresciuta. Comunque all'interno del wuxia c'è stata un'evoluzione rispetto a come era prima e che nel corso del tempo si è anche reinventato. Quello che si è cercato di fare in questo film è metterne in rilievo l'aggiornamento. Questo è il mio primo film in cui ho avuto in mente prima l'idea dei personaggi. Quindi sono stato affascinato prima dallo stile che dal contenuto. Quindi il film poi è stato scritto e girato per servire prima di tutto lo stile.
Il lavoro con gli attori?
Con loro abbiamo avuto delle idee nuove tutti i giorni e abbiamo improvvisato molto. Per Takeshi Kaneshiro è stato difficile interpretare questo ruolo. Forse era più adatto più per Takeshi Kitano
La storia si svolge nel 1917 che è un momento importante nella storia della Cina.
Non ci sono ragioni particolari nella scelta precisa di questo anno. Wuxia è stato pensato e realizzato come un film d'epoca. Quindi, come già abbiamo sottolineato prima, il film non è stato scritto per un periodo storico ben determinato. Mi interessavano piuttosto di più gli aspetti più legati alla medicina. Per questo mi auguro che il pubblico non solo comprenda ma si identifichi anche col film.
Ci sono stati dei tagli nella versione presentata al festival?
La prima versione durava 2 ore e 13 minuti ì, quella che avete visto a Cannes è di 1 ora e 56 minuti. I montatori hanno fatto un lavoro enorme. Anche la settimana scorsa abbiamo tagliato 2 minuti prima della presentazione al festival. (Simone Emiliani)
Photocall e red carpet a Cannes:
I diritti internazionali del film sono stati acquistati dai due fratelli Weinstein. Forse c'è la speranza di vederlo in Italia.
CANNES 64 - "La mia generazione è cresciuta col wuxia". Incontro con Peter Chan
Presentato fuori concorso alla produzione di mezzanotte, Wu xia è l'ultima pellicola di Peter Chan, thailandese di nascita ma hongkonghese di adozione che mette subito in risalto il suo legame e quello della sua generazione col genere
Il titolo già si riferisce a un genere preciso. Le giovani generazioni si occupano ancora di wuxia?
Qualche settimana fa mi hanno fatto una domanda di questo tipo: “Che differenza c'è tra i fan di arti marziali e i fan del cinema”. Devo dire che sia in Cina sia a Hong Kong non c'è nessuna differenza. E' il genere principale che abbiamo e che abbiamo sempre avuto. La mia generazione ci è cresciuta. Comunque all'interno del wuxia c'è stata un'evoluzione rispetto a come era prima e che nel corso del tempo si è anche reinventato. Quello che si è cercato di fare in questo film è metterne in rilievo l'aggiornamento. Questo è il mio primo film in cui ho avuto in mente prima l'idea dei personaggi. Quindi sono stato affascinato prima dallo stile che dal contenuto. Quindi il film poi è stato scritto e girato per servire prima di tutto lo stile.
Il lavoro con gli attori?
Con loro abbiamo avuto delle idee nuove tutti i giorni e abbiamo improvvisato molto. Per Takeshi Kaneshiro è stato difficile interpretare questo ruolo. Forse era più adatto più per Takeshi Kitano
La storia si svolge nel 1917 che è un momento importante nella storia della Cina.
Non ci sono ragioni particolari nella scelta precisa di questo anno. Wuxia è stato pensato e realizzato come un film d'epoca. Quindi, come già abbiamo sottolineato prima, il film non è stato scritto per un periodo storico ben determinato. Mi interessavano piuttosto di più gli aspetti più legati alla medicina. Per questo mi auguro che il pubblico non solo comprenda ma si identifichi anche col film.
Ci sono stati dei tagli nella versione presentata al festival?
La prima versione durava 2 ore e 13 minuti ì, quella che avete visto a Cannes è di 1 ora e 56 minuti. I montatori hanno fatto un lavoro enorme. Anche la settimana scorsa abbiamo tagliato 2 minuti prima della presentazione al festival. (Simone Emiliani)
Photocall e red carpet a Cannes:
I diritti internazionali del film sono stati acquistati dai due fratelli Weinstein. Forse c'è la speranza di vederlo in Italia.
Tsui Hark
06 Aug 2011
Peter Chan e Takeshi Kaneshiro hanno partecipato ad un evento promozionale per WU XIA a Pechino, dove il distributore ha fatto vedere online una sequenza cancellata dal film.
http://video.sina.co...2195867335.html
http://video.sina.co...2195867335.html
paolone_fr
01 Oct 2011
la storia comincia quando un modesto operaio dell'industia della carta nel villaggio di Liu viene coinvolto in uno scontro con due pericolosi deliquenti fuggiti alla morsa della legge e ha la meglio.
oltre a diventare l'eroe del villaggio, tuttavia, liu jinxi si attira addosso le attenzioni di un investigatore della polizia tormentato fisicamente e psicologicamente da un passato terribile. come può un semplice cartaio aver sconfitto e ucciso due dei ricercati più pericolosi del paese?
al centro della scena è la cina del 1917, una repubblica solo sulla carta, dilaniata dagli scontri tra i vari signori della guerra alimentati solo dalla propria avidità, un sottofondo sul quale si svolge questa vicenda di voglia di cambiamento e di riscatto e di sfiducia nella capacità umana di cambiare. ne viene fuori un wuxia piuttosto sui generis, e questo ce lo si aspettava vista l'attitudine di Peter Chan a guardare i generi da un suo particolare punti di vista: introspettivo, quasi troppo razionale, parecchio umano e molto meno eroico-fantastico.
cionondimeno è un pezzo sempre legato a una tarda idea di jianghu, in cui inserisce delicatamente buddhismo, quotidianità, potere temporale, arti marziali e metodi investigativi ai limiti del logico-deduttivo. le scene d'azione sono poche, lunghe e girate in maniera quasi perfetta. le coreografie sono validissime e le musiche di accompagnamento finalmente immettono nuova linfa, schitarrando in crescendo invece di usare le ormai solite melodie orientaleggianti e/o tambureggianti che si vedono da un po' abitare questi film in costume.
buon film, alla fine, impreziosito dalle stupende scenografie naturali e non messe in piedi dalal troupe, e anche interessante come wuxia.
chiedere di più, francamente e vista la concorrenza nel genere innqeusti ultimi anni, non credo fosse tanto lecito.
oltre a diventare l'eroe del villaggio, tuttavia, liu jinxi si attira addosso le attenzioni di un investigatore della polizia tormentato fisicamente e psicologicamente da un passato terribile. come può un semplice cartaio aver sconfitto e ucciso due dei ricercati più pericolosi del paese?
al centro della scena è la cina del 1917, una repubblica solo sulla carta, dilaniata dagli scontri tra i vari signori della guerra alimentati solo dalla propria avidità, un sottofondo sul quale si svolge questa vicenda di voglia di cambiamento e di riscatto e di sfiducia nella capacità umana di cambiare. ne viene fuori un wuxia piuttosto sui generis, e questo ce lo si aspettava vista l'attitudine di Peter Chan a guardare i generi da un suo particolare punti di vista: introspettivo, quasi troppo razionale, parecchio umano e molto meno eroico-fantastico.
cionondimeno è un pezzo sempre legato a una tarda idea di jianghu, in cui inserisce delicatamente buddhismo, quotidianità, potere temporale, arti marziali e metodi investigativi ai limiti del logico-deduttivo. le scene d'azione sono poche, lunghe e girate in maniera quasi perfetta. le coreografie sono validissime e le musiche di accompagnamento finalmente immettono nuova linfa, schitarrando in crescendo invece di usare le ormai solite melodie orientaleggianti e/o tambureggianti che si vedono da un po' abitare questi film in costume.
buon film, alla fine, impreziosito dalle stupende scenografie naturali e non messe in piedi dalal troupe, e anche interessante come wuxia.
chiedere di più, francamente e vista la concorrenza nel genere innqeusti ultimi anni, non credo fosse tanto lecito.
sobek
02 Oct 2011
Vero, un wuxia molto sui generis, a tratti quasi intimista in cui la voglia e il desiderio di rivalsa personale e di redenzione fanno da traccia a tutto il racconto. Tecnicamente è film che rasenta la perfezione e tale impalcatura contiene però una storia che regge bene; alcuni momenti sono grandiosi (vedi la ricostruzione del detective del duplice omicidio dei ceffi); l'azione (sotto la direzione di Donnie Yen) è ben dosata senza prendere mai il sopravvento; semmai quello che si impone è il contrasto tra il razionale uomo di scienza e le passioni dell'uomo comune che ha deciso di cambiare vita.
L'interpretazione di Donnie Yen è quasi commovente e perfino Takeshi Kaneshiro riesce a risultare convincente.
Gran film , a mio avviso.
Messaggio modificato da sobek il 02 October 2011 - 11:51 AM
L'interpretazione di Donnie Yen è quasi commovente e perfino Takeshi Kaneshiro riesce a risultare convincente.
Gran film , a mio avviso.
Messaggio modificato da sobek il 02 October 2011 - 11:51 AM