
Ero Kowai Kaidan Vol.1: Iguana Woman
Giappone, 2010. Di Naoyuki Tomomatsu. Con Yoshizawa Akiho, Mutsuo Yoshioka. Genere: Horror. Durata: 73'.
Ayaka è una ragazza giovane e bella che, durante una serata tra amici in un pub, incontra Hiro, affascinante uomo d'affari con la passione per la cucina. Tra i due nasce subito un sentimento, che si trasforma in una travolgente relazione amorosa. Nel pieno di questa felicità, però, entrambi iniziano a ricevere messaggi inquietanti e cominciano a sentirsi spiati. La sensazione è che Sasori, la ex di Hiro, feticista delle iguane, sia tornata a riprendere ciò che le spetta di diritto. Ma la situazione diventa ancora più inquietante quando Ayaka scopre che Sasori è morta...
Tomomatsu Naoyuki, re assoluto (con l'ormai svanito Daisuke Yamanouchi e con i vari Noboru Iguchi & co.) del cinema estremo giapponese, dopo aver rapito con l'inusuale splatter metaforico "Stacy", il suo vertice artistico, e dopo aver divertito con i puri divertissement (Zombie Self-Defense Force), e aver diretto anche qualche porcata di basso profilo (Eat The Schoolgirl), si è intromesso anche nel genere del J-Horror, quello delle ghost stories. Un genere che dovrebbe essere esente dalle scelte stilistiche e narrative del regista, impegnato soprattutto nel scioccare con un uso sporopositato di tutte le componenti del V-Cinema.
Eppure, da vero e proprio nichilista, Naoyuki riesce nell'intento di generare una ghost-story in grado di mescolare le componenti di eros e gore, ovviamente più controllate, ai fini della narrazione.
Ne esce un'opera stranamente conciliante, sicuramente la più autocontrollata del regista, senza alcun vertice di shock, ma concentrandosi su una tensione derivata dalla suspense.
L'eros non manca, ma è poco esplicito, funzionale alla storia, e forse per questo -pur non toccando i vertici di "Stacy"- "Iguana Woman" si può considerare uno tra i film più riusciti di Naoyuki. Nulla di sorprendente, ma simpatico e divertente, con qualche gradita fetta d'originalità macabra (il cadavere tumefatto di Sasori che esce dalla pentola in cucina).
Girato in digitale e recitato da attori del V-cinema comunque non disprezzabili, ne esce un filmetto di puro divertissement. Un horrorino che racconta la solita storia di delusioni amorose, con quel tocco in più. Simpatico.