Regista, cinese, autore di tre film, tutti molto interessanti: Spicy Love Soup (1998), Shower (1999) e Quitting (2001). Un quarto, Sunflower, è in fase di post-produzione.
Zhang è un regista moderno, ma non modaiolo, coerente con la sua scelta di mostrare la Cina di oggi (come anche il suo esimio collega Jia Zhang-ke, autore di film quali Xiao Wu, Platform, Unknown Pleasures, e The World – Shijie), tra i primi a contribuire all'abbattimento della ferrea censura di stato.
In questi film vediamo raccontati il matrimonio, la droga, l'handicap, il sesso fuori dal matrimonio, e tutto con toni mai gravi ma quasi leggeri, lievi, dolceamari, che è l'aspetto senz'altro più realistico del suo cinema. Ma Zhang, se non appare interessato al cinema-kolossal da esportazione (in stile Chen Kaige, per capirci), non sembra interessato neanche ad un realismo fine a se stesso, e appare invece attento ai meccanismi di messa in scena e al modo sempre "mediato" di fruizione dello spettatore contemporaneo: il suo ultimo film, Quitting, racconta la storia vera dell'ex attore Jia Hongshen, tossicodipendente e ai limiti della schizofrenia. La particolarità del film è l'idea di far interpretare i ruoli ai protagonisti reali della vicenda: Hongshen, i suoi genitori, la sorella, persino i medici che l'hanno curato (un po' come avviene nell'iraniano Close-up, di Kiarostami). In alcune scene il set viene rivelato come tale, denunciando così apertamente il meccanismo della finzione, operazione eclatante proprio in virtù del fatto che quella che si sta raccontando è una storia vera, ri-vissuta dagli stessi protagonisti.
Spicy Love Soup tesse invece un mosaico di storie ad incastro che raccontano l'amore e i rapporti sentimentali di coppie di diverse età, tutte ambientate nella Cina della metropoli. Una realtà ben diversa dall'immagine tradizionale o, viceversa, di regime, che comunemente si ha della Cina in occidente.
In Shower, infine, Zhang esprime, attraverso il rapporto fra due fratelli, di cui uno ritardato, la spinosa questione delle radici, il tentativo e l'impossibilità di emanciparsene, il senso di smarrimento dell'esilio per fuga e delle trasformazioni sociali.
Il cinema cinese contemporaneo è un fenomeno sfaccettato e interessante. Film cinesi degli ultimi 10-15 anni vengono trasmessi spesso dal canale satellitare Raisat Cinemaworld.
Qui un'intervista in italiano al regista.
PS: volevo postare anche qualche foto, ma Imageshack oggi stronzeggia alquanto.
Magari in seguito...

Messaggio modificato da polpa il 10 August 2005 - 10:25 PM