[RECE][SUB] Sisters of the Gion
fabiojappo
02 Dec 2014
Sisters of the Gion
Gion no shimai 祇園の姉妹
Anno: 1936
Durata: 69 min.
Genere: Drammatico
Soggetto: dal romanzo La fossa di Aleksandr I. Kuprin
Sceneggiatura: Yoda Yoshikata, Kenji Mizoguchi
Regia: Kenji Mizoguchi
Cast:
Isuzu Yamada (Omocha)
Yoko Umemura (Umekichi)
Benkei Shiganoya (Furusawa)
Fumio Okura (Jurakudo)
Eitaro Shindo (Kudo)
Sinossi
Nel quartiere del piacere di Kyoto, chiamato Gion, due sorelle vivono insieme e professano l’arte delle geisha. Sono unite ma anche molto diverse, la più grande, Umekichi, è una geisha all’antica, con una sorta di passione per il proprio “lavoro”: si veste in modo tradizionale, ha imparato la danza e si relaziona con gli uomini con sottomissione e disponibilità incondizionata. La sorella più giovane, Omocha, è invece al passo coi tempi, ha studiato e, quando non veste i panni formali del “lavoro”, indossa abiti moderni. Essere geisha per lei è il solo modo che ha per guadagnarsi da vivere, in un mondo ingiusto, dove conviene sfruttare cinicamente gli uomini, senza farsi mai sottomettere. Quando il negozio di Furusawa, protettore di Umekichi, va in fallimento, l’uomo si trasferisce a casa delle sorelle. Omocha, che teme che Furusawa possa far andare in miseria anche la sorella e non tollera che l’uomo si approfitti della loro ospitalità, tenta di liberarsene. Sfruttando il proprio fascino, Omocha ottiene dal giovane Kimura, commesso di un negozio di stoffe, un prezioso kimono per la sorella. Umekichi può così partecipare ad un importante spettacolo danzante, dove incontra Jurakudo, uomo facoltoso attratto da lei. Omocha fa avvicinare i due, facendo credere a ciascuno di essere desiderato dall’altro; allo stesso tempo chiede a Furusawa di lasciare la loro casa. Il piano pare funzionare: finalmente Umekichi ha un degno protettore. Ma Omocha è troppo spregiudicata e, a Gion, la vita per le geisha riserva sempre amare sorprese.
Recensione di Tyto
Uscito lo stesso anno di Osaka Elegy (anch’esso presente negli archivi AW), Sisters of the Gion ne rappresenta una naturale continuazione, visto che ritroviamo la stessa attrice protagonista e la stessa ambientazione. Questo lavoro riscosse fra l’altro più fortuna del primo, visto che ricevette il premio come miglior film dalla rivista Kinema Jumpo. Il grande Mizoguchi intesse la solita formidabile rappresentazione di un mondo crudele nei confronti delle donne, senza pietismi, senza condanne estreme, né assoluzioni. Omocha e Umekichi sono diverse, affrontano la difficile vita da geisha con atteggiamenti diametralmente opposti. La prima cinica e spregiudicata, amareggiata e disillusa nei confronti degli uomini; la seconda dolce, sensibile, dimessa e credulona, sempre pronta a consolare il proprio protettore, più per affetto che per dedizione alla propria mansione di accompagnatrice.
All’inizio pare che il regista voglia stigmatizzare Omocha e glorificare Umekichi, ma chi conosce questo maestro sa bene che non può essere così scontato il suo intento. È infatti proprio Omocha ad essere vittima, prima di tutti gli altri, ed è proprio la sua determinazione, la sicurezza in sé stessa e nei proprio mezzi, che danno l’occasione a Mizoguchi per celebrare la triste realtà, ineluttabile e inevitabile per tutte le geisha, e forse per tutte le donne, arrivando a quella domanda di un finale immenso, all’apice dell’espressività lirica di questo regista: ”Perché in questo mondo esistono cose come le geisha?” Una domanda che pare banale e assurda, ma che poi obbliga lo spettatore a considerare seriamente la crudeltà di certi aspetti della natura umana, a constatare come ancora oggi quella domanda faccia riflettere.
Mizoguchi, affiancato come in altri suoi lavori da Yoda Yoshikata, pennella una sceneggiatura perfetta, con la solita dovizia nel curare in modo maniacale il carattere di ogni personaggio, costruendo un intero mondo di relazioni umane con poche scene e dialoghi minimi. E così tutti gli uomini, pur diversi, sono egoisti, ipocriti e materialisti; mentre le donne sono sempre vittime, siano esse sottomesse o aggressive, e non sfuggono ai propri carnefici neppure con il matrimonio e una vita “normale”.
(versione: SONiDO Bluray)
Traduzione: Tyto
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Messaggio modificato da fabiojappo il 02 December 2014 - 10:21 AM
fabiojappo
02 Dec 2014
Che annata il 1936 per il Maestro: Osaka Elegy e questo Sisters of the Gion ! Con protagonista sempre la straordinaria Isuzu Yamada. La recensione dice tutto, niente da aggiungere se non invitare al recupero immediato (con una versione bluray) chi non conosce il film. Grazie Tyto per la traduzione di questi sottotitoli !
Ricordo che in archivio sono presenti i sottotitoli di altri film del Maestro (basta una semplice ricerca per regista) e anche i subs dello splendido documentario su di lui realizzato da Kaneto Shindo: Kenji Mizoguchi: The Life of a Film Director
Ricordo che in archivio sono presenti i sottotitoli di altri film del Maestro (basta una semplice ricerca per regista) e anche i subs dello splendido documentario su di lui realizzato da Kaneto Shindo: Kenji Mizoguchi: The Life of a Film Director
JulesJT
02 Dec 2014
Splendido. Qui siamo decisamente sul Monte Olimpo.
Grazie infinite a Tyto per la traduzione.

Grazie infinite a Tyto per la traduzione.
Tyto
02 Dec 2014
Eh sì, qui si vola alto.
Non posso non dedicare questa traduzione a Cignoman, so quanto avrebbe apprezzato un Mizoguchi...
Buona visione!
Non posso non dedicare questa traduzione a Cignoman, so quanto avrebbe apprezzato un Mizoguchi...
Buona visione!
ggrfortitudo
23 Dec 2018
Sono sempre attratto dal mondo che riguarda il "dietro le quinte" dell'essere geisha.
E in questo film i mondi sono due: ovvero i due modi di vivere assai diversi delle due sorelle.
Pare un universo che non può esimersi dall'odiare gli uomini; per ottimi motivi.
Il ritratto di due cuori rinchiusi in un mondo pieno di buio e sofferenza.
"Perché in questo mondo esistono le cose come le geishe?"
E in questo film i mondi sono due: ovvero i due modi di vivere assai diversi delle due sorelle.
Pare un universo che non può esimersi dall'odiare gli uomini; per ottimi motivi.
Il ritratto di due cuori rinchiusi in un mondo pieno di buio e sofferenza.
"Perché in questo mondo esistono le cose come le geishe?"


