La storia di Qiu Ju
Paese: Cina
Anno: 1992
Genere: Drammatico
Regia: Zhang Yimou
Interpreti: Gong Li, Lei Laosheng, Ge Zhijun
Qiu Ju vuole giustizia. Wang Shantang, il capo del villaggio - siamo in una zona contadina della Cina del Nord -, ha colpito suo marito Qinglai al basso ventre con un calcio. Wang ha agito in un momento d'ira, dopo che l'avversario, la cui moglie è incinta, gli ha rinfacciato di non poter più avere eredi (è padre di quattro femmine e la pianificazione delle nascite gli proibisce di mettere al mondo altri bambini). La sua reazione, tuttavia, è stata troppo violenta e ora Qiu Ju pretende le scuse. Nulla da fare: Wang non vuole perdere la faccia di fronte al villaggio. Accetta sì una mediazione del bonario poliziotto Li Shunlin, che propone di risarcire le spese mediche; ma in quanto a scusarsi, neanche a parlarne. Anzi, getta i soldi a terra, pretendendo che la donna gli si chini davanti nel raccoglierli. La giovane sposa non è tuttavia tipo da arrestarsi di fronte alle difficoltà. Accompagnata dalla cognata, affronta duri viaggi (la vicenda si svolge in inverno) per incontrare funzionari di volta in volta più importanti dell'amministrazione giudiziaria. Lei, contadina, si avventura nella grande città: inesperta, sembrerebbe avere la peggio se qualcuno, per sua fortuna, non finisse sempre per prenderne a cuore il caso. Ma una notte, mentre il marito è lontano, arrivano le doglie ed è proprio Wang, in tutto il villaggio, il solo che la può aiutare. La storia di Qiu Ju segna in apparenza una forte rottura con l'opera precedente di Zhang Yimou. Mentre Sorgo rosso, Ju Dou e soprattutto Lanterne rosse (il film che ha decretato il suo successo in Italia) privilegiavano immagini "patinate" e cura quasi maniacale delle scenografie, questa volta, per stessa ammissione del regista, prevale il massimo di realismo, con molti attori non professionisti e fotografia "sporca". Ma, a ben guardare, restano le costanti di fondo: il ruolo centrale del personaggio femminile (sempre la bravissima Gong Li), la sua lotta solitaria contro l'oppressione, l'attenzione amorosa per i dettagli, a partire dall'amatissimo colore rosso, presente in ogni inquadratura. (Luigi Paini)