Inviato 02 May 2008 - 01:05 AM
Intervista al regista:
L'horror inquieto fuori dal branco di Nakata
Intervista con il regista nipponico ospite alla decima edizione della rassegna di Udine: «I giapponesi sono convinti che lo spirito di chi ha subito una morte violenta non trova pace fino a vendetta compiuta. Per questo i miei film fanno paura»
Hideo Nakata, ovvero il re dell'horror made in Japan. Etichetta un tantino abusata, perché è uno scettro che dovrebbe condividere con almeno un'altra decina di colleghi che non vuole nemmeno sentir nominare, fedele alla tradizionale «solitarietà» che individua e contraddistingue l'intellettualità giapponese, e non solo nel mondo del cinema. In giapponese c'è un espressione che definisce il fenomeno: ippiki okami, «lupi solitari». Fuori dal branco, insomma. Vivi e lascia vivere. All'horror, quello con l' «H» maiuscola, Nakata ci è arrivato per caso. Da giovane gli piacevano le soap opera e da piccolo i cartoni di Disney. «Poi ho avuto la possibilità di viaggiare, di andare all'estero, e ho scoperto il filone horror occidentale....»
Filone un po' esaurito, di questi tempi. Nulla di nuovo all'ovest, verrebbe da dire, mentre da voi il settore sprizza di salute...quanto meno quanto a quantità di titoli e fatturato...Per aver paura oggi, bisogna venire in estremo oriente? Qual è il vostro segreto? È solo una questione di tecnica?
La tecnica conta eccome, ma c'è anche un elemento culturale. Voi occidentali siete ancorati al dualismo religioso del bene e del male, del diavolo in contrapposizione con l'Altissimo. Il che vi limita. Per noi è diverso. Il terrore non è rappresentato dal male in sé, che nella nostra cultura non esiste, ma nelle sue rappresentazioni quotidiane, nella sua «presenza» costante e terrificante
È la solita antinomia tra la società occidentale basata sul peccato - e la sua sostanziale redimibilità - e quella orientale fondata sul concetto di vergogna, di ingiustizia, di dannazione, peraltro mai eterna?
Faccio un esempio. Da noi in Giappone abbiamo Tokaido Yotsuya, I fantasmi di Tokaido i cui racconti vengono rappresentati in tutte le salse da un paio di secoli, compreso il teatro kabuki. È la storia di una bellissima e fedele moglie che viene avvelenata dal marito e che, per punirlo e trovare ella stessa pace, lo perseguita ogni notte apparendogli orrendamente sfigurata e decisa a vendicarsi...
Altri concetti che vengono interpretati e vissuti in modo diverso...vendetta, maledizione....il cosiddetto mondo dell'aldilà...i vostri fantasmi sono sempre in agguato, non c'è bisogno di evocarli...vi perseguitano fino alla consumazione della vendetta....
Infatti, il terrore in cui molti di noi vivono deriva dalla quotidianità della maledizione e dall'ineluttabilità che prima o poi la vittima si farà giustizia. I giapponesi sono fermamente convinti che lo spirito di chi ha subito una morte violenta e ingiusta non trova pace, sino a quando non consuma la vendetta....per questo i miei film incutono vero terrore. Parlano di maledizione, di dannazione. E di punizione che prima o poi arriva...
È per questo che il Giappone fa così tanta fatica ad abbandonare la pena di morte? Siete rimasti in pochi, nel cosiddetto mondo industrializzato, ad impiccare la gente, vecchi e disabili compresi....
Teoricamente sono contrario alla pena di morte, mi piacerebbe vivere in una società dove non ci fosse neanche il problema di punire con la morte i criminali....ma poi devi prendere in considerazione tanti aspetti, compreso quello del diritto alla pace da parte delle vittime e dei loro familiari....Penso che questo sia un elemento fondamentale che voi occidentali fate fatica a capire. Se non c'è vendetta, non c'è pace, e la pace è un diritto fondamentale dell'uomo, come tanti altri, o no?
Come sta il Giappone? Messo male, come noi?
Beh, a guardarsi in giro, è difficile non essere pessimisti. Ma io cerco di resistere, sono un inguaribile ottimista.
Oltre trentamila suicidi l'anno, uno ogni quindici minuti....
Perché in Italia non vi suicidate? Ah già, è contrario alla vostra religione, ma il suicidio è un pensiero molto umano, direi naturale. Il problema è che oggi molta gente che dovrebbe suicidarsi non ne ha il coraggio e finisce per ammazzare gli altri....
Lei ha mai pensato al suicidio?
Certo che sì, curandone i dettagli....
Ma non avrà mica letto il «manuale del perfetto suicidio», che in Giappone è un best seller da almeno vent'anni....
No, facevo da solo. E mi immaginavo in piedi, sui binari, ad aspettare un treno in corsa...
Oggi sarebbe difficile, dovrebbe andare lontano, in campagna. Nelle città le stazioni sono blindate, ci sono barriere antisuicidio...
Sarà, ma vuoi mettere, beccarsi un treno in corsa, nel pieno possesso delle tue facoltà mentali, anziché andarsene tra dolori di stomaco o rincoglioniti dall'ossido di carbonio...
[b]Di cosa ha paura, Nakata?
Di tutto ciò che vedete nei miei film...per esempio. Penso che il terrorismo ambientalista sia una realtà sempre più drammatica. C'è davvero qualcuno nel mondo, che pensa ad una drastica riduzione dell'umanità per salvare il pianeta. (Pio D'Emilia)
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