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[CINEMA] I Don't Want to Sleep Alone

L'ultimo Tsai Ming-Liang a Venezia

17 risposte a questa discussione

#1 iosif

    PortaCaffé

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Inviato 12 September 2006 - 10:38 AM

la recensione contiene cenni alla trama dell'opera.


Lee Kang Sheng stavolta non è a Taipei, ma a Kuala Lumpur (luogo di nascita di Tsai Ming Liang). In un’atmosfera multietnica ma uniformemente derelitta, il protagonista di tutte le opere del regista, doppiamente muto per ruolo e per incomprensione della lingua, riesce presto a farsi picchiare quasi a morte. Trasportato da un altro ragazzo in casa sua, assisteremo alla sua progressiva ripresa. Parallelamente seguiamo la storia di due donne (una è Chen Siang Chiy, protagonista in Che ora è laggiù ed Il gusto dell’anguria) che accudiscono un uomo in coma, anch’esso interpretato da Lee Kang Sheng. Il primo Lee Kang Sheng, ripresosi, sarà oggetto dell’amore o del desiderio degli altri personaggi.

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L’elemento narrativo è ancora più atrofico del solito. Quello di Tsai è un cinema d’immagini, ma privo di estetismo fine a se stesso. Se il cinema vuole cercare un’espressione differente dalla trasposizione del racconto ottocentesco, questa è probabilmente una delle possibilità meglio sviluppate. Quadri fissi, nessun movimento di macchina, un solo campo controcampo sul finire del film. Le immagini costruiscono uno stato d’animo, un messaggio che si stratifica silenziosamente nello spettatore, scena dopo scena, ed alla fine più che d’interpretare il film, hai bisogno di interpretare te stesso, cercando cosa abbia mosso, e scosso, in maniera così sotterranea, adoperando finalmente un linguaggio più vicino alla sensazione che allo spettacolo. Protagonista è l’opera nella sua interezza, nei suoi dettagli, oggetto vivente, come precedentemente espresso con la sala cinematigrafica di Goodbye Dragon Inn.

L’inedita ambientazione malese lascia tracce esclusivamente nell’estetica degli interni, non essendo presente alcuna panoramica della città. Anche le poche scene in esterni sono in realtà rinchiuse all’interno di vicoli opprimenti. All’esplosione moderna ed asettica di Taiwan si sostituiscono case popolari e sovraffollate, ed enormi, cadenti edifici abbandonati, che fanno da teatro e da rifugio. Presenti le caratteristiche inquadrature con profondità di campo, dove la scena si svolge orizzontalmente su più piani contemporaneamente visibili, in una sorta di montaggio interno, oppure verticalizzazioni dall’esterno di un edificio, dove si mostra, attraverso le finestre, l’azione all’interno di una stanza e contemporaneamente nel soppalco sovrastante la stessa; le inquadrature incorniciate dalle porte si fanno ancora più strette e claustrofobiche, nei colori caldi e scuri, l’azione è spesso seguita indugiando su di uno spazio vuoto, ricorrendo ad un gioco di specchi. Una macchina da presa che spia, in maniera né morbosa né asettica, ma con la passione che è propria del regista.

Il doppio ruolo di Lee Kang Sheng amplifica il lavoro sul corpo dell’attore, iniziato quindici anni fa, lavoro che il regista riconosce come la sua “maggiore sperimentazione”. Il corpo malato ed accudito su un materasso circondato e protetto da un velo trasparente, rigenerato in un’incubatrice, preludio dell’ultima scena in cui i tre protagonisti, dormienti, si troveranno a galleggiare sullo stesso materasso all’interno di un grande, avvolgente edificio allagato, amniotico ed uterino. Scena d'amore e d'attesa di rinascita che entra nella storia e nell’immaginario del cinema.

Come ne Il Fiume la malattia è uno dei temi centrali, ma qui c’è più spazio per la cura. E la malattia individuale diventa malattia collettiva, quando la città è invasa dal fumo di un incendio lontano (come la pioggia incessante di The Hole, come la siccità de Il gusto dell’anguria), che costringe a ripararsi con mascherine improvvisate, rendendo ciascuno alieno e ogni azione soffocante.

Immagine inserita

Al contrario di molti altri suoi film, sono assenti concessioni ironiche o digressive, restituendo un’opera ancora più disperata e compatta.
Tsai è riuscito a creare un linguaggio definito, e con questo riesce a dar vita a lavori riconoscibili ed unici, ma tanto più apprezzabili se ricondotti all’interno di un corpus che si avvale di una simbologia definita, che vive anche di rimandi e contrapposizioni.

Questo film, anche se ha un messaggio addirittura positivo rispetto ad altri, ha lasciato molti di noi decisamente spossati. Proprio per la capacità di cui dicevo sopra, di sapere creare uno stato d’animo e delle sensazioni, prima di una storia.

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#2 polpa

    It’s Suntory Time!

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Inviato 12 September 2006 - 11:43 AM

Uau! Bellissima recensione!
Sono più o meno le stesse cose che ho notato e amato io di questo film e della poeticadel regista in generale. Ma nella maratona veneziana l'ho visto con meno lucidità di te e certi significati (il finale, ad esempio) mi erano un po' sfuggiti.
Grazie ^^

#3 Siwolae

    Annyon

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Inviato 12 September 2006 - 12:02 PM

Prima lo vedo, poi ti leggo :em21:

#4 iosif

    PortaCaffé

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Inviato 12 September 2006 - 12:06 PM

polpa, il Sep 12 2006, 11:43 AM, ha scritto:

Uau! Bellissima recensione!
Sono più o meno le stesse cose che ho notato e amato io di questo film e della poeticadel regista in generale. Ma nella maratona veneziana l'ho visto con meno lucidità di te e certi significati (il finale, ad esempio) mi erano un po' sfuggiti.
Grazie ^^

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grazie :em21:
io a venezia ci sono stato solo 2 giorni, ed ho visto solo 4 film (tutti orientali, grande muller), quindi mi sono decisamente concentrato su tsai. era con attori e traduttrice e tutto il gruppo s'è mostrato affabile e comprensivo di fronte alle intemperanze di noi pochi ma adoranti fans.

#5 Dr.Acula

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Inviato 12 September 2006 - 12:12 PM

polpa, il Sep 12 2006, 12:43 PM, ha scritto:

Uau! Bellissima recensione!
Sono più o meno le stesse cose che ho notato e amato io di questo film e della poeticadel regista in generale. Ma nella maratona veneziana l'ho visto con meno lucidità di te e certi significati (il finale, ad esempio) mi erano un po' sfuggiti.
Grazie ^^

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ti quoto! E dopo aver letto questa rece vado a modificare il giudizio (probabilmente condizionato un po' dai mei amici, ai quali non era piaciuto per nulla) sul thread della mostra di venezia.

Messaggio modificato da Dr.Acula il 12 September 2006 - 07:21 PM


#6 lexes

    Muflone

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Inviato 10 December 2006 - 10:39 AM

Guardate che bello il trailer:

Se qualcuno dovesse scoprire di chi è la canzone che si sente di fondo o riuscisse a reperire qualsiasi altra informazione al riguardo per favore lo dica!

#7 elgrembiulon

    maledetto punk

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Inviato 10 December 2006 - 11:58 AM

Ke bello... :em41:
Subs Asian: Takeshis' (rece by polpa and subs no longer available, maledizione!!), Aparajito (L'Invitto), 4:30, The Scent Of Green Papaya

Subs Altro Cinema: Ariel (subs no longer available),Kaldaljós, Children of Nature (Börn náttúrunnar), Øyenstikker (TlwtN1),Den brysomme mannen (The bothersome man)(TlwtN2), Voksne Mennesker, La libertad, Vinterkyss (TlwtN3), Valehtelija (The Liar) (RS1), Rosso (RS2), Fantasma, Bleeder, The Man From London (A londoni férfi), Bronson

in work: Mýrin (Jar City) (3%)

Suntoryzzato ufficialmente in data 27/01/2007



Nessuna commedia coreana tradotta dal 24/07/2005.

La natura e le sue leggi erano nascoste nelle tenebre. Poi Dio disse: "Sia fatto Tesla", e tutto fu luce. (B.A. Behrend)

#8 Chakoraa

    Ciakkista

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Inviato 10 December 2006 - 12:12 PM

:em41: :em16:
@Lexes: bellissima la canzone ! Ho trovato solo questa info per ora: "...with the support of EMI Music Taiwan, Dama Orchestra Malaysia" :em71:
http://www.myspace.com/namakemono8
www.ahureru.splinder.com

#9 lexes

    Muflone

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Inviato 10 December 2006 - 12:35 PM

Visualizza MessaggioChakoraa, il Dec 10 2006, 12:12 PM, ha scritto:

@Lexes: bellissima la canzone ! Ho trovato solo questa info per ora: "...with the support of EMI Music Taiwan, Dama Orchestra Malaysia" :em16:
Dai, è già qualcosa. Inizierò qualche ricerca, se si rivelerà fruttuosa avviso :em41:





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