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[NEWS] Politica Giapponese

 foto Îshta 18 Jun 2013

NEWS: Quote rose: problema non solo Italiano.

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Nonostante la promessa del primo ministro Shinzo Abe di rendere le donne una parte più integrante nella società nipponica, sembra che il suo intento sia minato dal suo stesso partito, l'LDP.
La promessa era quella di portare al 30% le quote rosa per quanto concerne le posizioni di rilievo in tutti gli aspetti della società entro il 2020. Intanto, l'LDP ha solo l'11% di donne, cioè 9 su 79 candidati alle prossime elezioni di Camera Alta.

Sotto la guida di Abe, il Giappone è passato dalla 124a alla 113a posizione nella classifica mondiale di donne presenti nei parlamenti nazionali. Dato che rischia di scendere ulteriormente per via della mentalità dei tradizionalisti, che porta sempre a dire che le donne appartengono alla casa, che devono prendersi cura del marito e dei figli.

Il punto di vista del politico sembra però non risultare coerente, dal momento che ha nominato solo 2 donne su 18 membri del gabinetto.

Yoko Kamikawa, parlamentare ed ex ministro delle pari opportunità dice che è molto difficile per una donna essere assunta, e lo è ancor di più candidarsi al parlamento sotto il governo LDP.
Il partito d'opposizione, invece, conta 11 donne su 57, circa l'8% in più.

Non è solo in politica che le donne sono ampiamente sotto rappresentate. Le statistiche dimostrano che solo il 15% dei responsabili di reparto di tutti i settori lavorativi è di sesso femminile.
Mentre gli stipendi delle donne sono solo il 70% di quelli maschili.
Attualmente la quota di donne lavoratrici è al 60%.


Fonte: The Japan Daily Press
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 foto Îshta 11 Oct 2013

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Cina: il Giappone sconfitto non solo dalle bombe atomiche

WASHINGTON - Il Giappone dovrebbe rendersi conto che nel 1945 non è stato sconfitto "solo" dalle bombe atomiche, e che quindi non dovrebbe sfidare il post-ordine della seconda guerra mondiale.

In un periodo di tensioni tra le due maggiori nazioni asiatiche, l'ambasciatore cinese Cui Tiankai ha dichiarato che la percezione storica è una delle questioni importanti tra le due maggiori potenze economiche asiatiche.

I Giapponesi, credono che se gli Stati Uniti non fossero intervenuti nella guerra, si sarebbe conclusa a loro favore.
L'ambasciatore cinese invece sottolinea il fatto che a sconfiggere la nazione del Sol levante, siano stati tutti gli amanti della pace, i paesi antifascisti e le persone -dei popoli delle Nazioni Unite- tra cui Cina e Stati Uniti.

Le questioni storiche restano un punto dolente in Asia orientale. Sebbene la guerra sia finita e il Giappone si sia dichiarato ufficialemnte un paese pacifista, e sia alla ricerca di un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (la cui composizione riflette ancora le dinamiche di potere del 1945, infatti la Cina è l'unica nazione asiatica con potere di veto),
continuano le dispute, come quella che coinvolge le famose isole Senkaku.

Il Giappone osserva con reverenza gli anniversari dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, ove sono morti più di 200.000 persone.

Nel mese di maggio, il Giappone ha presentato una protesta verso un quotidiano sud-coreano che ha definito i bombardamenti come una "punizione divina".



Fonte: japantimes
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 foto François Truffaut 11 Oct 2013

Cioè quindi il Giappone dovrebbe dire "OK, fate come vi pare perché abbiamo perso la guerra?".

Cina e Giappone giocano a fare la guerra fredda. Anacronistici.
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 foto Îshta 12 Oct 2013

AGGIORNAMENTI: EAS (East Asia Summit)

Dopo le dichiarazioni dell'ambasciatore cinese negli U.S.A. che riguardavano le dispute territoriali, il leader Cinese e l'ASEAN hanno risposto che le controversie devono essere risolte pacificamente attraverso consultazioni e negoziati tra i paesi direttamente interessati. E che i paesi esterni alla questione non devono essere coinvolti.

Il primo ministro Shinzo Abe ha esortato tutti i paesi interessati a rispettare il diritto internazionale e di astenersi da azioni unilaterali e all'uso della forza per affrontare la questione delle isole meridionali del mare cinese, facendo riferimento alle richieste sempre più insistenti di Pechino.

Il segretario di stato americano, John Kerry, che ha partecipato al summit al posto del presidente Barack Obama, ha dichiarato che entrambi gli stati devono essere ascoltati perché la questione è importante ai fini del mantenimento di pace, stabilità, libertà di navigazione e di legittimo commercio.

Il premier cinese Li Keqiang, che è diventato primo ministro nel mese di marzo, ha affermato che no vi è alcun problema e mai ci sarà per quanto riguarda la libera navigazione.

La zone rossa è indubbiamente di grande interesse e il Giappone è d'accordo con l'ASEAN ha redigere un codice di condotta giuridicamente vincolante per ridurre i conflitti territoriali e marittimi.

Si spera di vedere la compilazione in tempi brevi di un COC, anche se sembra che la Cina stia facendo pressioni ad alcuni membri dell'ASEAN per impedire che venga raggiunto un consenso unanime sulla questione del mare cinese. Mentre Washington incoraggia l'ASEAN a mantenere coerenza e unità durante i negoziati per la realizzazione del codice.



Fonte: japantimes

Nota personale:
La zona del mare meridionale cinese è una delle vie marittime più frequentate del mondo e si crede che sia ricco di risorse petrolifere e gas.

Le isole contese: Senkaku

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(La linea rossa continua rappresenta l'attuale limite della zona economica esclusiva (ZEE) dei due paesi, quella tratteggiata rappresenta invece il limite della ZEE richiesto dalla Cina, posto sul canale di Okinawa. In rosa scuro la zona delle Senkaku)
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