Rebirth
(Youkame no Semi)
- Titolo internazionale: Rebirth
- Titolo originale: Youkame no Semi
- Nazione: Giappone
- Anno: 2011
- Durata: 147 min.
- Genere: Drammatico
- Regia: Izuru Narushima
- Sceneggiatura: Mitsuyo Kakuta (romanzo), Satoko Okudera
- Interpreti: Mao Inoue, Hiromi Nagasaku, Eiko Koike, Yoko Moriguchi,Tetsushi Tanaka, Miwako Ichikawa, Kimiko Yo, Jun Fubuki
- Traduzione: calimerina66
Sterile dopo un aborto, Kiwako (Nagasaku) rapisce una neonata, Erina, figlia del suo amante sposato e di sua moglie. Kiwako cresce la bimba come figlia propria per quattro anni, finché lei viene arrestata e la piccola restituita ai veri genitori. Ma l'adattamento è difficile, e la famiglia non riesce a ricomporsi. Diventata grande, Erina (Inoue) resta incinta di un uomo sposato. L'incontro con una giornalista (Koike) sarà l'occasione per recuperare i ricordi del passato e lasciarseli finalmente alle spalle.
Il film è tratto da un romanzo di Mitsuyo Kakuta, autrice di un altro romanzo portato con successo sl grande schermo, Kuchu Teien (The Hanging Garden). Come nell'altro romanzo, anche qui si parla di una famiglia che non riesce a comunicare; ma mentre qui era l'istituzione stessa ad essere in crisi, in Youkame no Semi ci si interroga sul significato profondo della maternità, attraverso una serie di casi limite.
Le testimonianze delle due donne che aprono il film ci mostrano come esse siano immerse nel buio della stessa ossessione: quella della maternità negata. La vera madre, anche quando si ritrova di nuovo la figlia tra le braccia, non sa darsi pace del tempo perduto, delle canzoni e delle parole che non è stata lei ad insegnare, dell'amore riservato ad un'altra madre. La rapitrice invece è ossessionata dal vuoto del suo grembo sterile, e per riempire questo vuoto sembra le basti poter stare sempre con la sua bambina. Ma a un certo punto si accorge che non ce la fa più a starle dietro, perché la vita separa le loro strade. Madre Angelo invece sceglie la strada religiosa: sarà madre di creature angeliche a cui lei darà un nuovo nome e regole ferree da rispettare. Ma anche il suo progetto fallisce e le creature che voleva liberate dalle ossessioni sono cresciute invece piene di fobie. Quella che trova il vero significato della maternità era quella su cui meno si sarebbe scommesso: la protagonista, benché troppo giovane, benché imperfetta, benché segnata dalle ferite del passato, scoprirà che solo nell'accetazione incondizionata dei ricordi, delle sofferenze, e anche del bambino inizialmente non voluto può uscire dalle sue ossessioni e rinascere anche lei a nuova vita.
Chi è interessato ad approfondire i riferimenti culturali presenti nel film, può leggere le mie note sul mio blog.
Sottotitoli: versione shinostarr
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Messaggio modificato da fabiojappo il 01 December 2016 - 11:46 AM