←  L'Altro Cinema - Discussioni e richieste di traduzione

AsianWorld Forum

»

[CINEMA] Bill Douglas Trilogy (1972-1978)

 foto JulesJT 25 May 2014

Immagine inserita


- My ChildHood (1972)

Immagine inserita


- My Ain Folk (1973)

Immagine inserita


- My Way Home (1978)

Immagine inserita


Splendida trilogia che segue la faticosa crescita di un ragazzino, Jaime (Stephen Archibald, ottimo attore che, purtroppo, non ha partecipato in nessun altro progetto cinematografico), in un villaggio minerario scozzese a partire dagli anni '40, durante le ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale.
La realtà che questo bambino deve affrontare quotidianamente è davvero ostica: povertà costante, violenza domestica, sporcizia, situazione familiare disastrosa e poche, anzi, pochissime opportunità di svago.
In tutte queste 3 pellicole sembra essere sempre circondato da un'atmosfera dark: non sorride quasi mai, non interagisce col prossimo se non costretto (e comunque raramente di sua iniziativa). Insomma, pare proprio destinato a non conoscere il significato di calore umano né tantomeno di felicità. Soltanto verso la fine di My Way Home, ormai cresciuto, trova un barlume di speranza grazie a un amico che gli apre gli occhi e che lo comprende senza mai giudicarlo, bensì spronandolo a tirare fuori la sua personalità. La trilogia si conclude senza un vero e proprio epilogo... non si sa quale sia il futuro di Jaime ma almeno si ha la sensazione che il cielo si stia schiarendo. Personalmente ho adorato soprattutto il 1° capitolo, My Childhood, pellicola puramente neorealista e, forse, meno introspettiva rispetto alle due successive (in cui Douglas ha sperimentato parecchio dando un tocco noir decisamente più marcato, più sviluppato). Un must-see per ogni buon cinefilo.


Immagine inseritaImmagine inserita




Rispondi

 foto Iloveasia 10 Aug 2017

Dopo le famose (per gli addetti) trilogie di Apu (di Ray), di Gorkij (di Donskoj), di Terence Davies, mi mancava, a quest'ultima vicina, la Trilogia di Bill Douglas. Penso che nessuno - nemmeno Ken Loach - abbia mai mostrato in termini così radicali non solo la povertà economica della Gran Bretagna del pre e dopoguerra (qui della Scozia, più precisamente), ma anche l'estrema povertà affettiva, fino alla violenza, alla crudeltà e alla spietatezza più pure. Non un sorriso attraversa mai il volto del protagonista, da bambino a ragazzo: solo l'incontro fortuito durante il servizio di leva in Egitto con una figura un po' più adulta e consapevole (ruolo affettivo che durante l'infanzia svolgeva un prigioniero di guerra tedesco) apre uno spiraglio e regala nel finale la splendida immagine degli alberi in fiore. Promessa di un futuro un po' più accettabile, dopo il lunghissimo e cupo inverno dell'anima.
Da non "fan" del neorealismo, ho preferito al primo episodio gli altri due, soprattutto l'ultimo: appunto perchè più fortemente introspettivi. Per fortuna, per questa splendida chicca misconosciuta in Italia, esistono i sub italiani. Sarebbe auspicabile che qualche buon'anima traducesse anche COMRADES (che mi accingo a vedere con sub. francesi), dal Mereghetti considerato un capolavoro da 4 stellette. Da noi uscito in VHS secoli fa, ormai introvabile.
Rispondi

 foto JulesJT 12 Aug 2017

Visualizza MessaggioIloveasia, il 10 August 2017 - 12:54 PM, ha scritto:

COMRADES (che mi accingo a vedere con sub. francesi)

No, si trovano agevolmente i sub inglesi compatibili con la versione Blu-ray. Look here.
Rispondi