End Call
Giappone, 2008. Di Kiyoshi Yamamoto. Con Yuria Haga, Taro Suwa, Eri Takada, Asami Usuda, Rina Matsuki, Tasuku Nagaoka, Hitomi Miwa, Tomomi Yuji. Genere: Horror. Durata: 98'
Tra gli adolescenti giapponesi gira voce che, chiamando un tal numero americano a mezzanotte in punto, si possa esaudire ogni desiderio. La posta in gioco è il costo della chiamata: il tempo della chiamata verrà sottratto alla vita della persona che ha espresso il desiderio. E nonostante il pegno, come può un'adolescente distrutta, senza autostima, senza ragazzo e senza buoni voti a scuola continuare a vivere? E' l'inizio di un incubo: incidenti strani e morti violenti iniziano a scioccare il Giappone. Tutto sembra ruotare attorno a quel misterioso numero di telefono, ma anche ad un sito internet di snuff movies. Due adolescenti indagano, addentrandosi in un mistero sconcertante e terrorizzante...
Apparte che con la storica saga "The Call" non c'entra una mazza e che sia stato chiamato "The Call 4" dalla distribuzione italiana (uscito per altro in sordina, me ne sono accorto praticamente solo ora, dopo circa due anni che lo stavo cercando) solo ai fini di marketing, "End Call" è veramente un horror eccellente, in grado di raccontare una storia tanto cara all'horror nipponico (l'unione di tecnologia e terrore, con l'annessione di desideri pericolosi e pulsioni suicide) in modo fresco e geniale, tralasciando per tutto i fantasmi.
"End Call" è un horror diretto dal grandissimo Kiyoshi Yamamoto, già responsabile del bellissimo "Mizuchi", un altro horror che eliminava ogni clichè e riusciva ad intrigare con classe, e riesce a scavalcare i limiti di budget realizzando un'opera polivalente diretta alla perfezione e recitata in modo discreto da attori adolescenti per lo più debuttanti.
In "End Call" c'è la tensione. Lo spavento improvviso è completamente eliminato, preferendo addentrarsi in terrorizzanti momenti macabri (magnifico l'incubo in cui una delle protagoniste femminili immagina di cercare un anello in un frullatore, straordinario il macabro pre-finale, che lascia non pochi brividi sulla schiena) e in indagini intriganti che portano ad incollare alla poltrona lo spettatore.
Non c'è alcun brivido facile in "End Call", qui il terrore è fortemente psicologico e viene descritto attraverso le tensioni tra i vari personaggi, disposti a distruggersi tra loro per una vita troppo vacua per essere vissuta.
Un film profetico, realizzato benissimo anche dal punto di vista registico (ottima la scelta di passare dal colore al bianco e nero, eccellente l'uso delle inquadrature sbilenche per sottolineare i momenti di massima tensione psicologica tra due o più personaggi), che ha una nota amara solo sul deludente finale, dove il (francamente prevedibile) colpo di scena finale viene troppo spiegato.
Ottimo, comunque.
Lo consiglio, e sono felice che sia stato distribuito anche da noi, seppure con fini di marketing.
Messaggio modificato da creep il 11 August 2010 - 08:57 PM