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[RECE][SUB] Violent Virgin

 foto Shimamura 11 Nov 2010

Violent Virgin
(Vergine violenta)

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Titolo originale:
Shojo geba-geba (
処女ゲバゲバ )
Nazione: Giappone
Anno: 1969
Genere: Drammatico/Pinku eiga
Durata: 67'
Regia:
Wakamatsu Koji (
若松 孝二 )
Traduzione: Shimamura81
Revisione: battleroyale

"Siamo forse angeli caduti che si sono rifiutati di
credere che nulla è nulla e perciò, per averne la
prova, siamo nati per perdere uno dopo l'altro i
nostri cari e gli amici preferiti e infine la nostra
stessa vita?
"

Jack Kerouac
"
The Dharma Bums"1

" L'individuo equilibrato è un pazzo."
Charles Bukowsky

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Wakamatsu Koji ( 若松 孝二 ).

Wakamatsu Koji nasce a Wakuya, prefettura di Miyagi, in Giappone il 1 ° aprile 1936. Lavora come operaio edile prima di iniziare la sua carriera cinematografica con la Nikkatsu (日活株式会社, Nikkatsu kabushiki kaisha ) nel 1963.
Tra il 1963 e il 1965 dirige 20 film a basso costo per lo studio, ispirati per lo più a notizie scandalistiche. Si tratta di opere di scarso valore, ma che, in quanto opere di puro intrattenimento, avevano un discreto successo di pubblico.
Wakamatsu si interessa ai pinku eiga (ピンク映画 )2 grazie al successo di Daydream [Hakujitsumu (白日夢)]3, di Takechi Tetsuji (武智 鉄二) del 1964. Uno dei suoi primi lavori del genere venne presentato dalla Nikkatsu già l'anno seguente al successo del film di Takechi, nel 1965 al 15 ° Festival di Berlino. Si trattava di Kabe no Naka no Himegoto (壁 の 中 の 秘事, "I segreti dietro il muro" ovvero "Lo scheletro nell'armadio).
Fu il primo dei tanti scandali legati al nome di Wakamatsu. Infatti la presentazione del film a Berlino avvenne senza che prima il film passasse il vaglio della commissione di censura nipponica: l'Eirin [Eiga Rinri Kanri Iinkai (
映画倫理管理委員会)], diventando notevole motivo di imbarazzo per il governo giapponese, sia perché il mancato passaggio sotto il controllo della commissione significava un'inefficienza strutturale dello stesso Eirin, sia perché per il governo giapponese i pinku, nonostante stessero già emergendo come uno dei generi cinematografici più diffusi in patria, non erano degni di attenzione critica o di esportazione internazionale.
Il film ricevette un'accoglienza entusiastica al festival, ma la Nikkatsu, temendo una ritorsione da parte del governo, preferì non distribuire il film nelle sale, limitandone il mercato ad un'edizione da Home-Video, peraltro mal distribuita.


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Deluso, Wakamatsu lascia lo studio e fonda una propria casa di produzione cinematografica.
Nonostante fossero quasi tutti prodotti low-budget, i lavori indipendenti di Wakamatsu non solo si presentano molto curati da un punto di vista artistico, ma anche da un punto di vista contenutistico, essendo non semplici filmetti erotici, bensì film che attraverso sesso e violenza lanciano un messaggio politico molto forte. Secondo alcuni la ricerca dello scandalo da parte di Wakamatsu era anche intenzionale, al fine di portare maggiore attenzione ai propri lavori. Secondo altri in realtà la componente politica è inscindibile dall'estetica di Wakamatsu, e ciò non solo perché i pinku stessi sono una forma di protesta sociale, ma anche perché gli anni sessanta in Giappone, come nel resto del mondo, rappresentano un periodo di lotta e contestazione. D'altronde la collaborazione come sceneggiatore di Adachi Masao (
立正生) a quasi tutta l'opera di Wakamatsu parla da sola4.
Il suo primo film auto-prodotto è stato Taiji ga Mitsuryō Suru Toki (
胎児 が 密猟 するる 時, The Embryo Hunts In Secret), nel 1966, storia di un uomo che rapisce, tortura e abusa sessualmente di una donna fino a quando lei finalmente riesce a liberarsi e lo colpisce alla morte. Freeze-frames, flash-back, camera in spalla, l'uso elegante del bianco e nero e lo scenario limitato a soli due ambienti, due stanze e un corridoio danno al film un'atmosfera inquietante e claustrofobica.

Spesso è la cronaca ad ispirare Wakamatsu, come in Okasareta Hakui (犯ささ れたた 白衣, Violated Angels), del 1967, che si basava infatti su l'omicidio di otto allieve infermiere, avvenuto negli Stati Uniti ad opera di Richard Speck5. Nihon Boko Ankokushi (日本 暴行 暗 黒 史, Dark Story of a Japanese Rapist, conosciuto anche come Serial Rapist) del 1969, è basato sul caso di uno stupratore seriale, avvenuto in Giappone dopo la seconda guerra mondiale.


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Il 1969 è comunque un anno campale nella cinematografia di Wakamatsu. È l'anno del capolavoro Yuke Yuke nidome no shojo (ゆけけ ゆけけ 二 度目 の 処女, Go, Go Second Time Virgin)6. Nello stesso anno gira anche il bellissimo Violent Girl.
Uno dei suoi film più apprezzati dalla critica è del 1977: Seibo Kannon Daibosatsu (圣母 観 音 大 菩萨, Sacred Mother Kannon) dove il regista abbonda di simbolismi e metafore.
Wakamatsu continua a sorprendere ancora oggi.

Rengo Sekigun (连 合 赤 军, United Red Army), capolavoro del 2008, è ispirato all'Incidente Asama-Sanso7. Più lungo e complesso della maggior parte dei film del regista, United Red Army include una lunga parte di stampo documentaristico sui retroscena politici che hanno portato a questa tragedia e all'autodistruzione della sinistra radicale giapponese.
Nel corso degli anni poi il regista lavora anche come produttore favorendo l'ascesa di giovani autori come Takahashi Banmei (高橋伴明)8 e Kan Mukai (向井寛)9. Resterà ai posteri, ad ogni modo, soprattutto la sua partecipazione alla produzione nel 1976 dell'immenso Ai no Korida (愛のコリーダ) di Oshima Nagisa (大島 渚).
Che la classe non è acqua e che di classe e genio Wakamatsu ne abbia ancora da vendere lo dimostra il suo ultimo film, del 2010, Caterpillar (毛虫, "Bruco"), in competizione per l'Orso d'Oro al 60 ° Festival di Berlino. La storia, ispirata ad un racconto dello scrittore Edogawa Ranpo [江戸川 乱歩, al secolo Hirai Tarō (平井 太郎). Il suo pseudonimo è nient'altro che la pronuncia nipponica contratta del nome dell'immenso scrittore Edgar Allan Poe10] , racconta di una donna, moglie di un soldato, costretta a fare i conti con la deformità del marito che, reduce dalla guerra, ha avuto i quattro arti amputati (il che lo rende appunto, simile ad un "bruco"). Il film, un successo di critica, ha fruttato alla sua protagonista, la magnifica Terajima Shinobu (寺島しのぶ), il premio come miglior attrice al Festival di Berlino.

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Shojo geba-geba ( 処女ゲバゲバ ).

Shojo geba-geba, noto come Violent Virgin ("Vergine violenta")11, è uno dei migliori tra i lavori di Wakamatsu Koji.
Girato nel 1969, interamente in un campo desolato, il film si apre con due auto che stanno percorrendo una strada polverosa. Si tratta di tre uomini e tre donne, tutti membri di una gang. Assieme a loro due giovani. Lei, Hanako, bellissima, era l'amante del Capo banda, ma poi si era innamorata di una delle ultime ruote del carro della gang, Hoshi si chiama lui, e avevano così deciso di scappare insieme. Naturalmente vengono scoperti, ed ora si ritrovano legati e bendati sul sedile posteriore di un'auto...
Non c'è bisogno di avere chissà che immaginazione per capire quale sarà la loro punizione. Un affronto del genere ad un Capo Yakuza non può che essere punito con la morte, ma prima, perché non divertirsi un po', magari umiliando le vittime? È questo quello che pensa la gang e così è fatto. Lui, preso in giro, denudato, viene chiamato da tutti "Capo" e gli viene concesso di fare sesso con le altre ragazze della banda, lei, le vesti in brandelli, viene invece legata ad una croce...


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Ma le cose non vanno come la gang aveva sperato. Hoshi riesce a scappare...
Da qui il film cambia registro, puntando su aspetti più onirici e surreali.

L'uso del bianco e nero, intervallato nello struggente finale dal colore, la telecamera a braccio, l'eccellente recitazione dei protagonisti, la magnifica e poetica sceneggiatura di Adachi Masao, che nel film usa lo pseudonimo di Deguchi Izuru, e di Yamatoya Atsushi, danno al film un alone di fascino misterioso.

L'uso della violenza e del sesso non è mai forzato né mai eccessivo. La regia è elegante. Indubbiamente Violent Virgin potrebbe sembrare per certi aspetti anche inquietante, ma sarebbe affrettato liquidarlo in questo modo.
Come in tutta l'opera di Wakamatsu il messaggio è ben più profondo: i rimandi politici alla situazione contemporanea del Giappone nel secondo dopoguerra, durante gli anni della contestazione e del terrorismo di estrema destra e sinistra; la critica ad un sistema sociale che aveva oramai abiurato i vecchi e secolari ideali su cui si era eretto per oltre 300 anni in favore di un modernismo d'importazione non sempre compatibile con esso; l'accusa al torbido moralismo di cui la società nipponica si fa baluardo solo alla luce del sole, crogiolandosi invece nel vizio laddove impera l'oscurità... Tutto questo non è altro che il segno di un imbarbarimento della condizione umana stessa. L'uomo oramai sta perdendo la propria identità/dignità di essere umano e sta, al contrario, riscoprendo la sua natura animale (la coda di Hoshi ne è il simbolo/metafora).


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Il J'accuse di Wakamatsu è forte come non mai in Shojo geba-geba, portando così il regista a realizzare uno dei suoi film più estremi e scandalosi (si pensi al disfacimento dei simboli ed al loro sbeffeggio tramite la "blasfema" crocifissione di Hanako, puttana santificata!).
Violent Virgin
è un film che ancora oggi mantiene una certa attualità, che si inserisce di diritto nell'ambito della New Wave nipponica e che dimostra ancora, casomai ce ne fosse stato davvero il bisogno, la grandiosa e crudele poesia di Wakamatsu.



Desidero porgere i miei più sentiti ringraziamenti al mio amico e fedele revisore battleroyle.
Grazie davvero per la tua pazienza.


Un grazie è d'obbligo anche per il mio amico alato.
Grazie per la tua non comune pazienza Cigno!


Spero vi piaccia.

See ya' soon! :em73:


Note.

1 Jack Kerouac, The Dharma Bums (I vagabondi del Dharma), 1958. Edizione italiana a cura di Mondadori.

2 Per una disamina dei pinku eiga rinvio alla [RECE][SUB] del film Daydream, sempre ad opera del sottoscritto, qui su AsianWorld.

3 Vedi nota precedente.

4 Adachi Masao fu infatti membro del Nihon Sekigun (
日本赤軍, "Armata rossa del Giappone"), gruppo militante di estrema sinistra, noto per i suoi numerosi attentati di stampo terroristico/rivoluzionario. L'organizzazione ha terminato la sua esistenza solo recentemente, nel 2001, ma in realtà ha smesso di essere attiva in patria già dal 1972, cioè un anno dopo la sua fondazione, nel 1971. La fine del gruppo fu segnata dall'Incidente di Asama-Sanso. Avvenne nello specifico che, in seguito ad alcuni attacchi violenti compiuti dal movimento ai danni delle forze dell'ordine, queste ultime decisero di stringere la cinghia intorno alle organizzazioni di estrema sinistra, effettuando numerosissimi arresti e costringendo i militanti a rifugiarsi nella prefettura di Gunma. Qui, alcuni dei membri decisero di iniziare ad "epurare" le proprie file, uccidendo ben otto tra i propri componenti. Altri sei vennero invece legati a degli alberi, in alta montagna, e lasciati lì a morire di freddo. Successivamente le forze dell'ordine riuscirono ad arrestare alcuni dei responsabili, ma cinque tra di essi scapparono e si nascosero in un rifugio in alta montagna, sul Monte Asama: l'Asama-Sanso. Dopo un lungo assedio durato giorni, costato la vita a due poliziotti, i terroristi vennero catturati. I membri superstiti dell'organizzazione non ebbero altra scelta se non di scappare all'estero, in Libano dove si aggregarono al "Fronte Nazionale di Liberazione della Palestina". Tra di essi, lo stesso Adachi, che dopo averne passate di cotte e di crude, fece ritorno in Giappone solo dopo trent'anni! Oggi tutti i membri dell'"Armata rossa del Giappone" sono stati arrestati. Wakamatsu Koji dedicherà, come vedremo, un film all'accaduto: United Red Army.

5 Richard Franklin Speck nasce il 6 dicembre 1941, a Kirkwood, Illinois, da Benjamin e Mary Speck, in una famiglia religiosa e decisamente numerosa, dieci in tutto: padre, madre, tre fratelli e cinque sorelle. A 12 anni Speck è uno studente mediocre, che spesso si presenta ai banchi di scuola completamente ubriaco, giustificando i suoi comportamenti con presunti terribili mal di testa che, perseguitandolo successivamente ad un incidente di gioco con i compagni, lo costringono a cercare una cura alternativa alla medicina tradizionale che, per tutta la sua vita, sarà l'alcol. Nel frattempo ed in pochi anni, l'inquieto Richard colleziona parecchi fermi dalla polizia, ben 37, "specializzandosi" in ebbrezza in luoghi pubblici, molestie varie e piccoli furti. Dick, una volta in carcere, ricorderà durante un'intervista un particolare inquietante dei suoi 19 anni, che ricorrerà nel suo futuro: un giorno, guardandosi l'avambraccio sinistro, decide di colmare un vuoto che lo ha assalito improvvisamente, marchiandosi sulla pelle un messaggio che il suo tatuatore ha pensato per lui. Non ha un particolare significato per Dick, al momento. "Born To Raise Hell" dice il tatoo, "Nato per scatenare l'inferno". È il 14 luglio del 1966, quando senza un soldo ed una casa in cui stare, Dick si ritrova a Chicago, davanti al dormitorio delle studentesse di infermeria del South Chicago Community Hospital. Vi dormono nove giovani donne, la maggior parte di loro di origine filippina o ispanica. Dick entra, inizialmente solo intenzionato a rapinarle. Le lega con brandelli di lenzuola. Poi comincia ad annoiarsi. Allora le prende ad una o due alla volta e si chiude con loro in una stanza, dove le tortura, le sevizia e poi le uccide. Per alcune di loro le sevizie continuano anche dopo la morte... Le ragazze cercano di nascondersi, ma lo spazio è poco e Dick le ritrova subito. Ma poi perde il conto. Le ha uccise tutte, e allora se na va. Ma si sbaglia. Dick ha ucciso otto donne. Manca la nona, che è riuscita a nascondersi e che ricorda alcuni particolari molto bene. Tra tutti un tatuaggio sul braccio. Se aggiungiamo a questo il fatto che Richard è un pluri-pregiudicato e che non si è preoccupato minimamente di nascondere tracce del suo passaggio al dormitorio, a cominciare dalle sue impronte, allora non stupisce che la polizia sia giunta a lui in quattro e quattrotto! Il processo porta alla sua condanna a morte, ma un ricorso alla Suprema Corte dell'Illinois tramuta la condanna a morte in 1200 anni di reclusione (sic!). Muore di infarto, il 5 dicembre del 1991.
Ma Dick non è ancora pronto per sparire dalle scene. Nel 1996 spunta un video che lo ritrae, in compagnia di altri carcerati. Nel '96, un giornalista della televisione di Chicago, Bill Curtis, riceve da un anonimo avvocato un videotape, registrato nell'88 alla Prigione di Stateville. Il filmato viene trasmesso nel programma Investigative Reports, sulla A&E NEtworks, a sostegno della pena di morte. Nelle immagini Dick è quasi irriconoscibile, caschetto biondo e tratti femminili, chiaramente alterati da qualche cura ormonale, tanto che il tratto da duro degli anni passati è sparito, lasciando posto ad un uomo col seno e vestito da donna, che dice di amare il sesso, in maniera attiva e passiva, e che lo pratica volentieri. Nel video, Dick e l'amico, c'è un compagno di cella di colore con lui, sniffano quella che sembra cocaina, e ridono e scherzano. Quando un prigioniero dietro la telecamera gli chiede perché ha ucciso quelle donne, sorridendo risponde "Non era la loro serata", e continua dicendo "Non ho provato niente. Se mi stai chiedendo se mi è dispiaciuto, allora no".

6 Ispirato latamente all'omicidio Tate-LaBianca, ad opera della famigerata setta guidata da Charles Manson.

7 Vedi nota 4.

8 Regista del bel Tattoo Ari (TATOO
<刺青>あり), film del 1982.

9 Regista di pinku eiga e anch'egli in seguito produttore di successo. Tra gli autori scoperti da quest'ultimo spicca Takita Yojiro (
滝田 洋二郎), poi vincitore dell'Academy Award nel 2009 con Okuribito (おくりびと), film del 2008.

10 Imomushi
(芋虫 ), del 1929.

11 "Geba" altro non è che la contrazione del tedesco "Gewalt", "violento", appunto. Infatti molte fonti riportano come titolo originale del film: "Gewalt! Gewalt! Shojo geba-geba", dove shojo, che sta anche per ragazza, traduce in realtà perfettamente il senso di vergine.


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Messaggio modificato da Shimamura81 il 11 November 2010 - 06:16 PM
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 foto Cignoman 11 Nov 2010

Ottimo lavoro ! ! ! Grazie Shima per l'ennesimo capolavoro, tradotto per la nostra gioia, approfondito ottimamente nel tuo commento!
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 foto bowman 11 Nov 2010

Lunga vita a Wakamatsu! :em73: Grazie a Shima per i subs!
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 foto Picchi 11 Nov 2010

Grazie Shimamura. Non era il film che vidi anni fa quindi sono ancora piu' curiosa. Poi, dopo la tua ottima recensione non posso non prendermelo! :em73:
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 foto battleroyale 11 Nov 2010

Quanto coraggio ci vuole a filmare nel 1969 un film che sarebbe scandalo anche se filmato nel 2010? Tanto. E Koji Wakamatsu, oltre al coraggio, ha anche talento, molto talento e dirige nel 1969 "Violent Virgin", il suo film più cattivo, crudele, violento, spietato, disperato e, ovviamente, si tratta di un film magnifico.

Il tutto è rappresentato nella più desolata (e desolante) campagna, dove uno spunto poco originale, ma intrigante (la vendetta di un boss yakuza nei confronti di un suo compagno che gli ruba la donna) viene trasformato in un opprimente e sconvolgente campo di battaglia. Corpi, sono solo corpi, corpi animaleschi (la coda, lo scambio dei sessi) o martirizzati (la crocifissione della donna).

Uomini-animali, donne crocifisse: è l'inferno di Wakamatsu, un inferno turbolento e visionario, dove (per fortuna), alla fine è l'amore a vincere in un finale di una bellezza devastante, che raggiunge i picchi di un intero cinema. Non è un amore strappalacrime hollywoodiano: si tratta di un romanticismo malsano ,che giunge come il colpo finale, un violentissimo calcio nello stomaco che lascia atterriti.

Diretto e recitato benissimo (con l'abituale stacco da bianco e nero al colore nelle scene più disturbanti), "Violent Virgin" dimostra il coraggio e la vitalità del cinema di Wakamatsu, che visto anche oggi conserva quella straordinaria potenza del passato, la potenza della rivoluzione studentesca del '68, tematica molto cara al controverso regista giapponese.

"Violent Virgin" (probabilmente la sua opera più onirica ed estrema) rientra certamente tra i suoi capolavori e si ricorda come un imprescindibile pilastro del cinema giapponese. Da non perdere!
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 foto battleroyale 11 Nov 2010

Visualizza MessaggioShimamura81, il 11 November 2010 - 11:47 AM, ha scritto:

Desidero porgere i miei più sentiti ringraziamenti al mio amico e fedele revisore battleroyle.

Grazie a te Shima yeeee :em41: :em41:
Per aver traduto quella che ritengo (con Go, Go e Angeli Violati) la summa di un regista in grado di dare un senso ad un genere bistrattato come il pinku, effettivamente pieno di porcherie inguardabili, come di bellissime gemme.
Se lo vedranno sicuramente in quattro gatti, ma poco in porta.

Pochi, ma buoni (e fortunati). :em73: :em73:
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 foto Tsui Hark 11 Nov 2010

Visualizza Messaggiobattleroyale, il 11 November 2010 - 02:58 PM, ha scritto:

Se lo vedranno sicuramente in quattro gatti.

Io sarò uno di quei quattro gatti :em41:

Grazie ad entrambi
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 foto battleroyale 11 Nov 2010

Visualizza MessaggioT.Hark, il 11 November 2010 - 03:06 PM, ha scritto:

Io sarò uno di quei quattro gatti :em16:

Grazie ad entrambi

BRravo T.Hark! :em41: :em41: :em73:
Ti meriti un sorriso e un abbraccio virtuale :em73: :em41:
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 foto fabiojappo 11 Nov 2010

Tra i quattro gatti ci sarò anche io !!!


Grazie :em41:
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