Omocha
Titolo originale:Omocha
Titolo internazionale:The geisha house
Paese:Giappone
Genere:drammatico
Anno:1999
Durata:113 min
Regia:Kinji Fukasaku
Sceneggiatura originale:Kaneto Shindo
Musiche:Masamichi Amano
Cast: Maki Miyamoto (Tokiko) Junko Fuji (Satoe) Kaho Minami (Terucho) Mai Kitajima (Somemaru) Masahiko Tsugawa (Yoshikawa) Yumiko Nogawa (Michiko) Mariko Okada (Hanaman's owner) Takeshi Katô (Kitayama) Noboru Mitani (Mikami) Naomasa Rokudaira (Kayama) Takashi Sasano (Kosaka)
Trama
Kyoto, 1958. Dopo due anni di lotte la legge del 1956, volta a rendere illegale la prostituzione, entra finalmente in vigore. Le geisha non sono coinvolte nel provvedimento (sono artiste, non prostitute), ma la legge ha inevitabilmente ripercussioni anche sul loro mondo: il loro modo di vivere particolare e 'anacronistico' viene capito sempre meno da una società che sta rapidamente mutando. Nel frattempo la loro vita va avanti, apparentemente immutata. La giovane Tokiko lavora come apprendista nell'okiya (casa di geisha) Fujinoya, preparandosi al debutto come maiko, consapevole che dal suo successo come geisha dipenderà anche il benessere della propria famiglia. Satoe è la padrona dell'okiya, legata sentimentalmente ad un uomo che si dimostra ansioso di liberarsi di lei e dell'onere che mantenerla comporta. E' decisa a far debuttare Tokiko, nonostante le difficoltà. Michiko è una cara amica di Satoe, proprietaria di una sala da tè, è legata ad un uomo fallito, che le ha dato un figlio e che la sfrutta. Pur di guadagnare il denaro che le occorre trasforma il primo piano del suo locale in un prostibolo. Somemaru, Kimiryo e Terucho sono le tre giovani geisha dell'okiya, meno esperte di Satoe sono molto legate a Tokiko, che chiamano affettuosamente 'Chibi'.
Omocha, uscito in giappone nel 1999, è l'ultimo film girato da Kinji Fukasaku prima del dittico di 'battle royale'.
Il film è ambientato nel mondo delle geisha, chiuso e misterioso per gli occidentali, ma anche per gran parte dei giapponesi.
'Omocha' è il nome da maiko di Tokiko, significa 'giocattolo'.
Ma sono davvero 'giocattoli' le geisha? Sono bamboline fragili e delicate, come fingono di essere?
Le geisha sono osservate con sguardo smaliziato, senza idealizzazione, ma anche senza crudeltà.
La mentalità 'utilitaristica' delle geisha, la 'mercificazione' dei sentimenti, vengono mostrati con crudezza, ma il film ci fornisce anche le chiavi per capire tale mentalità.
Le geisha non potevano sposarsi e quindi non potevano permettersi di innamorarsi, di essere sentimentali, dovevano pensare innanzitutto a se stesse e alla propria sopravvivenza. La loro vita era certo 'facile', paragonata alla vita misera dei poveri, ma si trattava di un'esistenza precaria e senza sicurezze.
Il mondo opulento che frequentavano non apparteneva loro: era il mondo dei loro ricchi e influenti clienti, che non capivano affatto queste donne, anche se amavano averle intorno.
E' bene sottolineare che anche per quanto riguarda le figure maschili il film non cade mai nello stereotipo, c'è varietà di caratteri e molta ironia.
Un aspetto fondamentale della vicenda è il legame stretto esistente tra queste donne, l'amicizia, la rivalità, il reciproco sostegno: sono una sorta di 'sorellanza' , una famiglia particolare dove la solidarietà è fondamentale.
Alcune tra le scene più belle riguardano le dinamiche interne a questo microcosmo femminile, i litigi, i divertimenti, le piccole scene di quotidianità.
Cinico e delicato, malinconico , ma anche estremamente ironico è un film a tratti molto divertente, ma soprattutto è un film intelligente, che partendo da una storia topica e, tutto sommato, piuttosto lineare, riesce a dar vita a dei personaggi molto simpatici, e ricchi di vita.
Fondamentale è la splendida recitazione degli attori, (Sumiko Fuji e Yumiko Nogawa in particolare sono stupende).
Dal punto di vista tecnico si tratta di un film giocato su immagini ricercate ed eleganti, con scenografie molto curate e ricche di particolari, tra scorci del fiume kamo, splendidi giardini, ricchi palazzi e scorci della Kyoto del tempo.
Legge del 1956: varata dal parlamento entrò in vigore solo due anni dopo, a causa di aspre resistenze.
Rese illegale la prostituzione e comportò la chiusura dei 'quartieri del piacere' (tra questi il celebre Yoshiwara) fino a quel momento autorizzati dal governo.
Mizoguchi realizzò nel 1956 il film' Akasen Chitai '(la strada della vergogna) che mostrò al pubblico la triste vita delle prostitute dello Yoshiwara e scosse le coscienze, dando appoggio ai movimenti di protesta che chiedevano a gran voce l'applicazione della legge.
Per quanto riguarda le geisha portò alla proibizione del mizuage (la deflorazione coatta delle maiko) e all'abolizione del sistema dei debiti, con i quali la proprietaria di un okiya (okasan letteralmente 'madre') teneva legate a se le geisha: questo permise a molte di loro di poter vivere senza doversi appoggiare ad un 'protettore' che le finanziasse.
Ringrazio Polpa per la revisione dei sub.
Buona visione
Messaggio modificato da fabiojappo il 08 June 2014 - 06:24 PM