[RECE][SUB] L'Amant
lexes 09 Aug 2006
L'Amant
Titolo originale: Raman
Anno: 2004
Regia: Hiroki Ryuichi
Nazione: Giappone
Genere: Drammatico
Durata: 92'
Cast:
Ando Nozomi, Murakami Jun
Osugi Ren, Taguchi Tomorowo
Messaggio modificato da Kiny0 il 17 October 2012 - 03:11 PM
lexes 09 Aug 2006
Non consiglio particolarmente questo film.
L'ho tradotto perché è di Hiroki, perché mi sono innamorato della figura di lei e della vicenda portante che la vede protagonista e perché ha due scene che mi hanno commosso. Ecco, detto con banale semplicità.
La sceneggiatura è risibile. Si capisce bene quale fosse l'intento del regista quando ha deciso di piazzarci 8 milioni di antipatiche sottotrame e altrettanti personaggi superflui ma è evidente che non ha saputo gestire la cosa deturpando quello che poteva essere un grande film, e vabbè...
Voto: 6
L'ho tradotto perché è di Hiroki, perché mi sono innamorato della figura di lei e della vicenda portante che la vede protagonista e perché ha due scene che mi hanno commosso. Ecco, detto con banale semplicità.
La sceneggiatura è risibile. Si capisce bene quale fosse l'intento del regista quando ha deciso di piazzarci 8 milioni di antipatiche sottotrame e altrettanti personaggi superflui ma è evidente che non ha saputo gestire la cosa deturpando quello che poteva essere un grande film, e vabbè...
Voto: 6
polpa 09 Aug 2006
A me però attira uguale. Sai, mi dici "sesso"...
Messaggio modificato da polpa il 09 August 2006 - 09:56 PM
Messaggio modificato da polpa il 09 August 2006 - 09:56 PM
Siwolae 09 Aug 2006
Akira 09 Aug 2006
Magari quelle "2" scene che ti hanno commosso sono proprio attinenti a quello q cui si riferisce polpa
nickmattel 09 Aug 2006
Mica tutte le ciambelle riescono col buco.
Hiroki, in questo film, racconta con la stessa cognizione del dolore dello Tsai Ming-liang de "Il fiume", il lasciarsi andare di un esistenza alla vista stessa.
Tatuando su un corpo in vendita delle ali angeliche, Hiroki alimenta quella stramba (e nemmeno tanto) poetica che vede nell'abiezione e nello svilimento del proprio corpo, la cura dei prori mali, l'oblio dei propri fantasmi. Dissimulandosi tra sterili simbologie, ahimè spesso consuete nella nuova cinematografia giapponese, e dimostrando, in questo caso, un'inconcludenza narrativa e un'asprezza che deludono se, come me, si è partiti vedendo i suoi due ultimi capolavori.
Una pippa d'autore, imho da vedere anyway
5.5
Hiroki, in questo film, racconta con la stessa cognizione del dolore dello Tsai Ming-liang de "Il fiume", il lasciarsi andare di un esistenza alla vista stessa.
Tatuando su un corpo in vendita delle ali angeliche, Hiroki alimenta quella stramba (e nemmeno tanto) poetica che vede nell'abiezione e nello svilimento del proprio corpo, la cura dei prori mali, l'oblio dei propri fantasmi. Dissimulandosi tra sterili simbologie, ahimè spesso consuete nella nuova cinematografia giapponese, e dimostrando, in questo caso, un'inconcludenza narrativa e un'asprezza che deludono se, come me, si è partiti vedendo i suoi due ultimi capolavori.
Una pippa d'autore, imho da vedere anyway
5.5
lexes 10 Aug 2006
Dal commento forse non si evince ma a me in un certo senso è piaciuto moltissimo quindi sì, alcune cose di questo film mi fanno impazzire Ma nel complesso non può andare oltre il 6 imho.