battleroyale, il Jul 22 2009, 10:06 AM, ha scritto:
Kurosawa che dirige un horror genuino, costruito magnificamente e solo all'apparenza cervellotico, confuso. Servono più visioni per godere di questo fascinoso incubo Kiyoshiano, dove tornano i fantasmi, i revenant e la morte.
Ancora una volta, il geniale regista nipponico riesce a creare con il semplice ausilio del fotogramma e della sua regia un film inquietante, angosciante, bellissimo.
Ancora, una volta, senza l'ausilio di colonne sonore assordanti e improvvise, senza il bisogno di spargimenti di sangue, Kurosawa riesce a mettere in piedi sequenze che afferrano la gola, come delle fauci. Sono immagini inquietanti e poetiche allo stesso tempo.
L'orrore di "Loft" è un orrore che viene dalle colpe, dai sogni, dalle proprie insicurezze... le insicurezze di una anti-eroina completamente apatica rispetto al mondo in cui vive, stressata (le sigarette accese e spente in continuazione) e fuori dal contesto sociale-urbano.
E' una ragazza che fugge, ma che al contempo si lascia trasportaredalla curiosità e finisce per innamorarsi.
Kurosawa, in questo film, riesce a costruire un'intrigante analisi psicologica dei suoi personaggi, che si muovono tra luoghi di rarefatta bellezza, ma anche di orrore. Il film riesce a costruire sapientemente la paura attraverso lo sguardo, spingendo il nostro occhio passivo a diventare attivo e analizzare ogni inquadratura, scoprendo che c'è sempre un'insidia nei film di Kurosawa, nascosta, pronta per prendere il sopravvento e scatenare il terrore puro.[/color]
Ecco, sì. Allora, innanzi tutto, le edizioni: la prima dovrebbe essere più rapida, ma la seconda ha qualità di poco superiore. Riguardo a
Rofuto: non è riuscito del tutto, ma non lo inserirei tra i Kurosawa da tralasciare. Il film ha un difetto principale: la prolissità. Insolito per K. che alle durate ci fa sempre attenzione; a parità di durate, basta vedere com'è genialmente sfruttato ogni minuto del suo ultimo, ad esempio. Un altro problema sono forse i troppi temi che l'autore ha voluto trattare, mi diede un'idea di "confusione" alla fine. Comunque,
Rofuto è coerente con l'opera tutta di K.: torna l'oramai proverbiale
cure (l'abbraccio splendido girato in sequenza leggermente velocizzata), gesto estremo dell'
essere (vivo o morto che sia) che, tramite l'affetto, cerca rifugio da un universo che tende ad annichilire. E, qui, si può fare un parallelismo col cadavere che continua ad abbracciare altri corpi in
A Time to Live and the Time to Die.
Loft è l'ennesima riproposizione del nichilismo di Kurosawa, sempre totale e post-apocalittico - per questo, spesso fantascientifico - e che, però, in genere spera in un miglioramento; ciò non accade in questo film, il più pessimista di Kurosawa (v. finale). Ripensando ai personaggi, deve esser preso in considerazione Kijima, che appare inizialmente come un bravo editore,
e che si rivela invece un malintenzionato, altra manifestazione della sfiducia kurosawiana summenzionata.
Insopportabili, e quasi crasse, le due sequenze melodrammatiche "Getto via tutto tranne te" etc. (non ricordo di preciso) che non hanno nulla di K., ma si perdona.
asturianito, il Jul 22 2009, 10:15 AM, ha scritto:
Questo regista mi provoca sonnolenza profonda, ma un sentito grazie a entrambi per i subbi!!
Su quali film hai dormito?