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[RETRO] Nobuhiko Obayashi

 foto fabiojappo 17 Jan 2021

Il cinema di Nobuhiko Obayashi

retrospettiva sul regista giapponese a cura di MarcoMx



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Il 10 aprile del 2020, all'età di 82 anni, dopo una lunga malattia, un tumore ai polmoni, che lui stesso aveva dichiarato di avere al Festival di Rotterdam dell'anno prima, ci ha lasciato Nobuhiko Ōbayashi, regista anarchico, libero da compromessi e maestro ancora troppo sconosciuto del cinema giapponese. A gennaio, nel festival olandese era stato presentato, dopo l’anteprima mondiale a Tokyo dell’autunno precedente, Labyrinth of Cinema, opera totale, assoluta, vera e propra summa della sua poetica e della sua estetica. Un caleidoscopio di generi e sottogeneri che annichiliscono lo spettatore, lo esalatano e lo fanno riflettere; un film che al di là delle memorie personali, quelle di un uomo che la guerra la vide con i propri occhi da bambino, oggi non può che apparire come un testamento, il gran finale di un artista che ha fondato tutta la sua arte sulla creatività e sulla sovrapposizione tra reale e surreale. Un regista così distante e lontano dalla prassi, così unico sotto un certo punto di vista, ma allo stesso tempo perfettamente in grado di esprimere la totale mancanza di limiti che da sempre contraddistingue una parte della cinematografia nipponica. E che lui stesso ha contribuito a forgiare e ispirare (come dimenticare Mamoru Hosoda, che ne fu allievo quando era ancora un adolescente e che omaggiò con La ragazza che saltava nel tempo, riproducendo in forma animata uno dei film forse più noti di Ōbayashi).

Nobuhiko Ōbayashi ha raccontato e vissuto le evoluzioni e involuzioni del Giappone, dalla tragica fine della Seconda Guerra Mondiale sotto il peso omicida dell’atomica, fino alla ribellione sessantottina e al “decennio perduto” che fece seguito allo scoppio della bolla speculativa nel 1991, e infine al Terzo Millennio. L'opera che si tende a considerare come l'incipit della sua carriera è Emotion, esercizio surrealista e d'avanguardia, due elementi chiave all’interno della poetica autoriale del cineasta. Anche nelle sue produzioni più apertamente mainstream o nelle pubblicità e nei videoclip. Perché Ōbayashi è stato un umanista a tutto tondo, un intellettuale che è passato dall’immagine in movimento alla musica, dalla letteratura al teatro e all'arte. Senza mai smarrire, tuttavia, la sua concezione senza compromessi di cinema. Intervistato nel 2016, ospite del Far East Film Festival di Udine (dove vennero proiettati Hausu, forse la sua opera più celebre e celebrata, The Girl Who Leapt Through Time e Exchange Students) affermò: «Io non credo che si debbano fare distinzioni tra prodotti cinematografici. Che siano documentari, che siano pubblicità, che siano promozioni, tutto deve essere considerato cinema. Non bisogna basarsi sui temi, non bisogna basarsi sulla lunghezza. Ecco perché io non credo di aver avuto stili differenti ma di averne avuto semplicemente uno solo che è quello che porto avanti con la mia vita. E per me che ci siano due scatti o che ce ne siano 20.000, o che siano due ore intere di film, è la stessa cosa. L’importante è trasmettere e ritrasmettere un’azione che è stata compiuta e quindi per me tutto è film, tutto è cinematografia. Il cinema è ciò che porta alla vita ciò che è mobile, infatti cinema viene da kinesis, movimento, e di conseguenza se un oggetto al secondo scatto si è mosso, allora per me questo è cinema».

Ciò che certamente ha un ruolo centrale nella visione del regista è Onomichi, la sua città natale. Principale luogo di collegamento tra le isole di Shikoku e Honshū, a un’ottantina di chilometri da Hiroshima, della cui prefettura fa parte, Onomichi ha un ruolo non indifferente nella storia del cinema giapponese, visto che è da lì che partono i protagonisti di Viaggio a Tokyo di Yasujirō Ozu per raggiungere i figli trasferiti nella capitale. Ōbayashi, dedicò alla sua città un trittico di film (The Girl Who Leapt Through Time, Exchange Students e Lonely Hearts) noto come “Trilogia di Onomichi”, su cui tornò successivamente negli anni Novanta dando vita a una “Nuova trilogia di Onomichi” composta da Chizuko’s Younger Sister, Goodbye for Tomorrow e One Summer’s Day (che vede il debutto sul grande schermo della nostra beneamata Aoi Miyazaki). Onomichi per Ōbayashi significa tornare al centro nevralgico dell’esistenza, alla nascita, Ma significa tornare anche all’infanzia, alla giovinezza, alla maturazione umana, sociale, politica. Ai grandi miti che elenca in Labyrinth of Cinema e che cita nell'arco di tutta la sua filmografia: Ozu, Sadao Yamanaka che morì in Manciuria a neanche trent’anni, Osamu Dazai, Chuya Nakahara, Mario Bava, Frank Capra, Kurosawa (per la cui ultima opera realizzerà una sorta di documentario, Making of Dreams).

Con la sua morte, viene meno anche quel cruciale ed esteticamente rilevante periodo che fu l’Art Theatre, simbolo di un cinema giapponese che reinventava completamente l’arte attraverso la politica di uno sguardo mai riconciliato. Di quella generazione oramai sono tutti morti o si sono ritirati a vita privata (è il caso di Yoshishige Yoshida e Susumu Hani), e il solo Masao Adachi continua a lavorare dagli arresti domiciliari in cui si trova per aver sposato la lotta armata ai tempi del Nihon Sekigun, l’Armata Rossa Giapponese. La speranza di questa sorta di retrospettiva è quindi quella di (ri)scoprire il cinema di Nobuhiko Ōbayashi, di entrare nel suo multiverso fatto di idol (Harada Tomoyo, Hiroko Yakushimaru, Noriko Watanabe, Hikari Ishida), giovani attori che oggi sono diventati personaggi celebrati (la già citata Aoi Miyazaki, ma anche il giovanissimo Tadanobu Asano visto in Seishun dendekedekedeke del 1992) e atmosfere che insieme divertono, informano e fanno riflettere, per conservarne il ricordo e celebrarne la genialità.


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In passato AsianWorld ha già proposto i sottotitoli di alcuni suoi film: Hausu, Transfer Student, The Little Girl Who Conquered Time, Sada (grazie ai subber _Benares_, lazarusg, moonblood)


La retrospettiva sarà occasione per conoscere tante altre opere del maestro giapponese. Stay tuned!

Emotion

The Visitor in the Eye

Take Me Away!

School in the Crosshairs

The Deserted City

Lonelyheart

Four Sisters

His Motorbike, Her Island

-

Cute Devil

Bound for the Fields, the Mountains and the Seacoast

The Discarnates

Beijing Watermelon

Chizuko's Younger Sister

The Rocking Horsemen

Haruka, Nostalgia


Messaggio modificato da fabiojappo il 24 March 2024 - 12:17 PM
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 foto fabiojappo 17 Jan 2021

Grazie Marco per questo bellissimo progetto !

Sarà un lungo viaggio nel cinema di Obayashi, si comincia la settimana entrante con i primi titoli :em69:
Messaggio modificato da fabiojappo il 17 January 2021 - 12:32 PM
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 foto Mr. Noodles 17 Jan 2021

eccellente proposta, un grande autore ingiustamente fuori dalle orbite italiane a lungo condannato all'invisibilità. l'ultimo suo film, di cui ho anche scritto, benché abbia dei difetti, è un manifesto della sua libertà espressiva, roba che molti ragionieri del cinema di oggi dovrebbero imparare.
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 foto LL © 26 Jan 2021

Grandissimo MarcoMx e grandissimo chiunque altro abbia partecipato al progetto. I film di Obayashi sono veramente difficili da reperire, davvero grazie.
Vorrei aggiugere soltanto che "Sada", a parer mio, è tra i massimi capolavori della settima arte. Un equilibrio perfetto tra la ricchissima libertà espressiva del Maestro e i classici stilemi di genere.
Messaggio modificato da LL © il 26 January 2021 - 12:26 PM
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 foto JulesJT 01 Feb 2021

Un progetto corposo e di assoluto rilievo. Complimenti!
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 foto bipboyblue 23 Oct 2021

ancora grazie per questa bellissima retrospettiva.
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 foto fabiojappo 10 Dec 2023

Riprendiamo la retrospettiva su Nobuhiko Obayashi. Con una certa regolarità saranno pubblicati diversi sottotitoli di altri film del regista, preparati sempre da MarcoMx (che ringraziamo per la generosità e la pazienza, avendoli tradotti da tempo)
Messaggio modificato da fabiojappo il 10 December 2023 - 05:45 PM
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 foto bipboyblue 19 Dec 2023

grazie per la bella opportunità
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