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[CULTURE] La donna nella civiltà cinese


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#1 Mohammed

    Microfonista

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Inviato 02 June 2007 - 06:27 AM

Sto studiando la condizione della donna nelle società antiche per un corso di storia. Ho pensato di postare qui alcuni miei riassunti riguardanti le civiltà asiatiche, sperando di far piacere a qualcuno e che non siano troppo dei "pipponi".

La condizione della donna nella civiltà cinese è stata oggetto di grandi variazioni. In generale, possiamo affermare, che prima del periodo di Confucio, ella beneficiò di un certo rispetto. La Cina allora, era famosa per l'importanza che dava alla vita familiare.
La ragione di ciò è da ricercarsi nel fatto che la madre cinese, costituiva l'asse attorno al quale, ruotavano tutti i membri della cellula familiare. La donna era, per di più, la sorgente dell'esistenza della famiglia e rappresentava, a questo titolo, l'autorità familiare. Nella Cina antica, infatti, l'individuo portava il nome della stirpe materna (matrilinea) e non paterna (patrilinea): il sistema d'identificazione era dunque matriarcale.
Uno degli elementi che compongono il carattere cinese (ideogramma) significante "cognome" rappresenta la donna.
Gli storici attribuiscono l'origine dei guai, per la donna cinese, all'avvento del regime feudale, durante il quale, la condizione della donna si deteriorò tragicamente. Abbassata ad un rango subalterno, la donna conobbe così tutti i tormenti dell'umiliazione e del disprezzo. Lo storico Will Durant spiega in questo modo il decadimento della situazione femminile: "Probabilmente il regime feudale cinese ha declassato la donna e ridotto il suo rango politico ed economico nel paese, perchè il regime feudale stesso è fondato su di un sistema di vita rigorosamente patriarcale".
In effetti, i giovani, le loro spose con i bambini vivevano abitualmente con il primogenito della famiglia. I membri di questa, erano soggetti ugualmente ad un regime di comunità delle terre, e riconoscevano espressamente un'autorità totale al padre su tutta la famiglia e i suoi beni.
L'autorità del padre si rinforzò ulteriormente con il Confucianesimo e divenne così quasi assoluta, in ogni campo. I cinesi considerarono allora la donna come merce che era possibile acquistare o vendere. Essa era debole e umiliata in tutti i campi. Peggio ancora, la sua nascita era considerata di malaugurio. I padri imploravano nelle loro preghiere che fossero loro dati dei figli maschi e una delle peggiori umiliazioni per una madre era di non possederne, perchè essi erano più adatti al lavoro dei campi e più decisi nel combattimento. In più le figlie rappresentavano un peso per il proprio genitore giacchè, così si pensava, dopo aver speso molti soldi e pazienza per allevarle, se n'andavano nella casa del marito. L'uccisione delle femmine era praticata quando il loro numero superava quello del bisogno, in modo particolare se la famiglia si trovava in difficoltà. La figlia era sottomessa, secondo il momento a tre autorità: quella del padre, del marito e del fratello maggiore, in assenza del genitore, o anche del proprio figlio in mancanza del marito.
In perpetua dipendenza dall'uomo, la sua vita scorreva nell'obbedienza, privata di tutti i diritti economici e sociali. Considerata come un minore a vita, non poteva rendersi indipendente e l'uomo le assicurava la sua tutela permanente in ogni campo. Non riceveva nessuna istruzione, consacrandosi totalmente ai lavori domestici. Doveva tagliare i capelli all'età di quindici anni e sposarsi a venti. Il padre sceglieva per lei lo sposo servendosi della mediazione di un sensale.
Le donne vivevano nello spazio della casa a loro riservate e raramente si mescolavano agli uomini. L'attività sociale non le concerneva, fatta eccezione per qualcuna che apparteneva a quelle classi che tolleravano la promiscuità, in particolare quella delle cantanti e delle teologhe. La donna, quando si sposava, andava subito ad abitare dal marito e ne assumeva il cognome. Il suo dovere, in quel momento, consisteva nel servire i propri suoceri senza riserve, come prima era richiesto facesse per i genitori.
La donna sposata si chiamava Fôu, cioè "sottomissione", in riferimento alla totale sottomissione dovuta al suo sposo. Paradossalmente questi pensava a lei solo come alla madre dei suoi figli. Era fuori questione di onorare la sua bellezza o la sua cultura, si badava soltanto alla sua fecondità, alla sua capacità di accontentarsi e alla sua obbedienza. Il marito aveva inoltre l'abitudine di mangiare da solo, senza la moglie e senza i figli, salvo in circostanze speciali.
Nel caso lo sposo morisse, la sua vedova non aveva il diritto di risposarsi, o peggio ancora, era possibile chiederle di farsi cremare in onore del proprio marito defunto.
è nella letteratura che troviamo le descrizioni della vita sociale, dei costumi e delle tradizioni tipiche di queste civilizzazioni. Gli storici hanno dovuto farvi ricorso per conoscere la miserabile situazione della donna.
Ad esempio, gli scritti di Bân Houbân, donna dell'alta società che si espresse, in un messaggio diventato celebre, con parole di un'umiltà e sottomissione estrema, descrivendo così il vero livello sociale della donna: "Noi, le donne, occupiamo l'ultimo rango del genere umano. Siamo le più deboli creature dell'umanità ed è per questo che il nostro retaggio quotidiano è quello di compiere il lavori più vili... Valutate, con quale giustizia e verità, il codice familiare decide della nostra sorte, quando si esprime così: - Se una donna è unita in matrimonio ad un uomo che ama, dovrà dividere con lui tutta la sua vita, e se una donna è sposata con uno che non ama, dovrà ugualmente dividere tutta la sua vita con lui".
Così, quest'intellettuale dell'alta società, descrive l'umile situazione della donna, il suo livello, la sua debolezza e sottomissione al marito. Quanto alle donne appartenenti a classe sociali più basse, erano, sicuramente ancor più da compiangere.
Il poeta cinese Fouchwan descrive invece così la donna cinese:
"Che disgrazia, è il destino della donna,
Niente al mondo è meno vile d'ella.
I figli sono in piedi addossati alle porte,
Come degli dei caduti dal cielo.
I loro cuori lanciano una sfida ai quattro mari,
Ai venti, alle terre e alle migliaia di chilometri.
Ma la figlia, nessuno si rallegra della sua nascita.
La famiglia non realizza nessun guadagno con essa,
Quando cresce, si nasconde nella sua camera,
Nessuno la piange se sparisce dalla sua casa,
Repentinamente, come una nuvola che si scioglie dopo la pioggia.

Si morde le labbra,
Si curva e s'inchina e spesso manca di fierezza."

Messaggio modificato da Mohammed il 02 June 2007 - 06:32 AM

W Violent Shit!





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