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[RECE][SUB] The Housemaid

 foto creep 30 Oct 2010

THE HOUSEMAID

하녀


1960
AW






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Trama che contiene spoiler



Dong-sik (Kim Jin-kyu), che insegna musica in un opificio tessile, mostra interesse per un articolo di giornale che racconta di un omicidio occorso a Geumcheon. Il protagonista di quel fatto di cronaca diventa proprio Dong-sik, che riceve una lettera d’amore da parte di Gwak Seon-yeong, un’operaia dell’opificio, e denuncia l’accaduto alla direttrice del dormitorio della fabbrica, costringendo Seon-yeong a lasciare il suo lavoro. Nel frattempo Jo Gyeong-hui (Um Aing-ran), un’altra operaia amica di Seon-yeong, che l’ha incoraggiata a scrivere la lettera, comincia a frequentare la nuova casa di Dong-sik col pretesto di ricevere delle lezioni di piano. Quando la salute di sua moglie (Ju Jeung-nyeo) inizia a vacillare a causa dell’affaticamento dovuto al troppo lavoro alla macchina da cucire per comprare la nuova casa, Dong-sik chiede a Gyeong-hui di raccomandargli una buona domestica (Lee Eun-sim). Gyeong-hui confessa a Dong-sik di amarlo, ma questi la respinge. La domestica, vista la scena dalla finestra, seduce Dong-sik e va a letto con lui. Tre mesi dopo, la domestica scopre di essere incinta. Appena la moglie di Dong-sik lo viene a sapere, convince la domestica ad abortire. Una volta perso il bambino, la domestica diventa sempre più violenta e provoca la morte di Chang-sun (Ahn Sung-ki), il figlio della coppia, che cade ruzzolando dalle scale. E come se non bastasse, la domestica minaccia di rivelare ai dirigenti della fabbrica l’accaduto. Allo scopo di salvaguardare la sua casa e la sua famiglia, la moglie di Dong-sik manda suo marito a dormire nella stanza della domestica al piano di sopra. Dong-sik e la domestica decidono di suicidarsi insieme bevendo del veleno per topi, ma lui la lascia morire sulle scale e spira di fronte alla moglie. A questo punto, la narrazione riprende dalla scena iniziale, in cui Dong-sik sta leggendo l’articolo insieme a sua moglie, e il film si chiude con Dong-sik che punta il dito contro la cinepresa e osserva che chiunque potrebbe trovarsi in una situazione del genere.





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Il film che segnò una svolta definitiva nella carriera di Kim Ki-young e nello sviluppo della sua poetica, e spunto per tre remake, di cui due dello stesso regista, Woman of Fire (Hwanyeo, 1971) e Woman of Fire 82 (Hwanyeo 82, 1982), e un ultimo ad opera di Im Sang-soo (Hanyo, 2010).

The Housemaid espone per la prima volta lo stile peculiare, eccentrico e grottesco di Kim Ki-young, che si concretizzò con i successivi The Insect Woman (Chungnyeo, 1972), e Carnivorous Animal (Yugsigdongmul, 1984). Il film descrive la disintegrazione della famiglia borghese causata dall’intrusione di una domestica e il terrore che ne consegue. Combinando effetti sonori cacofonici con una messa in scena grottesca realizzata su una casa a due piani divisa da una scala centrale, The Housemaid riesce a destare estrema tensione nello spettatore. L’interesse cinematografico che Kim Ki-young avrebbe continuato a sviluppare nei suoi lavori successivi prende forma in questo film. Contrasto tra ambiente urbano e rurale, ossessione per la sessualità e per il desiderio di riprodursi dell’essere umano, giovani donne che sognano di avanzare di classe sociale, famiglie borghesi sconvolte dalla confusione delle classi, l’ansia degli uomini verso le donne che detengono il potere economico, questi sono gli elementi che costituiscono l’interesse primario di Kim Ki-young. Il titolo, The Housemaid, è già di per sé esemplificativo di un tema che contiene in sé una posizione di sudditanza sia di classe che di genere riguardante donne di bassa estrazione sociale che partono dalle comunità rurali per raggiungere la città e avanzare di stato sociale facendosi mettere incinta. La donna della classe operaia porta confusione nel sistema sociale e rappresenta una grave minaccia per l'uomo del ceto medio, come la rappresentano le donne che hanno indipendenza economica, che si rivelano oppressive e pericolose per la mascolinità. Inoltre Lee Eun-sim, nel ruolo dell’eponima domestica, riesce a impersonificare il desiderio sessuale delle donne attraverso una femminilità spaventosa.


- Basato su fatti reali accaduti a Geumcheon.
- The Housemaid inizialmente aveva una struttura cronologica, ma il regista Kim Ki-young non ne rimase soddisfatto e inserì la prima e l’ultima sequenza per creare confusione tra realtà e finzione. Tecnica poi adottata anche nei lavori successivi.
- Secondo quanto riferito, Kim Ki-young sviluppò un persistente interesse per le teorie psicanalitiche di Freud mentre stava girando il film.

Tratto dal Korean Film Archive





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Secondo il regista Bong John-ho, colui che insieme a Park Chan-wook, più di ogni altri ha ripreso l’eredità lasciata dal regista Kim Ki-young, The Housemaid è il Quarto Potere della cinematografia coreana. Il film più famoso di Kim Ki-young è anche il film meno rappresentativo della sua poetica e soprattutto del suo stile, che poi sarebbe deflagrato pienamente in tutti i suoi eccessi con le opere successive degli anni 70, ma è sicuramente il più rappresentativo e il più destabilizzante di una cinematografia coreana che pur apprestandosi a vivere a quei tempi il suo periodo d’oro, conosceva per la prima volta un autore che, discostandosi dalla tradizione neorealista, avrebbe assorbito l’influenza di Hitchcock e Bunuel, proponendo un cinema personale, fuori dai canoni fino ad allora praticati. A fare da raccordo tra un esordio neorealista e uno stile personale c’è proprio The Housemaid. Costruito su una struttura che confonde realtà e fantasia connesse da un incipit d’apertura e da un epilogo di chiusura, che poi diverranno marchio di fabbrica del suo cinema, il film si svolge con un ritmo serrato pur essendo girato in un unico locale, non solo grazie a un montaggio e a una regia moderna e fluida, ma anche all’utilizzo del materiale di scena. Il chiudere e aprire le porte scorrevoli e il correre del treno fungono da vero e proprio elemento di transizione tra una scena e l’altra. Gli stessi capovolgimenti di fronte e i cambiamenti improvvisi di tono e comportamento dei personaggi contribuiscono a produrre un ritmo sincopato e narrativamente destrutturante che però non compromette mai un’esposizione che rimane solidamente coerente.





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Come nel Servo di Joseph Losey, la domestica finisce col dominare dall’alto della scala i suoi padroni, ma mentre in Losey il servo costruiva la sua posizione di potere rendendosi indispensabile ad un’aristocrazia viziata, inetta e decadente, a Kim Ki Young interessa sottolineare il potere di minaccia che la domestica ha in mano nei confronti di un ceto medio il cui unico interesse è salvare la faccia e la posizione.





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Una scena tratta da The Servant (1963) di Joseph Losey







Domestica e padrona, contrapposte simbolicamente anche dal colore contrastante dei loro abiti, sono le protagoniste che muovono la storia e la società. L’una, ingenua e impulsiva, governa la casa, l’altra, determinata e calcolatrice, lavora alla macchina da cucire per mantenere la famiglia. Tutte e due sono vittime e carnefici dei loro comportamenti, innocenti e mostri, così come i bambini (da sottolineare la presenza di un giovanissimo Ahn Sung-kee) che, diversamente dal remake di Im Sang-soo, sanno essere perfidi. Mentre l’uomo, come in tutta la cinematografia di Kim Ki-young, è un inetto in balia dei suoi istinti e delle trame di queste due tipologie di donne, quasi come se il regista volesse rappresentare con questi tipi di personaggi la sua condizione di regista finanziato e prodotto dalla moglie. Il desiderio (simboleggiato dalla sigaretta per la domestica, dal pianoforte per il padrone e Kyung-hee e dal televisore e la casa per la padrona) porta alla rovina i protagonisti e fa crollare il sistema di valori su cui poggia il ceto medio.





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Kim Ki-young soleva descrivere l’atto sessuale attraverso dettagli al limite del grottesco, un po’ per evitare la censura, un po’ perché rappresentavano la cifra del suo stile allegorico. Qui un esempio tramite un raffronto con Thirst, che testimonia l’influenza che il regista di Seul ha avuto su Park Chan–wook e molti altri registi.





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Titolo Originale
Hanyo

Regia e Sceneggiatura
Kim Ki-young

Interpreti
Lee Eun-shim, Ju Jeung-nyeo,
Kim Jin Kyu, Ahn Sung-kee,
Eom Aeng-ran, Kang Seok-je,
Ko Seon-ae, Na Jeong-ok



Corea del Sud, 1960, 111'





Altri film di Kim Ki-young presenti su AsianWorld:

Yangsan Province
The Sea Knows
Burying old Alive
Woman of Fire
The Insect Woman
Promise of the Flesh
Ieoh Island
A Woman After a Killer Butterfly
Woman of Water
The Woman of Fire '82
Carnivorous Animal





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Kim Ki-Young (1922-1998)







Attraverso i suoi film dell’orrore, The Housemaid (Hanyeo) e The Insect Woman (Chungnyeo), il regista Kim Ki-young creò un personale stile visionario, inconsueto per la grammatica cinematografica degli anni 60. Dopo l’indipendenza coreana, Kim Ki-young cominciò a farsi un nome nel laboratorio teatrale dell’Università Nazionale di Seul. Appena dopo la Guerra di Corea, cominciò a girare filim propagandistici per il Servizio Informazioni degli Stati Uniti e fece il suo debutto cinematografico con The Box of Death (Jugeom-ui sangja) (1955). Realizzò film realisti influenzati pesantemente dal neorealismo italiano come The First Snow (Choseol) (1958) e A defiance of teenager (10dae-ui banhang) (1959). Ma fu negli anni 60 che sviluppò il suo marchio di fabbrica con film espressionistici e psicologici che riflettevano il desiderio misantropico e distruttivo che emergeva dalla modernizzazione della società coreana attraverso l’utilizzo di set e luci surreali. Il primo di questi film fu The Housemaid (Hanyeo). Sebbene i suoi film siano difficilmente analizzabili dentro categorie logiche e razionali e non siano di facile classificazione, Kim Ki-young è uno dei più importanti registi nella storia del cinema coreano. Kim Ki-young morì in un incendio nella sua abitazione all’età di 77 anni, mentre stava lavorando al suo grande ritorno dietro la macchina da presa.

Tratto dal Korean Film Archive











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 foto fabiojappo 30 Oct 2010

Eccolo ! Questo lo attendevo proprio !!!

Grazie :( :em41: :em41:
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 foto Picchi 30 Oct 2010

Grazissimissime! :( :em41: :em41:
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 foto Cignoman 30 Oct 2010

Capolavoro! Grazie creep!!! Grandissimo il nostro admin!
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 foto battleroyale 30 Oct 2010

Visto ormai una decina di volte (sto consumando il DVD coreano ormai :em28: :em28: )

Film-capolavoro.
Scivola tra ellissi drammatiche a momenti di tensione psicologica inarrivabili.
Un thriller-melò che seduce e distrugge. Un film che dopo cinquant'anni non ha smesso ancora di urlare. :( :em41:

Chi se lo perde, ha tutta la mia diffidenza. :em41:

Meno male che c'è creep! :em73: :em73:
Messaggio modificato da battleroyale il 30 October 2010 - 12:29 PM
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 foto ronnydaca 30 Oct 2010

Finalmente, questo lo aspettavo da tanto, grazie Creep :(
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 foto Shimamura 30 Oct 2010

Capolavoro assoluto del cinema coreano! Grazie per la notevole recensione e per la traduzione creep. Non vedevamo l'ora di avere i sub!
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 foto Blindevil 31 Oct 2010

Capolavoro, con un finale "bastardo"...sublime in ogni suo componente
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 foto creep 31 Oct 2010

Visualizza Messaggioronnydaca, il 30 October 2010 - 02:08 PM, ha scritto:

Finalmente, questo lo aspettavo da tanto, grazie Creep :(

Grazie a te Martin, che l'hai restaurato togliendogli quegli orribili sottotitoli sovraimpressi :em41:
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