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[RECE][SUB] Life Without Principle

 foto SulFiloDeiRicordi 12 Jul 2018

LIFE WITHOUT PRINCIPLE


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SCHEDA TECNICA

  • Titolo: Life Without Principle
  • Titolo originale: 奪命金 (Dyut Meng Gam)
  • Regia: Johnnie To
  • Scritto da: Ka-kit Cheung, Nai-Hoi Yau, Tin-Shing Yip
  • Produttore: Johnnie To
  • Direttore fotografia: Siu-keung Cheng
  • Data di uscita: 20 Ottobre 2011
  • Durata: 107 min (1h 47min)
  • Lingua: Cantonese
  • Paese: Hong Kong
  • Traduzione: SulFiloDeiRicordi

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SINOSSI


L’ispettor Cheung (Richie Ren) e sua moglie Connie (Myolie Wu) vogliono acquistare un appartamento, ragione per cui si rivolgono all’impiegata bancaria Teresa (Denise Ho) al fine di ottenere un prestito. Lei però dovrà comunicare alla coppia che non se lo possono permettere a causa della situazione finanziaria di Hong Kong: La crisi debitoria della Grecia ha portato ingenti perdite nel mercato borsistico di Hong Kong. Anche Panther (Lau Ching Wan), membro di un gruppo di tre confratelli risente dell’impatto di questa crisi: se fino ad ora era rimasto lealmente fedele a fianco del suo capo ed aveva tirato fuori di prigione i suoi amici, adesso vuole dare una svolta alla propria esistenza e chiede in prestito dei soldi ad un vecchio amico, Lung (Keung Ho Man), il quale introduce il primo nel mondo della speculazione azionaria. Tuttavia, Lung stesso inizia a perdere nelle proprie speculazioni a causa della suddetta crisi. Per riavere i suoi soldi, decide di ingannare e derubare uno strozzino (Lo Hoi Pang), al quale chiede un prestito di 10 milioni di dollari di Hong Kong, con l’aiuto di Panther. Lo strozzino recupererà dalla banca i soldi richiesti salvo poi costringere Lung ad accettarne la metà. La rimanente metà rimane in banca in attesa di deposito tra le mani di Teresa. Nessuno sa che lei ha sotto mano i rimanenti 5 milioni, e, giacché è proprio lei l’ultima nella graduatoria della sua squadra e pensa di essere licenziata a breve, pensa seriamente di tenere i soldi...

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RECENSIONE


Avete sotto mano quello che certamente è il film più critico nei confronti della società proveniente dal pugno di Johnnie To. Un thriller con un messaggio di fondo che non è rivolto ai suoi fan che non si stancherebbero mai dello stile di "The Mission" o "Exiled" ma va, contrariamente, in una nuova direzione. Ci saranno ancora un po’ di gruppi, fratellanze e tradimenti ma nel complesso il film ci parla della vita quotidiana ad Hong Kong. E questa vita, come già ci è stato presentato nel film "Overheard" un po’ meno recentemente, gira intorno ad un mercato borsistico a cui anche un’anziana e semplice nonna con una misera pensioncina è costretta a partecipare. Tutto ruota intorno ai soldi, vincere o perdere, l’estrema lotta per la sopravvivenza in un mondo in cui ognuno tira l’acqua al proprio mulino. In "Life Without Principle" To dipinge un quadro cupo e divertente di una società incentrata sul denaro, e grazie a tre personaggi di ceti sociali diversi abbozza la odierna Hong Kong con quel pizzico di ironia che lo ha sempre contraddistinto.

La narrazione del film è ben variegata: ci troviamo catapultati nelle vite di tre soggetti il cui unico apparente legame è quello dei soldi, salvo poi venir improvvisamente connesse da un omicidio. Delle scene sono alcune volte riproposte, ma filtrate da diverse prospettive, risultando in una leggera ripetitività, ma ciò che affascina veramente è che le storie dei tre protagonisti sono narrate parallelamente l’una a l’altra senza che inizialmente vi sia alcun legame tra di loro, ma sono allo stesso modo connesse da un filo sottile che soltanto lo spettatore può vedere. Se questo stile narrativo può rappresentare un problema per la sua non convenzionalità, questa diversità da tutte le narrazioni passate costituisce anche un punto di forza, e rende la visione della pellicola accattivante. Se si può muovere una critica sotto questo aspetto, ciò che convince meno è lo scarso tempo che viene dedicato al personaggio di Cheung.

"Life Without Principle" usa un linguaggio non banale: inizialmente ci viene presentata Teresa che cerca di rifilare ai propri clienti svariati assortimenti di ‘cose da economisti’ tra titoli azionari, pacchetti di azioni e investimenti, rimanendo sempre troppo poco aggressiva rispetto ai propri colleghi nel compiere il proprio lavoro. Johnnie To espone in questo anche la freddezza che serve in questo tipo di ambiente, con un bel carico di amarezza, con la storia di Teresa. Banche che si curano soltanto dei propri egoistici interessi imponendo commissioni su servizi per arricchirsi alle spalle degli onesti clienti: è così che i vincitori di questo gioco sono sempre e comunque le banche, indipendentemente da tutto ciò che può succedere. Venendo a tutto il resto di Hong Kong le cose si fanno diverse. Il mercato azionario è divenuto qualcosa di somigliante ad uno sport nazionale, e tutti vogliono arricchirsi grazie a questo mezzo, sebbene per legge di natura tanti devono essere i vincitori, quanti i perdenti. Questa aspra lotta corrompe le persone e fa dei soldi la loro nuova vera religione.

Mai sia che la tensione resti esclusa da una pellicola di Johnnie To, e questa non fa eccezione, nonostante qui si presenti in una forma del tutto diversa: ancora una volta, quella della vincita e perdita di soldi, in grado di decidere il destino dei personaggi, piuttosto che invece nelle sembianze di un serial killer. Investimenti affrettati, fatali decisioni, la lotta con la propria coscienza; Questo è quanto basta a To per creare vere tensioni, senza che mai venga esploso un proiettile, tutto questo grazie alla storia sviluppata su più piani, dove le cose più importanti avvengono nel silenzio. Infine non si può evitare di sottolineare che i personaggi del film avrebbero meritato ulteriori sfumature. Cheung rimane veramente poco approfondita, e di lui si capisce (solo?) che è un poliziotto inflessibile e anche riflessivo, mentre d’altra parte Panther, se non fosse per il tocco esperto di Lau Ching Wan, che da questo personaggio riesce a tirar fuori il meglio e renderlo la stella di questo film nonostante entri in scena tardivamente, sarebbe sembrato una caricatura in più di una occasione, ma in tutto questo il personaggio più trasparente, ma anche triste e opaco, è senza dubbio Teresa, che nonostante tutto non può lasciare indifferenti.

"Life Without Principle" corre spesso il rischio di straripare in una commedia con un macabro umorismo e alcune assurdità, ma Johnnie To riesce a tenere il film sui binari con la sua mano sapiente, e queste scene diventano invece prova del suo occhio scrupoloso e rivelatore, con cui mette completamente a nudo una società malata. La sceneggiatura è sapiente ma le storie dei singoli lasciano in bocca il sapore dell’incompiuto. Sembrano quasi un piccolo estratto. Ciò però non compromette il film, ma è al contrario, un suo punto di forza, anche se qualche tocco di profondità in più sui singoli personaggi non avrebbe certamente fatto male. Il destino a volte percorre strade inusuali, e con To, diventa ciò che più stravolgere le esistenze dei protagonisti per sempre. È questo che rende "Life Without Principle" un film di successo di To. Al di là di ciò, il suo senso dell’ironia ma anche dell’importanza che dà dettagli, riesce far colpo con un film profondo ma con toni anche socialmente critici. Con ciò, il regista riesce a rimanere sé stesso ma anche a crescere e sviluppare il suo stile.


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SOTTOTITOLI

(versione: zoo)



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Messaggio modificato da SulFiloDeiRicordi il 15 May 2020 - 11:00 PM
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 foto ggrfortitudo 15 Jul 2018

Grazie per la proposta e la traduzione; le battute sono molto sferzanti e dev'essere stato impegnativo il lavoro.
Ho sempre apprezzato questo genere di pellicole; ma questo film non si dimostra all'altezza della bravura di Johnnie To.
Ha molti difetti: Non si concentra sulle vittime; la figura del poliziotto - sebbene positiva - sembra slegata dalla narrazione. Molti dei personaggi sono privi di caratterizzazione. E alla fine si parla quasi niente delle speculazioni.
Non sono riuscito a provare alcuna empatia verso i protagonisti.

Un vero peccato, perché l'inizio prometteva bene. Poi il film si perde, anche in molte banalità e scontatezze

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