DON'T LOOK NOW
(A Venezia... un dicembre rosso shocking
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Regia: Nicolas Roeg.
Interpreti: Julie Christie, Donald Sutherland, Hilary Manson, Clelia Matania, Massimo Serato, Renato Scarpa, Leopoldo Trieste.
Fotografia: Anthony B. Richmond.
Montaggio: Graeme Clifford.
Musica originale: Pino Donaggio.
Durata: h 1.50
Nazionalità: Gran Bretagna 1973.
Trama (presa di Wikipedia eliminando un po' di spoiler):
Il film, girato quasi interamente a Venezia, narra di due coniugi inglesi John e Laura Baxter che si recano a Venezia per lavoro pochi mesi dopo la tragica morte della figlia minore Christine.
Impegnato con dei lavori di restauro nella chiesa di San Niccolò John deve anche occuparsi della salute della moglie, caduta in depressione a causa del lutto. A Venezia Laura fa amicizia con due sorelle scozzesi, Heather e Wendy la prima delle quali è priva della vista ma dotata di poteri medianici che le consentono di dire a Laura di aver visto accanto a lei e al marito la piccola Christine, sorridente.
L’incontro con le due donne e le parole riguardo alla figlia hanno un effetto benefico su Laura che si sente rinascere, il marito invece non crede alle parole della sensitiva e impone alla moglie di non incontrarla più; Laura invece le incontra nuovamente e la medium la avvisa di un pericolo che incombe su John qualora egli non dovesse abbandonare immediatamente Venezia; le parole della donna sembrano trovare riscontro con una serie di delitti compiuti da un misterioso assassino che si aggira per Venezia ma sarà invece Laura ad abbandonare la città, richiamata d’urgenza in Inghilterra per un incidente capitato al figlio maggiore; John però la mattina successiva vede la moglie su una gondola in compagnia delle due signore ed inizia a preoccuparsi seriamente andando a denunciare alla polizia la scomparsa della moglie, accusando le due anziane signore di averla rapita approfittando delle sue precarie condizioni psichiche...
"Tre sono le sequenze che spiccano maggiormente in questo incredibile secondo film di Nicolas Roeg, meno celebre da noi che in patria, dove è invece considerato tra le massime vette del cinema inglese, tanto da meritarsi un ottavo posto nella nota Top 100 del BFI, forse a causa dell'improbabile titolo italiano o forse per il ridotto numero di passaggi televisivi dovuto a - ovvi - problemi con la censura.
La prima è quella che apre il film: un incredibile pezzo di cinema in cui ogni certezza linguistica (e, scopriremo procedendo nella storia, narrativa) viene immediatamente spazzata via, in modo sistematico e assolutamente sperimentale, trasformando gli stacchi tra le inquadrature in veri e propri connettori psichici, e facendo del montaggio stesso un sistema associativo a sé stante, senza precedenti. Che porta sì, inevitabilmente, alla tragedia: ma il geniale stacco finale spezza la sequenza con un utilizzo dell'anticlimax che risulta ancora oggi sconvolgente.
La seconda è quella, arcinota e lunghissima, dell'amplesso tra Donald Sutherland e Julie Christie: una sequenza che fece molto parlare di sé per la sua estrema franchezza, e forse troppo, distogliendo il discorso sul film da altri caratteri dell'opera. Ma si tratta certamente - con il suo dissacrante e innovativo montaggio parallelo tra il coito e il post orgasmic chill - di una delle sequenze (non solo "di sesso") più seminali della storia del cinema. Ultimo, l'inseguimento finale, in cui la fiaba di Cappuccetto Rosso viene replicata tra le calli e i rii veneziani per poi essere ribaltata e macchiata col sangue.
Ma tutto il resto del film di Roeg, a distanza di 35 anni, è ancora un vero gioiello di cinema europeo, e tramite il suo linguaggio liberissimo, furioso e analitico al tempo stesso, pieno di presagi e follemente innamorato dei dettagli che li compongono (come il tema dell'occhio, della vista, reiterato ossessivamente fin dal titolo), con la sua Venezia "laterale", fredda e cupa, è ancora un film capace di perturbare, per i suoi mille misteri ancora irrisolti (il vescovo di Massimo Serato, il commissario di Renato Scarpa), ma anche solo con una risata, inquietante come poco altro, di fronte a uno specchio sbiadito - o una diapositiva macchiata di rosso, come il futuro funesto che non aspetta altro che poter consumare la sua catarsi." (preso da http://giovanecinefilo.splinder.com)
Stracult, mai uscito in dvd in Italia, da (ri)vedere assolutamente con i sottotitoli per evitare i disastri provocati dal doppiaggio nei film bilingui.
Messaggio modificato da JulesJT il 17 December 2014 - 10:17 AM
Riordino RECE