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[RECE][SUB] Adi Shankaracharya (The Philos...

 foto Tanaka 13 Jun 2011

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Adi Shankaracharya (The Philosopher)

Soggetto, Sceneggiatura e Regia: G.V. Iyer
Dialoghi: Benanjaya Godvincharya
Fotografia: Madhu Ambat
Montaggio: V.R.K. Prasad
Musiche: Dr. Mangalampalli Balamuralikrishna, B.V. Karanth
Interpreti: Sarvadaman D. Banerjee,M.V. Narayana Rao, Manjunath Bhatt, Leela Narayana Rao, L.V. Sharada Rao, Bharat Bhushan, T.S. Nagabharana, Srinivasa Prabhu, Gopal, V.R.K. Prasad, Gopalakrishnan, Gayathri Balu, Balasubramanyam, Balu Barghava
Lingua: Sanscrito

Paese: India
Anno: 1983
Durata: 120'

Trama

Il film narra la vita, in accordo con le biografie tradizionali, di uno dei più grandi santi e pensatori della storia dell'umanità: Adi Shankaracharya.
Shankara nasce, intorno all'ottavo secolo, in Kerala, regione dell'India meridionale, da una famiglia di Brahmani. Dopo la morte del padre, decide, giovanissimo, di abbandonare i privilegi di casta e diventare monaco errante (sannyasin). Con il consenso della madre, parte in compagnia degli amici Morte e Conoscenza alla ricerca di un maestro spirituale.
Incontra il famoso Govinda, già allievo di Gaudapada, che lo incarica di scrivere un commento ai Veda (i più antichi testi sacri hindu). Durante la stesura dei commentari, Shankara consegue l'Illuminazione. Si fermerà, infine, nell'Himalaya dove fonderà la sua scuola e resterà fino alla fine dei suoi giorni diffondendo gli insegnamenti della dottrina della non-dualità (Advaita Vedanta).


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Commento

Commentare un film come Adi Shankaracharya non è cosa facile.
Dal punto di vista squisitamente cinematografico, 'The philosopher', pur avendo vinto l'equivalente dell'Oscar indiano, è quanto di più lontano ci sia, come tecnica e realizzazione, dalle normali produzioni di Bollywood. Le riprese, forse per scarso budget, hanno spesso un carattere quasi amatoriale. Le frequenti e, ai nostri occhi smaliziati, insopportabili zoomate ricordano un po' (mi si perdoni il paragone) quelle dei film di Russ Meyer o di un certo Visconti. Eppure, la naiveté di queste riprese, unito ai paesaggi bucolici immortalati, dona al film una semplicità, una sorta di purezza da 'poveri di spirito' che, alla fine, ben si attagliano al tema trattato.

Shankara è, per i conoscitori delle dottrine hindu o della storia delle religioni, una figura di enorme rilievo, paragonabile, per importanza dottrinale e storica, ai nostri Sant'Agostino e Tommaso d'Aquino e, in ambito islamico, ad Al-Ghazali e Ibn 'Arabi. La scuola dell'Advaita Vedanta è ancor oggi vivente e diffusa non solo in India ma un po' in tutto il mondo. In Italia, uno studioso che si firma 'Raphael', ha tradotto e commentato molte opere di Shankara per le edizioni Asram Vidya. René Guénon ha utilizzato queste dottrine per esporre al pubblico occidentale le realtà ultime e comuni espresse dalle diverse tradizioni esoteriche e iniziatiche.
Data la mia nota e profonda ignoranza, per non offendere involontariamente devoti e dotti studiosi, lascerò il commento alla competente Beatrice (Nomen omen), che ebbe la gentilezza di visionare tempo fa il film con i miei sottotitoli e recensirlo sul suo bel sito: www.visionaire.org



Adi Shankaracharya di G.V. Iyer, o la verità poetica del filosofo dell'India.

"L'Advaita di Shankara è un sistema di arditissima speculazione e sottigliezza retorica. È austero intellettualismo, logica senza rimorsi, che procede indifferente alle speranze e alle credenze umane, e la cui precipua libertà da ossessioni teologiche ne fa uno schema puramente filosofico." (Dr.S.Radhakrishnan)

Solo con la poesia e con la purezza si può ridare vita alla figura di un santo, ormai cancellata dalle immagini retoriche che ne dichiarano l'appartenenza al cielo dei filosofi "puri" e "senza rimorsi", oppure alle leggende popolari infarcite di folklore. Ci vuole perciò un atto di amore, questo sì senza rimorsi, senza riguardi per le tesi che periodicamente in voga affliggono la possibilità di incontrare il Maestro e immergersi nella sua visione liberatrice. Iyer non ha rimorsi a rischiare un film solo apparentemente naive, solo apparentemente scritto sulla base della vita leggendaria, per descrivere l'unità, l'indissolubilità di filosofia, devozione, poesia e natura che l'intuizione del Maestro trasforma in verità liberatrice. Uno Shankara noto, ma diverso, indiano ma francescano, immerso nella natura severa e generosa dell'India, in cui scelse di vivere, ancora bambino, per seguire la sua vocazione monastica, la sua amicizia indissolubile con la Verità. Il discorso di Iyer insegue la Vocazione di Shankara, dall'abbandono del mondo perfetto dell'infanzia e le cure dell'amatissima madre, alle grotte oscure e austere dove attende l'istruzione dei più celebri maestri del suo tempo, fino alla decisione, circondato dall'amore e dalla partecipazione dei fratelli, di riprendere la strada, sotto il sole cocente, e incontrare il Divino là dove prende dimora, e lì adorarlo, indicarlo, cantarlo, stabilire dimore per i suoi fratelli. Il divino che è la donna che lo serve con semplicità, il giovane che ricerca la sua istruzione, il cuore che canta l'unità del tutto o che pena per la transitorietà di tutto. Il divino è l'Atman, la vera ispirazione del canto, dell'amore, della filosofia, della devozione.


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Il film di Iyer è perciò figlio della lezione dei grandi maestri moderni, di Ramakrishna, di Vivekananda, della volontà di ristabilire il sentimento mistico della tradizione indiana nella sua purezza e imprendibilità alle logiche occidentali, pur nella possibilità di confronto per mezzo dello spirito. Shankara non è mera materia di astrazione e di contrapposizione intellettuale, è il Guru, l'Acharya, colui che ebbe la volontà e la lucidità di compiere la sintesi perfetta – e perciò universale – della dottrina dei Veda. Egli stesso è quella unità, di spirito, logica, sentimento, fratellanza.

Se lo sguardo smaliziato dell'uomo comune vede in questo ritratto coraggioso un segno diverso dalle elaborazioni più celebri della dottrina Shankariana, si ritroverà nella zona d'ombra in cui astutamente Iyer immerge la fase scolastica di Shankara: nelle grotte dei saggi, impegnati in bizzarre penitenze e nella discussione delle tesi teologiche. Abita per sempre in questa grotta, si potrebbe dire, lo Shankara "grottesco" tanto caro alla tradizione degli studiosi occidentali. Ma il Maestro anela la luce, gli spazi e il contatto con chiunque lo cerchi, e così, attraversandoli, per tutta la lunghezza del perimetro dell'India, Shankara compirà la sua missione, incarnando per sempre la Verità dei Veda e il vero simbolo della spiritualità indiana. Fino a scomparire nell'invisibile, ancora in giovane età, tra le nevi dell'Himalaya perenne.

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Shankaracharya

Anatma Siirivigarhanam

(Il santo disprezzo per il non-Sé)


Si ottiene un sapere eminente, e poi?
Si diventa ricchi e potenti, e poi?
Ci si diverte con una bella donna, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.


Ci si adorna con braccialetti e altri gioielli, e poi?
Ci si veste di abiti di seta, e poi?
Ci si delizia con delle vivande squisite, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.

Si visitano dei luoghi ameni, e poi?
I parenti e gli alleati sono nutriti e rispettati, e poi?
I tormenti causati dall'indigenza e dalle altre disgrazie sono allontanati, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.

Ci si immerge nel Gange o in qualche altro fiume, e poi?
Si distribuiscono in elemosina delle monete di rame, e poi?
Si ripetono migliaia di volte i mantra, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.

La famiglia si distingue, e poi?
Ci si copre il corpo di cenere, e poi?
Si porta continuamente un rosario, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.

Si onorano i brahmana con alimenti, e poi?
Si propiziano gli dèi con sacrifici, e poi?
Si è glorificati ovunque, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.

Ci si purifica il corpo con digiuni, e poi?
Si hanno dei figli e delle figlie, e poi?
Si compie il trattenimento del respiro, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.

Il nemico è vinto nelle battaglie, e poi?
Il numero degli amici aumenta, e poi?
Si possiedono i poteri dello Yoga, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.

Si cammina sulle acque, e poi?
Si tiene il vento prigioniero in una ciotola , e poi?
Si solleva il Monte Meru nel palmo della mano, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.

Si beve del veleno come fosse latte, e poi?
Si mangia del fuoco come fosse riso, e poi?
Ci si muove nel cielo come un uccello, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.

Si acquista l'onnipotenza su tutta la terra, e poi?
Si concentra in se stessi la potenza di un dio, e poi?
Ci si innalza sino alla supremazia di Shiva, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.

Si stabilisce qualsiasi cosa con i mantra, e poi?
Si è trafitti dalle frecce senza subirne danno, e poi?
Si conosce il passato e l'avvenire, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.

L'angoscia delle passioni è distrutta, e poi?
Il pungolo della collera è smussato, e poi?
La stretta del desiderio è respinta, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.

La notte della dispersione è dissipata, e poi?
Non si trae alcun orgoglio dalla propria funzione, e poi?
Le morse della brama sono scomparse, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.

Si conquista il mondo di Brahma, e poi?
Si contempla il mondo di Vishnu, e poi?
Si comanda nel mondo di Shiva, e poi?
Certo, non è così che il Sé è percepito.


Colui nel cui cuore questo santo disprezzo per il non-Sé scaturisce in modo costante e pieno, è un vaso d'elezione per la percezione diretta del Sé che non conosceranno mai quaggiù coloro che si smarriscono nel turbine di un universo illusorio.




Sottotitoli
Allega file  Adi.Shankaracharya.-.G.V.Iyer.1983.AsianWorld.zip (28.03K)
Numero di downloads: 40





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Messaggio modificato da fabiojappo il 22 April 2013 - 11:10 AM
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 foto François Truffaut 13 Jun 2011

Lo aspettavo: grazie tanaka.
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 foto Shimamura 13 Jun 2011

Grazie dei subbi :em83:
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 foto Cignoman 13 Jun 2011

Eh, moooolto atteso dal sottoscritto, lo vedrò con grande interesse, grazie infinite.
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 foto battleroyale 14 Jun 2011

Eccolo lo storico film di aw inwork praticamente da quando ero iscritto! :em21: :em21: :em21: Monumentale. Lo voglio. :em21: :em41:

Grazie! :)
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 foto ziadada 14 Jun 2011

Lo vedo, grazie.
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 foto vision 15 Jun 2011

ottimo grazie.
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 foto ArabaFenice 26 Feb 2014

Appena me lo becco,me lo vedo e grazie per i sottotitoli, :em48:
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