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 foto Dan 31 Mar 2008

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Nagareru javaopera / alaundo 1,36



Regia: Mikio Naruse
Sceneggiatori: Toshirô Ide, Aya Koda
Anno:1956
Produzione: Sanezumi Fujimoto
Fotografia: Masao Tamai
Cast: Kinuyo Tanaka, Isuzu Yamada, Hideko Takamine, Mariko Okada
117'


A Tokyo, la casa delle geishe Tsuta è in cattive acque: la tenutaria Otsuta cerca di tenere duro di fronte alla crisi, mentre la figlia Katsuyo è scettica. Un giorno arriva Rika Yamanaka, che diverrà geisha con il nome di Oharu…
Il nuovo nome del personaggio di Kinuyo Tanaka è un evidente omaggio al ruolo dell'attrice nel film di Mizoguchi Vita di O-haru, donna galante, utile a stabilire un rapporto di confidenza tra spettatore e personaggio. È attraverso la protagonista, che arriva alla casa ad inizio film e la lascia alla fine, che entriamo nel mondo ormai delle geishe un mondo ormai al tramonto che il regista coglie nei suoi comportamenti quotidiani, con una scelta che sembra dettata dall'attenzione alle teorie karmiche proprie del Buddismo.
(da http://www.mymovies....ne.asp?id=54842)



Sottotitoli



In data 7 ottobre 2011 aggiunta la versione "Alaundo 1,36".




Per approfondire il cinema
di Naruse Mikio

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Messaggio modificato da fabiojappo il 03 December 2017 - 08:17 PM
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 foto Nausicaa 01 Apr 2008

Grazie Dan e Cignoman :em66:
Torna, Dannino! :em41: :em10:
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 foto elgrembiulon 01 Apr 2008

grazie hit'n'run dan!
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 foto Cignoman 01 Apr 2008

Naruse diresse Nagareru nel 1956, l'anno in cui la prostituzione fu dichiarata fuori legge in Giappone: le difficoltà economiche affrontate dalle geisha protagoniste di questo film le portano a compromessi che le avvicinano allo spettro della svendita di se stesse, alla prostituzione in sostanza. Le geisha sembrano oramai artiste, interpreti di un mondo di bellezza, non più necessarie in un Giappone che sta cambiando molto in fretta: ecco che nasce un ritratto del mondo delle geisha molto lontano dagli stereotipi, dai lirismi fini a se stessi, aderente a un quotidiano fatto di litigi, piccole e grandi contese, momenti di intima solidarietà femminile, chiacchiere, rimpianti, gatti e conti da pagare. Naruse ci porta immediatamente, dalla prima sequenza, nell'intimità domestica di questo mondo di donne: Rika (Kinuyo Tanaka) rimasta vedova e avendo perso l'unico figlio, è costretta a rimboccarsi le maniche per cercare un lavoro e un posto in cui stare, un'impresa non facile per una donna ormai vicina alla mezza età; trova impiego come domestica presso una casa di geisha in declino e sull'orlo della bancarotta: entriamo così con lei dentro la casa delle geisha e conosciamo via via le altre protagoniste. Isuzu Yamada è Otsuta, la padrona di casa alle prese con i debiti, causati anche da una truffa perpetrata ai suoi danni dal suo ex amante. Hideko Takamine è sua figlia Katsuyo che non puo' fare la geisha e quindi ereditare la casa perchè non è capace di mentire per assecondare i clienti, ma vive con la madre e le altre, affannandosi per cercare un'occupazione e aiutare la madre a pagare i debiti. La grande Mariko Okada (che donna...) interpreta Nanako, una geisha giovane e disincantata ma sincera; Someka, la geisha ormai sfiorita perennemente in bolletta e che vive quasi di espedienti. Chieko Nakakita interpreta Yoneko, (bellissima) geisha sorella (minore) della padrona di casa, indolente e pigra, con tanto di figlia a carico: colei che sembrerebbe la sola in grado di procacciare abbastanza clienti da tenere in piedi la casa, ma che invece è assolutamente incapace di impegnarsi nel lavoro e nemmeno di badare alla figlioletta. Da ultima abbiamo la cinica sorella maggiore della padrona di casa, Otoyo (interpretata da Natsuko Kahara), che non vive nella casa con le altre ma tesse le sue trame dapprima per riavvicinare Otsuta a un suo (ricchissimo) cliente e amante storico e poi (fallito tale progetto) ripiega su una nuova tattica per trasformare la casa stessa in un albergo. Abbiamo così una vasta galleria di ritratti femminili complessi e affascinanti che fanno di questo film un gioiello.
Ho scritto queste poche righe di commento un po' di fretta, spero mi scuserete per aver scritto in modo un po' poco articolato.


Messaggio modificato da Cignoman il 20 October 2008 - 07:46 PM
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 foto paulus35 01 Apr 2008

Arigatou!
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 foto feder84 01 Apr 2008

Da vedere al più presto!

grazie ad entrambi
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 foto Cignoman 02 Apr 2008

Riprendo il discorso sul film, dato che ho un po' di tempo e ci terrei a sottolineare alcune cose.

In questa carrellata di personaggi femminili così diversi e così complessi è difficile scegliere quello più interessante. Il film segue soprattutto le complesse vicissitudini finanziarie della padrona di casa, la geisha Otsuka, ma la vera "eroina" sembra essere invece la domestica neoassunta Rika. Il film ci porta alla casa seguendo i suoi passi e ci presenta gli altri personaggi proprio mentre lei viene presentata ad essi: lo spettatore si identifica in buona parte col suo punto di vista, tante vicende del passato dei personaggi le apprendiamo perchè vengono a lei riferite in particolare da Nanako e Someka. Del suo passato, del dramma della sua vita che l'ha ridotta a fare la serva per sopravvivere sappiamo ben poco, giusto quel poco che racconta di sè all'inizio. E' un personaggio che si scopre poco alla volta, lungo tutto il corso del film e che si connota per il grande senso della dignità che lo contraddistingue. Rika è quasi la dignità umana personificata infatti: è umile, leale, non giudica, cerca di rendersi utile in ogni modo possibile ed è profondamente solidale con le donne con cui si trova a convivere, ciascuna carica del fardello del dramma della propria vita. Ben presto si guadagna la fiducia di tutti, della padrona della casa in primis: la sua fama di grande lavoratrice si sparge perfino nel vicinato. In ben due occasioni le viene proposto di lasciare quella casa sfortunata dove i soldi spesso mancano, la seconda volta addirittura le si propone di gestire per conto terzi il ristorante che sorgerà al posto della casa delle geishe, ormai prossima alla bancarotta. Nonostante questo lei resta fedele alla casa che l'ha accolta (una volta giunta non nasconde quanto abbia faticato a trovare un impiego data la sua età), la casa che le ha dato fiducia: potrebbe emanciparsi economicamente, passare da serva a padrona e invece rifiuta. E' il barlume di speranza che resta in un mondo in cui i soldi sembrano regolare tutto e corrompere ogni cosa, un mondo in cui l'abilità delle geisha nell'arte sembra ormai un aspetto marginale, in cui la bellezza che sanno evocare non è più utile a nessuno in quanto non produce utili. Ciò di cui è capace Rika è in sostanza non svendere la propria dignità umana, non cedere al principio del profitto che non guarda in faccia a nessuno, al denaro come misura di tutte le cose. Ciò che col suo gesto "eroico" preserva è la cosa più preziosa che una persona umile e sfortunata deve proteggere dentro di sè, ciò che forse terrà assieme la casa, quel microcosmo femminile, con tutte le sue protagoniste e i loro drammi.

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