19 risposte a questa discussione

[paolone_fr]

bianco e nero sull'entrata dei giapponesi a nanchino nel 1937, e i dolori che si porta appresso. molte storie si intrecciano: il soldato giustiziato con i commilitoni sulla spiaggia, l'assistente del nazista john rabe (un mezzo schindler per nanchino) e la sua famiglia, una prostituta coi boccoli, un sergente giapponese e il suo amore tormentato, un bambino soldato scapato alla fucilazione. immagini dure in teoria ma edulcorate sullo schermo (il cinema cinese mainstream ormai si fa solo così), poche parole, tanti rumori di botti ed esplosioni, buoni attori, regia nella norma, scenografie funzionali. il resto è la guerra. che in bianco e nero fa sempre la sua porca figura al cinema. anche qua, ma poco di più.
Devils on the Doorsteps di Jiang Wen, quello si un capolavoro, aveva già detto tutto e pure di più sulla guerra, sui cinesi e sui giapponesi, e lo aveva detto molto meglio.

P.S.: sono un insensibile, non scomodatevi a scriverlo. già lo so.

[Yoshikawa]

paolone_fr, il Sep 28 2009, 01:09 PM, ha scritto:

Devils on the Doorsteps di Jiang Wen, quello si un capolavoro, aveva già detto tutto e pure di più sulla guerra, sui cinesi e sui giapponesi, e lo aveva detto molto meglio.

quoto, quello è un capolavorissimo

[Zan]

Visto, finalmente.

M'è sembrata una bella ricostruzione e non poi così parziale.
Alla fine quello che è successo si sa, è storia da ricordare.
Capisco che rinfacciare ai giapponesi ciò che hanno fatto fa parte di una propaganda nazionalista che decide di seppellire la storia solo quando le fa comodo, ma d'altra parte i giapponesi di oggi spesso e volentieri ignorano quanto è veramente successo.
I continui rinfacci hanno stufato tutti, ma la parzialità lasciamola comunque ai negazionisti.

Mi è piaciuta la scelta del bianco e nero, che fa concentrare sulla fotografia (bellissima). Bello anche il montaggio delle scene che terminano sfumando nel nero, come ricordi che si spengono lasciando spazi ad altri ricordi (o come occhi che si chiudono esausti abbandonandosi alla morte).
D'impatto anche l'attenzione sui volti delle persone e il silenzio, a significare che non c'è niente da dire. Solo da riflettere.

Per quanto riguarda il personaggio di Kadokawa (ma secondo me si può fare lo stesso discorso anche per il comandante, con la differenza che lui semplicemente non si vergogna, ma semplicemente accetta quella condizione), sono d'accordo con creep.
Tristissima la scena del matsuri, dove in fondo Kadokawa si rende conto che ringraziare e onorare gli dèi in una circostanza simile non ha alcun senso.

Il finale va interpretato: se da una parte c'è chi perde ogni speranza, dall'altro c'è chi tra sorrisi e fiorellini ritrova la speranza che aveva perduto.

Bello.

Messaggio modificato da Zan il 11 December 2009 - 11:06 PM

[battleroyale]

Sono appena stato in Spagna e da loro è giusto appena appena uscito nei cinema fresco fresco, con il titolo "Ciudad De Vida Y Muerte".
In un articolo del "Cahiers De Cinéma Espana" viene descritta come un'opera devastante, stroncata un po' dalla parte finale, ma comunque devastante. Mi viene voglia di vederlo orora

[Shimamura]

Bel film, ma niente che sia già stato visto al cinema. Da vedere, ma comunque io mi aspettavo di meglio.

[Hikaruno5]

Pure io.
Splendida ricostruzione, bei momenti, bianco e nero perfetto.
Ma nel complesso piuttosto convenzionale.

La parzialità è giustificata, penso i giapponesi abbiano poche attenuanti per questo episodio (ed altri...). Chissà che prima o poi abbattano la cortina di silenzio dietro cui si nascondono da decenni...

[Cialciut]

Documentario-romanzato della categoria "per non dimenticare".
Non ha molto senso dare giudizi cinematografici su questo film.
Non annoia e arriva al suo scopo. Da vedere.

[Blindevil]

"Chuan Lu dirige un'Opera potente e magnifica, che narra con una drammaticità estrema la brutalità della guerra, non facendo scondi e anzi proponendo un'abbondante dosa di violenza, sia psicologica che fisica. Spettacolare la prima mezzora, con i combattimenti ancora in corso, che lascia spazio a un quadro toccante e straziante capace di provocare vibranti emozioni. Vi è anche il merito di mostrare che non tutti i giapponesi erano bestie brutali, così come in ogni guerra. Una delle pagine più dolenti del cinema bellico. Per non dimenticare."

[battleroyale]

Un film crudo e potente e sebbene in certe parti troppo romanzato, è un pugno allo stomaco. Tuttavia, anche grazie a bianco e nero e regia, funziona in modo eccellente. Cast strepitoso e magnifica l'attenzione su rumori (gli spari) e i silenzi. Finale MERAVIGLIOSO che strappa tante lacrime amare. Un pugno nello stomaco da vedere (e dire che i film di guerra non li ho mai digeriti).