Four Nights With Anna
(Czery noce z Anna, Polonia, Francia 2008)
regia Jerzy Skolimowski
sceneggiatura Jerzy Skolimowski, Ewa Piaskowska
fotografia Aram Sikora
scenografia Dariusz Wazniak
montaggio Cezary Grzesiuk
musiche Michal Lorenc
durata 87'
"Signori e signore, riecco Jerzy Skolimowski. Sarebbe fin troppo facile dire che del maestro polacco si erano un po' perse le tracce, se non fosse per la piccola ma significativa apparizione nell'ultimo, sconvolgente film di Cronenberg, La promessa dell'assassino. Quei suoi lineamenti spigolosi avevano reso un buon servizio a Stepan Khitrov, soggetto burbero da lui interpretato con piglio popolaresco, sincero, assai aderente al background del vecchio e ligio cittadino sovietico arenatosi da anni nel grigiore londinese. Ma che fine ha fatto, invece, lo Skolimowski regista?
A distanza di ben diciassette anni da La chiave della trentesima porta (Ferdydurke) è riapparso, per l'appunto, in quel di Ravenna (e in altri appuntamenti festivalieri), con un'opera che meriterebbe immediata distribuzione nelle sale italiane: Four Nights With Anna (Czery noce z Anna). Presentando la pellicola al pubblico del Mosaico d'Europa Film Fest 3 (2009) il regista ne ha evidenziato il tono livido, crudo, senza glissare sul fatto che qualche risata, magari isterica e amara, avrebbe fatto facilmente capolino durante la visione, in virtù di un "black humour" da sempre riconducibile al suo cinema. Noir esistenziale (de)costruito attraverso un'intricata ma anche accorta struttura a flashback e una altrettanto acuta manipolazione degli elementi di genere, il film di Skolimowski gioca abilmente sulle apparenze, tessendo trame kafkiane intorno a una "solitudine troppo rumorosa", volendo parafrasare molto liberamente Hrabal.
Anima candida beneficiata di un improvviso e poco desiderabile clamore, Leon Okrasa (Artur Steranko) è infatti un mezzo ritardato la cui esistenza solitaria nella campagna polacca aveva subito anni prima i contraccolpi di una grave accusa, ovvero quello stupro del quale era stato in realtà semplice testimone. Poi la prigione. Poi un lavoro decisamente umile, a coronamento del percorso di riabilitazione predisposto dalle autorità (in)competenti. Ma è propria allora che Leon svilupperà un'attenzione morbosa per Anna, la piacente infermiera del cui stupro era stato accusato, tanto che l'interesse di Leon sfocerà presto in passione segreta; una passione che avrà modo di manifestarsi nelle quattro visite notturne alla casa della donna, resa passiva e inconsapevole da quello stratagemma che la spinge a ingerire ogni sera potenti sonniferi.
Ed è proprio nelle ripetute intrusioni dell'incompreso corteggiatore che la regia di Skolimowski ha modo di esaltarsi, ritagliando frammenti di suspense e straniamento puro, spezzando con estemporanee gag dal sapore slapstick la cappa opprimente che staziona sulla vicenda, dando rilievo agli oggetti, cesellando insospettabili sfumature sentimentali nelle (re)azioni tendenzialmente autistiche dei protagonisti. In tutto ciò, particolarmente prezioso si è rivelato l'apporto degli attori, a cominciare da un calibratissimo Artur Steranko, qui nei panni di Leon". (da Frame Online).
Messaggio modificato da JulesJT il 16 December 2014 - 12:00 PM
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