La visione di questo film ha provocato in me il sorgere di tre emozioni principali che si sono susseguite e alternate in modo ciclico: solitudine, tristezza e rabbia. Ma alla fine anche speranza.
Attenzione, spoiler da qui in avanti!
La solitudine, come avete evidenziato anche voi, è evidente nella protagonista che, senza amici reali e frequentazioni abituali, è costretta a rivolgersi ai social network per trovare un compagno e sposarselo in tutta fretta. La vita matrimoniale però non darà nessuna soddisfazione da questo punto di vista e dopo la fine del matrimonio stesso ritornerà di nuovo sola, peggio di prima. Incontrerà quindi una nuova amica, sola anche lei che la pagherà pur di restare in sua compagnia. Ora almeno c'è un po'; di gioia, ma evidentemente la felicità è fugace e alla morte di dell'amica la nostra sfortunata protagonista tornerà di nuovo sola. Menziono anche la solitudine degli attori... Solitudine everywere!
La tristezza è costante un po' per tutto il film, sia per gli accadimenti che vi vengono mostrati, sia per il fatto che tutte le azioni della protagonista sono atte a cercare di conformarsi con quello che la società giapponese si aspetta da noi: ad una certa età ti devi sposare, possibilmente avere figli, lasciare il lavoro, essere rispettabile agli occhi degli altri (l'apparenza è fondamentale). In quest'ottica i genitori separati fingono di essere ancora una famiglia felice e si cercano pure degli attori per rimpiazzare i parenti che non ci sono al matrimonio. La società giapponese è fondamentalmente triste, fatta di singole, sole figure che rinunciano a loro stesse, si annientano e agiscono in coro per il bene comune, questo è il triste messaggio.
La rabbia nasce dal fatto che la protagonista è sempre passiva verso la vita e accetta tutto quello che le accade, facendosi quindi raggirare ripetutamente da Amuro (i riferimenti a Gundam sono fantastici, gli unici sorrisi di questo film) che tira i fili della sua vita dietro le quinte senza che lei se ne renda conto. Possibile che non si accorga di nulla? Possibile che non si faccia domande? Possibile che non reagisca?
Ma alla fine c'è pure spazio per la speranza. L'unico lavoro che la protagonista svolge dall'inizio alla fine del film e che veramente le da soddisfazione, nonché l'unica cosa a cui non rinuncia, è insegnare via web ad una ragazza che da molti mesi ormai non esce più di casa, una hikikomori che sceglie di isolarsi dalla società e che ha come unico aggancio "esterno" la sua insegnante. Proprio la giovane, alla fine del film, paventa l'ipotesi di visitare Tokyo, magari di fare visita alla sua insegnante, di uscire finalmente dalla prigionia che si era autoimposta. Evidentemente il lavoro della nostra protagonista ha dato qualche frutto, per qualcuno c'è ancora speranza.
L'unica cosa che mi lascia un po' perplesso è il vero ruolo di Amuro in questo film: da che parte sta? Cosa lo spinge a manovrare di continuo la protagonista? Solamente interessi personali? Soldi? Alla fine però sembra sviluppare anche un certo rispetto per lei dato che la aiuta regalandole dei mobili senza secondi fini. Mah, rimarrò con il dubbio.
Bel film, mi ha lasciato varie emozioni che ricorderò sicuramente, cosa non facile. Buona anche la regia e la prova degli attori principali, davvero molto convincenti. Certo il film è un po' troppo lungo, tre ore sono troppe in effetti (e per me la lunghezza delle pellicole non è un problema di solito), l'insistenza di alcune scene mi è sembrata un po' forzata e noiosa a dire il vero, una mezz'ora in meno sarebbe stata più gradita.
E' il mio primo film di Iwai, inutile dire che guarderò anche altre sue produzioni.
Ringrazio infinitamente ggrfortitudo per i sottotitoli, alla prossima!
Messaggio modificato da neodago il 19 October 2017 - 09:03 AM