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[RECE][SUB] Céline et Julie vont en bateau


20 risposte a questa discussione

#1 Asaka

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Inviato 23 December 2011 - 07:29 PM

CÉLINE ET JULIE VONT EN BATEAU

Phantom Ladies over Paris


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Versione 2,65 da 2 dischi

o

Versione 1,36 da 1 disco


Traduzione: Asaka


SCHEDA TECNICA

Regia: Jacques Rivette

Anno: 1974

Durata e Paese: Francia, 192'
Sceneggiatura: Juliet Berto, Eduardo de Gregorio, Dominique Labourier,

Bulle Ogier, Marie-France Pisier, Jacques Rivette
Fotografia: Jacques Renard
Montaggio: Nicole Lubtchansky
Musiche: Jean-Marie Sénia


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Personaggi ed interpreti:

Céline: Juliet Berto
Julie: Dominique Labourier
Camille: Bulle Ogier
Sophie: Marie-France Pisier
Olivier: Barbet Schroeder
Madlyn: Nathalie Asnar


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TRAMA

Una mattina, mentre è intenta alla lettura su un'ombrata panchina parigina, la bibliotecaria Julie si ritrova ad inseguire una svampita prestigiatrice, Céline che, nella fretta della camminata perde un oggetto dietro l'altro dalla borsa. Le due finiranno per essere coinvolte nel mistero di una casa abitata da fantasmi che perpetuano quotidianamente lo stesso delitto... Riusciranno le due protagoniste a rompere l'incantesimo e a salvare la vittima designata?



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COMMENTO

Ecco uno dei film più ispirati e “leggeri” di Jacques Rivette, nome di punta della Nouvelle Vague francese qualche decennio orsono. All'apparenza un divertissement, in realtà un'opera pregna di rimandi e significati e che richiede la visione attiva dello spettatore nell'interpretare i dettagli e gli indizi che il regista si diverte a disseminare e svelare nello sviluppo dell'intreccio (non è un segreto in fondo che Hitchcock sia autore ammirato e continuo punto di riferimento per gran parte dei registi francesi di questa generazione).
Il film è un'evidente rielaborazione di “Alice in Wonderland” di Carroll, e ciò è palese sin dall'inizio: Julie, novella Alice, si ritrova ad inseguire un Coniglio Bianco che va di fretta e che ha le sembianze di Céline. L'incontro porrà fine alla routine quotidiana della bibliotecaria e le permetterà di conoscere un mondo celato agli occhi della gente comune, la sua personale “Wonderland”. Citazioni dall'opera di Carroll sono poi disseminate ovunque nel film in modo ancora più esplicito.
Il rapporto tra le due donne si configura da subito come un rapporto telepatico. Céline e Julie insieme sono le due facce di Alice, quella di bambina borghese dalla tranquilla vita quotidiana fatta di regole e convenzioni, e quella della bambina che vive in un mondo dalle logiche strampalate e bizzarre. Per questo i ruoli delle due protagoniste spesso si invertono e si confondono, l'una è l'alter ego dell'altra. Carroll stesso scriveva di Alice: “this curious child was very fond of pretending to be two people”.
Il tema del doppio si accompagna a quello della magia. Céline è una “magicienne”, ma i suoi sono dei semplici “tricks”, trucchi di prestigio che esegue in un cabaret davanti ad un pubblico maschile più interessato alle sue grazie che alla sua bravura. La vera magia è quella studiata da Julie, fatta di amuleti ed incantesimi, pozioni e parole da sostituire, come nell'esilarante gioco di parole “esprìt/persil” (spirito/prezzemolo).
Ma i temi nevralgici del film sono quelli del racconto, della memoria e del rapporto tra lo spettatore e l'opera visiva.
La prima volta che Cèline parla della casa stregata, si ha la precisa sensazione che stia inventando una storia sul momento. La casa, però, finisce per esistere davvero.
Al ritorno dalle loro incursioni nella casa stregata, le protagoniste perdono coscienza e memoria di quanto vissuto nella villa. Solo l'assunzione di una caramella permette loro, tramite frammenti e schegge di memoria, di ricordare ciò che hanno visto, con un richiamo evidente alle madeleine proustiane. Gustare una caramella e contemporaneamente assistere ad una visione, come un bambino al cinema... L'arte perde la sua sacralità ed al contempo si mette in scena uno spettacolo raffinatissimo, in cui l'ottimo montaggio gioca un ruolo fondamentale, in cui si filma una storia fantastica tramite uno stile realistico, e in cui non mancano affettuosi rimandi al cinema che fu, come quello a “Les Vampires” di Feuillade.
La sensazione lasciata allo spettatore è di aver assistito, una volta tanto cosciente, ad uno spettacolo che riesce a riprodurre i medesimi meccanismi dei sogni notturni, la stessa logica assurda eppure a suo modo razionale, che in parte possediamo nell'infanzia e poi perdiamo crescendo. Ed il film è proprio un elogio della giocosità, della creatività, e della spensieratezza infantile.



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Un grazie particolare ad AsianPat che come sempre è stato provvidenziale nel risolvere i miei conflittuali rapporti con il mondo informatico :em07:



Buona visione ~




SOTTOTITOLI

Allega file  Celine.et.Julie.vont.en.bateau.V2.Asianworld.zip   67.05K   160 Numero di downloads




Messaggio modificato da fabiojappo il 29 January 2016 - 03:58 PM


#2 fabiojappo

    Regista

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Inviato 23 December 2011 - 07:45 PM

Wow, grazie Asaka del regalo ! :em41:

#3 Nausicaa

    Cameraman

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Inviato 23 December 2011 - 11:09 PM

:em41: Ti lovvo tantissimo Asaka!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Che emozione veder tradotto un film che adoro, con un così bel commento poi! EVVIVA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Meraviglia poterlo vedere in italiano, GRAZIE!!!!!!!!!! :em41: Grazie grazie anche ad AsianPat!
Ora posso diffonderlo come merita :D

Messaggio modificato da Nausicaa il 23 December 2011 - 11:10 PM


#4 Shimamura

    Agente del Caos

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Inviato 24 December 2011 - 07:38 PM

Grazie mille dei subs Asaka! :em69:

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Subtitles for AsianWorld:
AsianCinema: Laura (Rolla, 1974), di Terayama Shuji; Day Dream (Hakujitsumu, 1964), di Takechi Tetsuji; Crossways (Jujiro, 1928), di Kinugasa Teinosuke; The Rebirth (Ai no yokan, 2007), di Kobayashi Masahiro; (/w trashit) Air Doll (Kuki ningyo, 2009), di Koreeda Hirokazu; Farewell to the Ark (Saraba hakobune, 1984), di Terayama Shuji; Violent Virgin (Shojo geba-geba, 1969), di Wakamatsu Koji; OneDay (You yii tian, 2010), di Hou Chi-Jan; Rain Dogs (Tay yang yue, 2006), di Ho Yuhang; Tokyo Olympiad (Tokyo Orimpikku, 1965), di Ichikawa Kon; Secrets Behind the Wall (Kabe no naka no himegoto, 1965) di Wakamatsu Koji; Black Snow (Kuroi yuki, 1965), di Takechi Tetsuji; A City of Sadness (Bēiqíng chéngshì, 1989), di Hou Hsiao-hsien; Silence Has no Wings (Tobenai chinmoku, 1966), di Kuroki Kazuo; Nanami: Inferno of First Love (Hatsukoi: Jigoku-hen, 1968) di Hani Susumu; The Man Who Left His Will on Film (Tokyo senso sengo hiwa, 1970), di Oshima Nagisa.
AltroCinema: Polytechnique (2009), di Denis Villeneuve ; Mishima, a Life in Four Chapters (1985), di Paul Schrader; Silent Souls (Ovsyanky, 2010), di Aleksei Fedorchenko; La petite vendeuse de soleil (1999), di Djibril Diop Mambéty; Touki Bouki (1973), di Djibril Diop Mambéty.
Focus: Art Theatre Guild of Japan
Recensioni per AsianWorld: Bakushu di Ozu Yasujiro (1951); Bashun di Ozu Yasujiro (1949); Narayama bushiko di Imamura Shohei (1983).

#5 lazarusg

    Ciakkista

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Inviato 25 December 2011 - 04:37 AM

se clicco per scaricare i subs mi dice:
[#10173] Impossibile determinare quale allegato stavi tentando di visualizzare.

?

#6 Umberto D.

    Microfonista

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Inviato 25 December 2011 - 11:32 AM

grazie per i sub Asaka! anche a me lo stesso errore, speriamo che venga risolto al più presto.

La maggior parte dei film segue lo stesso schema: azione, cut, azione, cut.

Si limitano a seguire una trama. Ma la storia non è solo nelle azioni umane,

tutto può essere storia. Un uomo che aspetta in un angolo può essere una storia." Béla Tarr


#7 Shimamura

    Agente del Caos

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Inviato 25 December 2011 - 08:14 PM

Vedete adesso ragazzi, io riesco a scaricarlo, e Voi?

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Subtitles for AsianWorld:
AsianCinema: Laura (Rolla, 1974), di Terayama Shuji; Day Dream (Hakujitsumu, 1964), di Takechi Tetsuji; Crossways (Jujiro, 1928), di Kinugasa Teinosuke; The Rebirth (Ai no yokan, 2007), di Kobayashi Masahiro; (/w trashit) Air Doll (Kuki ningyo, 2009), di Koreeda Hirokazu; Farewell to the Ark (Saraba hakobune, 1984), di Terayama Shuji; Violent Virgin (Shojo geba-geba, 1969), di Wakamatsu Koji; OneDay (You yii tian, 2010), di Hou Chi-Jan; Rain Dogs (Tay yang yue, 2006), di Ho Yuhang; Tokyo Olympiad (Tokyo Orimpikku, 1965), di Ichikawa Kon; Secrets Behind the Wall (Kabe no naka no himegoto, 1965) di Wakamatsu Koji; Black Snow (Kuroi yuki, 1965), di Takechi Tetsuji; A City of Sadness (Bēiqíng chéngshì, 1989), di Hou Hsiao-hsien; Silence Has no Wings (Tobenai chinmoku, 1966), di Kuroki Kazuo; Nanami: Inferno of First Love (Hatsukoi: Jigoku-hen, 1968) di Hani Susumu; The Man Who Left His Will on Film (Tokyo senso sengo hiwa, 1970), di Oshima Nagisa.
AltroCinema: Polytechnique (2009), di Denis Villeneuve ; Mishima, a Life in Four Chapters (1985), di Paul Schrader; Silent Souls (Ovsyanky, 2010), di Aleksei Fedorchenko; La petite vendeuse de soleil (1999), di Djibril Diop Mambéty; Touki Bouki (1973), di Djibril Diop Mambéty.
Focus: Art Theatre Guild of Japan
Recensioni per AsianWorld: Bakushu di Ozu Yasujiro (1951); Bashun di Ozu Yasujiro (1949); Narayama bushiko di Imamura Shohei (1983).

#8 Umberto D.

    Microfonista

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Inviato 25 December 2011 - 08:37 PM

si, ottimo ora è tutto ok :clap: :clap: :clap:

La maggior parte dei film segue lo stesso schema: azione, cut, azione, cut.

Si limitano a seguire una trama. Ma la storia non è solo nelle azioni umane,

tutto può essere storia. Un uomo che aspetta in un angolo può essere una storia." Béla Tarr


#9 Asaka

    Direttore della fotografia

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Inviato 26 December 2011 - 08:26 AM

Grazie Shima :)





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