TAMAMI: The Baby's Curse
Titolo: Tamami- The Baby's Curse
Titolo Alternativo: Tamami
Titolo Originale: Akanbo Shojo
Produzione: Giappone, 2008
Regia: Yudai Yamaguchi
Con: Mizusawa Nako, Noguchi Goro, Asano Atsuko, Saito Takumi, Horibe Keisuke, Ikuta Etsuko
Genere: Horror
imdb: 5.9/10 (93 voti) http://www.imdb.com/title/tt1188674/
Durata: 108'
Traduzione: battleroyale
Revisione: Tony Brando
Versione: cowry
1960. Yoko è una ragazza di quindici anni che, dopo aver vissuto praticamente tutta la sua vita in orfanotrofio, scopre che i suoi genitori sono ancora vivi e non hanno mai smesso di cercarla. Felice di poter far parte, finalmente, di una famiglia, la giovane si trasferisce nella magione di quelli che devono essere i suoi genitori. Però, Yoko si renderà presto conto che quella casa non è per niente piacevole: c'è una governante inquietante, una madre impazzita dopo la perdita della figlia che per nutrire l'anima accudisce una bambola di pezza e una bambina-mostro che si aggira per la casa scatenando il panico. Yoko avrà dunque, un'intesa solo con il padre che, però è conscio del fatto che nella grande casa regna un segreto oscuro, destinando a sconvolgere non solo la vita di Yoko, ma anche l'equilibrio mentale dell'intera famiglia...
(rece dal mio blog di cinema orientale cinema_asiatico)
E' proprio vero. Per chi ama l'horror alla follia è rimasto l'Oriente. Sono parecchi, infatti, i film horror di qualità prodotti nel sud-est asiatico, di cui Giappone, Corea e Thailandia continuano ad essere i maestri.
E' dal re- Sol Levante che viene questa piccola perla: "Tamami: The Baby's Curse", un film tratto dal racconto omonimo del geniale scrittore giapponese Kazuo Umezz e diretto da Yudai, uno che di certo non si era guadagnato la mia simpatia dopo quell'obbrobrio di "Battlefield Baseball", commediaccia sportiva con tanto di incursioni nello zombie-movie e nella commedia nera. Inutile dire che ho spento dopo mezz'ora in quanto: non faceva ridere, non divertiva, non era creativo nè originale, era urlato, con personaggi irritanti e una trama inesistente.
Inutile dire, però, che con "Tamami" Yudai ha saputo cambiare irrimediabilmente il mio pregiudizio, confezionando un horror intelligente, inquietante e avvincente. Una sceneggiatura solida, indovinata e ricca di colpi di scena e inquadrature mozzafiato.
L'ispirazione deriva senza dubbio dagli horror anni '80 e si vede: tutto è pupazzoso, ma mai trash!
Sembra di assistere quasi a quel singolare cinema horror in grado di fondere con eleganza sorrisi a spaventi difficili da eliminare. Un film facilmente paragonabile a quell'interessante punto di non ritorno che è "Drag Me To Hell" di Raimi.
"Tamami" diverte, inquieta e possiede l'eleganza non comune di possedere almeno una mezz'ora finale da brividi e delle scene splatterose fulciane, ma non trashose.
Un horror finalmente originale, spiazzante e avvincente. L'ideale per chiunque sia alla ricerca di una ventata d'aria fresca nel cinema di paura.
BUONA VISIONE!