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[RECE][SUB] Wolf


4 risposte a questa discussione

#1 fabiojappo

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Inviato 09 October 2015 - 03:14 PM

Wolf


Okami


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Anno: 1955

Durata: 127 min.

Regia: Kaneto Shindo


Cast:

Nobuko Otowa, Sanae Takasugi, Ichiro Sugai

Taiji Tonoyama, Jun Hamamura, Eitaro Ozawa




Trama. Tre uomini e due donne, persone ammodo e rispettose della legge, dopo esser stati sfruttati da una società di assicurazioni cadono nella disperazione. Sopraffatti dal peso della povertà, senza vie d'uscita, progettano di assalire un furgone portavalori.



Commento di Meiko Kaji

A proposito di questo capolavoro neorealista in forma di racconto poliziesco o, se si preferisce, racconto poliziesco neorealista, direi che la cosa migliore da fare sia affidarsi alle parole dello stesso Kaneto Shindô, un breve ricordo sul making of del grande regista giapponese.

Dopo il boom del mercato nero del dopoguerra, il Giappone cadde in un periodo di recessione. Anche la nostra compagnia di produzione indipendente non andava bene.


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Cinque "lupi feroci" in agguato in Wolf / Ôkami (dal più vicino: Nobuko Otowa, Sanae Takasugi, Ichiro Sugai, Taiji Tonoyama e Jun Hamamura)


In quel periodo, i giornali riportarono la notizia della rapina a un furgone portavalori [il fatto accadde l'1 Marzo 1954, n.d.r.]. I ladri furono arrestati rapidamente. Abbastanza inaspettatamente, prima di quella rapina risultò che erano sempre stati rispettosi della legge. Accadde su una stradastatale di Kanazawa Hakkei, nella prefettura di Shinagawa [fuori Tokyo]. I ladri minacciarono il guidatore con un fucile, poi portarono il furgone in una strada secondaria e presero il contante. Ora sembra veramente incredibile che in quella strada ci fosse così poco traffico, ma non ci furono testimoni dell'agguato. I ladri erano cinque agenti assicurativi, tre uomini e due donne. Erano poveri e assalirono il furgone per la disperazione.


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Volevo trarre un film da questo episodio e scrissi la sceneggiatura pieno di eccitazione. La nostra compagnia di produzione non aveva più soldi per fare un film, ma nessuno si oppose alla mia decisione di realizzarlo. I nostri produttori pensavano che avremmo dovuto farlo ad ogni costo.

Fui fortunato ad avere un amico che era un agente assicurativo molto esperto, da lui imparai tutto su questi agenti e scrissi lo script di conseguenza. A parte i cinque agenti interpretati da Jun Hamamura, Ichiro Sugai, Taiji Tonoyama, Nobuko Otowa e Sanae Takasugi, nel copione c'erano più di altri dieci agenti.



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Il lupo in agguato Nobuko Otowa suda per la paura


Il copione fu offerto alla Nikkatsu, che lo accettò volentieri. La Nikkatsu era una nuova concorrente agli studi Shochiku, Toho, Daiei, Toei e Shintoho. Loro erano impazienti di mettere le mani su progetti innovativi. I costumi erano pronti, e noi eravamo pronti ad iniziare le riprese, quando ci fu detto di aspettare. Uno dei maggiori azionisti della Nikkatsu era una compagnia di assicurazioni sulla vita. Lessero il copione e ne rimasero sconvolti.

Dovemmo fare a meno del loro aiuto e produrlo con la nostra compagnia. Fu una cosa avventata perchè non avevamo soldi. Ma eravamo abituati a non averne, e a pensare che le cose sarebbero andate per il meglio. Imprudenza e ignoranza sono fatali, ma questa idea "che tutto sarebbe andato per il meglio" fu ciò che permise alla nostra compagnia indipendente di andare avanti. Questa volta, però, ci trovavamo davanti a un muro.



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Si mostrarono due uomini che dichiaravano di essere funzionari di una compagnia di assicurazioni. Si offrirono di ripagare quello che avevamo speso fino a quel momento, a patto che cancellassimo il progetto. Cercarono di intimidirci in nome della comune cooperazione. Avevamo davvero bisogno di quei soldi, ma non c'era motivo di prenderli. Al nostro rifiuto, si mostrarono per quello che erano, dissero che avrebbero potuto farci passare dei guai durante le riprese. "Ricordatevelo". Davanti a tutto questo, sentii che dovevo fare Wolf. Di lì a poco sarebbe arrivata la televisone. Non erano pronti solo i cinque protagonisti, ma anche tutto il cast di supporto.


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"Le produzioni indipendenti non sono ancora finite". Con questo motto, tre registi collaborarono per un film antologico: Kozaburo Yoshimura, Satsuo Yamamoto e Tadashi Imai. I copioni degli episodi firmati da Yoshimura e Imai li scrissi io. Le protagoniste furono Isuzu Yamada, Kyoko Kagawa e Nobuko Otowa. Ognuno fece questo film senza compenso, ma fu solo una goccia nell'oceano del morente movimento di filmmaking indipendente.

Grazie all'aiuto di Takero Ito della Dokuritsu Eiga [Film indipendenti], potemmo iniziare a girare. Ma era sufficiente solo per farci iniziare, i soldi furono presto finiti e noi non avevamo nemmeno di che pagare per i nostri cestini del pranzo durante le riprese in esterni. I cinque agenti si misero arubare per la disperazione, e noi girammo il film con il loro stesso umore.

Nel film, i cinque ladri fuggono fino al passo di Shomaru (vicino a Chichibu) e lì si dividono. Per girare quella scena, la troupe dovette passare la notte in loco. C'era una rifugio in disuso vicino alla cima, e noi vi passammo la notte. Non c'era niente su cui dormire, e non c'era cibo. L'aiuto regista e la ragazza addetta alla sceneggiatura scesero fino a Chichibu a comprare, e quella notte mangiammo sukiyaki.

Ci ubriacammo di birra e shochu. Fu una breve pausa durante quelle faticose riprese. Il signor M [Takashi Marumo], lo scenografo, danzò nudo per noi, un exploit che aveva imparato alla scuola d'arte. Facevamo tutti il tifo. Sanae Takasugi era imbarazzata, urlava, rideva con le lacrime agli occhi.
Arrivammo alla fine. Avevamo lottato duramente per completare Wolf, e ci eravamo indebitati pesantemente. Per ripagare i debiti il film avrebbe dovuto andare bene. Fu distribuito nei pochissimi cinema che erano rimasti indipendenti, ma furono in pochi ad andarlo a vedere. Il proprietario di un cinema ci chiese come mai avessimo fatto un film così nero. I film sono divertimento, disse. Tenni la testa bassa, fissavo le mie scarpe.



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Forse è vero che solo in tarda età riveliamo appieno chi siamo. Lo testimonia la bellezza di un uomo di quasi cento anni



Un giornalista mi avvisò che avrei bruciato la mia carriera di regista se avessi continuato a fare questo tipo di film. Erano cose che mi sentivo dire in continuazione. Ma non avevo intenzione di retrocedere, avrei continuato sulla strada che mi ero scelto, ed ero pronto a pagarne le conseguenze.

Kaneto Shindô

"Sull'orlo della disperazione" [Standing on the Abyss of Despair, la traduzione è mia]



In Wolf (1955), secondo il mio parere, traspare in maniera particolarmente sincera e sentita il peso emozionale della disperazione della povera gente, senza alcun compiacimento nel raccontarla: piuttosto, pare condivisa (e il racconto del regista sembra confermarlo). Shindô non si affida ad un facile sentimentalismo, lascia che siano i nudi fatti, senza forzature, a parlare e commuovere. Nonostante il film inizi con la fine, e quindi non ci rimanga altro da fare che scoprire come tutto sia finito così, credo non si possa fare a meno di sperare ugualmente che le cose vadano diversamente come per miracolo, catturati dalla descrizione della psicologia di ciascun personaggio che contribuisce a creare ugualmente una forte tensione. La suspence, elemento fondamentale in un noir/poliziesco, viene mantenuta pur sapendo già il finale della vicenda, facendo leva più sul "sentire" dei protagonisti che non sulla storia. C'è, in Shindô, probabilmente, davvero una forte risonanza con la situazione dei suoi personaggi.

Partecipiamo al dramma, senza volerlo, trasportati dal sentimento che in breve ci lega a ciascuno di loro, e sentiamo che nella disperazione di quegli infelici vediamo l'essere umano così com'è, senza maschere, perché libero da una superbia che non può avere in quella situazione, timoroso, rispettoso, forzato a far cose che non vorrebbe e all'improvviso c'è l'abisso della disperazione: in questa veritiera descrizione, per mezzo di questa "verità" del sentire, l'artista ci eleva a vette di gioia pur parlando del nero baratro. Quelli siamo noi, sperduti, impauriti, non importa se siamo ricchi o quanto profondo sia l'autoinganno sotto il quale abbiamo sepolto la nostra verità. Non ho mai creduto all'esistenza di film o finali consolatori (e viceversa): consolatorio è ciò che ci conferma nel nostro "vedere": se siamo pessimisti, ci consolano sottilmente un film o un finale pessimista, nonostante l'apparente coraggio di affrontare la realtà. Il lieto fine non dipende dall'esito della vicenda, ma dal suo potere consolatorio che prescinde il livello del puro racconto. La nostra soddisfazione, alla fine, mi sembra garantita dalla capacità di un regista di dire la verità tramite le bugie del poeta che vive in lui.

Il merito dell'esito felice raggiunto dalla pellicola va certamente non solo a Shindô, che ha scritto il film subito dopo essere stato colpito dall'episodio di cronaca che l'ha ispirato, ma anche agli attori, tutti straordinari.
Personalmente, il mio amore per il film è cresciuto col ricordo: tradurne i sottotitoli, e quindi averne ripassato le scene, ha fatto germogliare in me i semi gettati dalla prima visione che mi impressionò fortemente. Ora è diventato, insieme a molti altri film del regista, uno dei miei preferiti.





SOTTOTITOLI


Traduzione: Meiko Kaji




Speciale Kaneto Shindo




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Messaggio modificato da fabiojappo il 09 October 2015 - 04:38 PM


#2 fabiojappo

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Inviato 09 October 2015 - 04:12 PM

Sempre più importante la "collezione Shindo" di aw, grazie ancora una volta al lavoro di Meiko Kaji. Traduzione accompagnata, come si può leggere sopra, da una bella presentazione che affianca al (condivisibile) commento personale un prezioso ricordo del regista sulla realizzazione del film. Parole che ci fanno conoscere ancora meglio questo maestro giapponese.

Genere e ambientazione diversa dai film più noti di Shindo, ma stessa capacità di far "sentire" allo spettatore i personaggi (aspetto qua moltiplicato dalla coralità del racconto), stesso modo di affrontrare il cinema con quello sguardo umano, sociale, coerente che caratterizza tutta la lunga carriera di questo grande sceneggiatore e regista.

#3 JulesJT

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Inviato 09 October 2015 - 05:24 PM

L'ennesimo Shindō.
Ragazzi, siamo quasi a quota 20.
Complimenti! :em69:

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Focus: AW - Anime Project 2013, Sull'Onda di Taiwan, Art Theatre Guild of Japan, Allan King, Jonas Mekas,

#4 andreapulp

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Inviato 13 October 2015 - 12:53 AM

Shindo è uno dei mie registi del cuore, grazie infinite per la traduzione e la bellissima presentazione!

#5 Tyto

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Inviato 13 October 2015 - 02:06 PM

Grazie. Bella presentazione che mi obbliga a vederlo subito...
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