DRIFTERS (Er di) (2003)
PROMiSE
Trama
Hong Yunsheng è famoso nella sua città per essere riuscito, dopo alcuni tentativi, ad emigrare clandestinemente negli Stati Uniti. Ha vissuto laggiù per alcuni anni prima di essere espulso. Da quando è ritornato in Cina passa i suoi giorni in città come trascinandosi... Ha incontrato Xiaonu, una giovane attrice d’una compagnia d'opera di Shanghai che lavora in città. Entrambi sono incerti riguardo al loro futuro.
Nel frattempo dall’America, per Hong, arriva un’inaspettata sorpresa…
Drifters : indecisi, persone che "vanno alla deriva", vagabondi, fannulloni
Commento
Drifters è un film dalle svariate letture.
Può essere visto come un film politico, fortemente critico verso la nuova classe dirigente del regime cinese, incapace di dare adeguate risposte alla disperazione e al malessere sociale della nuove generazioni.
Critico verso l'inefficace tentativo delle autorità che s’illudono di fermare il massiccio esodo clandestino della popolazione verso nazioni più ricche, sia attraverso vaghe promesse di un futuro migliore garantito dall'entrata della Cina nel WTO (Organizzazione internazionale del commercio), sia attraverso l'insulsa organizzazione d' inutili seminari volti eslusivamente a discreditare il "sogno americano".
Critico infine verso la stessa nazione americana e i suoi potenti messaggi mediatici di ricchezza e benessere che raggiungono, condizionano e destabilizzano la vita degli insoddisfatti giovani cinesi che finiscono col credere gli U.S.A come un paradiso dai facili guadagni.
Ma drifters è soprattutto un segmento del percorso esistenziale di Hong Yunsheng-Er di(fratello minore). Una riflessione sulle conseguenze che la sua esperienza oltreoceano ha provocato nella sua vita.
Per tutta la durata del film conosciamo Hong come un indeciso, un uomo alla deriva, un pò vagabondo e un pò fannullone. É indeciso su tutto.
Su cosa fare della sua vita, lo è con i suoi sentimenti, con il suo stesso desiderio di rivedere suo figlio.
Personalmente la sofferenza e la solitudine di Hong mi hanno ricordato un pò quella di Xiao Wu (regia di Zhang Ke Jia, 1997).
L'incapacità di inserirsi nel tessuto sociale del suo paese, la sua frustrazione nel sentirsi inadeguato alla realtà che lo circonda e che lo mette alla gogna. Il suo vivere mentalmente altrove, in un'America che non lo vuole e il suo essere fisicamente presente in una Cina che non ama e non accetta. La drammatica rassegnazione di un uomo che subisce le differenze della propria condizione sociale e l’inane lotta contro le restrizioni che gli impone la legge americana.
Produzione Taiwan/Cina, con il suo lento scorrere, questo film del consacratissmo Xiaoshuai, ricorda molto da vicino i tempi reali del cinema di Tsai Ming-liang e la poesia narrativa di Hou Hsiao-Hsien.
Dopo un mezz'ora introduttiva entriamo decisamente nella deriva esistenziale di Hong-fratello minore, che, spero, vi colpirà con la dignitosissima maniera di vivere la sua assoluta disperazione.
Nazione Taiwan/Cina
Anno 2003
Regia Wang Xiaoshuai
Sceneggiatura
Fotografia Wu Di
Montaggio Ching Song Liao
Musica Feng Wang
Produttore Peggy Chiao
Interpreti Long Duan, Yan Shu, Yang Tang, Zhi-Liang Wang, Yiwei Zhao
Durata 120’
Messaggio modificato da fabiojappo il 21 December 2014 - 05:31 PM