int-pp
I detective Mike e Brian sono due persone del tutto opposte: Mike è un solitario dal carattere sensibile mentre Brian è uno spensierato più interessato alle donne prese in ostaggio che ai criminali. A Mike e Brian viene assegnato il compito di tenere sotto controllo un appartamento nel complesso residenziale dove ci si aspetta che un famoso rapinatore di banche alloggi. Si nascondono da una vecchia signora che vive dirimpetto, e che soffre di demenza senile, prende i detective per i suoi nipoti e a un certo punto invita i criminali ad una cena di famiglia.
Battono piste risapute quelli della polizia di Hong Kong. Sembra un'indagine qualunque, ma l'eco della giungla metropolitana può generare aspettative balzane, se le inquadrature rimbalzano sulle facciate dei grattacieli o sul colpo martoriato dei sopravvissuti ai gun fights. Vuol dire che chi sta dietro alla macchina da presa cerca ben altro. A Hong Kong gli sbirri di strada che non muoiono mai sono tornati, perché avevano vissuto ballate di indicibile tristezza con la solitudine. L'infiltrato Francis Ng in Bullets Over Summer (1999) usufruisce così della comodità della famiglia che non ha mai conosciuto. Le cose non andarono come si augurava il noir dell'ex-colonia: gli ultimi polizieschi delimitano ancora una volta il territorio del cinema commerciale da quello autoriale. Bullets Over Summer non è però l'ultima police story. Meno male che la sensazione è sempre la stessa. Di poliziotti che fanno gli infiltrati il genere ne è pieno. Fosse stato solo per quello, Wilson Yip cerca di scardinare le regole imparate a memoria magari da James Ellroy. Quello che scorre nel suo cinema è l'azzeramento delle sparatorie coreografate. Il poliziesco per Wilson Yip è un affresco fatto di omertà, cene interminabili di tradizione popolare e delazioni che rappresentano il plusvalore regalato alla crime story dall'imperialismo occidentale. Non è il primo Ang Lee, ma una fenomenologia con cui bisogna fare i conti. Queste le strade violente che scelgono come unità di luogo dell'appartamento le luci artificiali. Se Juliet in Love (2000) sarà la colonna sonora del caleidoscopio delle emozioni, negli interstizi delle inquadrature di Bullets Over Summer si nasconde il mistero. La voci dei personaggi sono diventate fragili e gli spari al silenziatore, dopodiché il noir di Hong Kong ha vissuto per qualche anno di rendita: chi è cresciuto a pane e Too Many Ways to Be No. 1 (1998, regia di Wai Ka-fai) ne vedrà delle belle. Visivamente Wilson Yip predilige impostare l'intelaiatura luminosa dei suoi ambienti opponendo quadretti di luce tersa e ed intensa ad altre di buio totale. Dove far pulsare un montaggio di piani sequenza che rende la sua poetica ancora più ricca di umori e suggestioni. (di Flavio Zanello tratto da hkx.it
Regia: Wilson Yip
Sceneggiatura: Matt Chow, Wilson Yip e Cheung Man
Interpreti: Louis Koo, Francis Ng, Michelle Mok, Lam Mei Jing, Helena Law
Wayne Lai, David Lee e Joe Lee
Anno: 1999
Ringrazio più di tutti kornnet che non solo ha fatto la grafica della rece ma mi ha dato una mano fondamentale per pubblicarla (ha fatto quasi tutto lui). GRAZIE!!!!
Grazie anche a creep che ha revisionato la traduzione.
Per la versione da richiedere all'edicolante ripeto l'indicazione dei 700 mila punti mulino bianco ma presto verranno riadattati per le versioni più diffuse in edicola.
Mi dispiace di non aver scritto una mia recensione ma in questo periodo il tempo per altre cose che non siano lo studio è ridotto ai minimi termini...
Messaggio modificato da fabiojappo il 16 April 2017 - 09:21 AM