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#1 fabiojappo

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Inviato 05 July 2021 - 07:16 PM

Bu Su


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Anno: 1987
Durata: 95 min.
Genere: Drammatico

Regia: Jun Ichikawa

Cast:
Yasuko Tomita, Michiyo Okusu
Masahiro Takashima, Issei Ogata


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Primo lungometraggio di Ichikawa Jun, era stato concepito come mezzo di promozione per Tomita Yasuko, una cantante e attrice allora all’apice della fama. Tradotto come “brutta”, il termine busu si riferisce al personaggio interpretato da Tomita, Mugiko, che di giorno frequenta il liceo e di notte lavora in una casa di geishe. Ma nonostante i vestiti semplici e il caschetto di ricci, lei è sempre Tomita Yasuko, la ragazza apparsa su migliaia di copertine di rivista. Come Ichikawa spiega sempre nelle interviste, è il cuore di Mugiko a essere busu. Non che lei abbia un cuore nero alla solita maniera dei cattivi del cinema. No, lei si è chiusa fuori dai contatti umani: è sola nel mondo e contro di esso. Arrivata da una città di provincia per stare in una casa di geishe nel quartiere di Kagurazaka a Tokio, Mugiko trasuda un astioso disprezzo. Quando viene presentata ai suoi nuovi compagni di classe, quasi non spiccica parola. Viene accolta con scherno, ma questo non potrebbe importarle di meno. Alla casa di geishe, dove comanda una okamisan (direttrice, interpretata da Okusu Michiyo) dalla lingua tagliente, Mugiko fa da cameriera personale alle preziose della casa. Nell’ordine feudale e gerarchico delle geishe, lei è l’ultima ruota del carro; ma è determinata a farsi strada, in un modo o nell’altro. A scuola Tsuda (Takashima Masahiro), un bel ragazzo della sua classe che fa il pugile dilettante, la difende dal sarcasmo dei compagni di classe, e la vede come qualcosa di più di una povera e sventurata creatura da salvare. A questo punto la linea narrativa sembra chiara: dopo le solite difficoltà iniziali, Mugiko conquisterà il rispetto della sua okamisan e l’amore di Tsuda. Invece il film prende un’altra piega: la strada verso l’accettazione e la felicità non solo è dura, ma più tortuosa di quanto si potrebbe pensare. La terza parte del film è dedicata specialmente alla decisione di Mugiko di rappresentare la scena culminante di Yayoya Oshichi, un dramma kabuki basato sulla storia vera di un’adolescente che, nel 1683, appiccò un incendio per potersi ricongiungere con il ragazzo amato. La sua punizione fu la morte sul rogo. Per Mugiko la punizione per il fallimento non sarebbe un rogo in piazza, ma l’umiliazione. Lei si esercita come se la sua vita dipendesse da questo… ed è così. Credete di sapere come va a finire? Non siatene così sicuri. Ma, come il resto del film, il finale resta fedele al personaggio di Mugiko. Busu fino alla fine.

[Recensione di Mark Schilling, scelta come presentazione dal subber MarcoMx]



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SOTTOTITOLI
(versione: dvd)



Traduzione: MarcoMx




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Messaggio modificato da fabiojappo il 05 July 2021 - 08:40 PM






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