THE BIG ROAD
(Dalu)
Version: Dalu auess
Regia: Yu Sun
Sceneggiatura: Yu Sun
Cast:Yan Jin, Yanyan Chen, Li-li Li, Ming Luo, Junili Zheng
Silent
B/N
Durata: 104
Anno: 1934
Recensione di Corrado Neri con mie sottolineature ed aggiunte:
Capolavoro assoluto del cinema cinese, uno dei più grandi film di Sun Yu.
Un gruppo di disoccupati, capeggiati da Jin Ge, decidono di partire per il nord della Cina dove si impegnano nella costruzione dell'autostrada che permetterà all'esercito di far passare le truppe che combatteranno i giapponesi. Laggiù, nonostante il lavoro sia durissimo, incitati dalle canzoni di Jin Ge (il film è sonorizzato; film muto, esplode di voci di fondo: brusio della folla, pianto del bambino, e la celebre canzone dei lavoratori*), gli operai si dedicano anima e corpo alla costruzione, reale e simbolica, della strada. Coprotagoniste sono la figlia dell'oste e la loro aiutante, ex cantante, la splendida Li Lili. Ma il capo del villaggio è un collaborazionista, e seguendo gli ordini dei giapponesi, tenta di corrompere Jin Ge perché rallenti i lavori e, di fronte al fermo rifiuto di quest'ultimo, li fa imprigionare e frustare. Le due ragazze giungono in loro soccorso, mobilitano la folla e liberano i martiri; l'autostrada sarà terminata in tempo. Alla fine, però, una squadra di aerei giapponesi plana sull'autostrada e falcia tutti i lavoratori. Jin Ge e la bella Li Lili muoiono uno accanto all'altra. La figlia dell'oste, tra le lacrime, dice: non sono morti! E, in sovrimpressione, si vedono le anime dei giovani rialzarsi dai cadaveri e riprendere alacremente il lavoro, intonando la canzone rivoluzionaria.
Il messaggio rivoluzionario e patriottico passa immediato grazie ad una messa in scena coraggiosa e assolutamente innovativa. Abbondano effetti quali la sorprendente, onirica sequenza finale; riprese dall'alto (quando le due ragazze scoprono i prigionieri, e li osservano dalla grata), panoramiche a 360° (attorno alla tavola del crudele latifondista), gru e carrelli. L'elemento più sorprendente è la sensualità che le immagini di Sun Yu riescono a veicolare; tanto che la spontaneità dei suoi corpi è rimasta a tutt'oggi ineguagliata nel panorama cinematografico cinese: essi esprimono ansia rivoluzionarie, tensioni sessuali, irrequietezze giovanili. Se, in altri film (si veda soprattutto Dawn, Little Toys, Wild Rose) è la figura femminile che viene immaginata e ricreata, qui è un nuovo ideale maschile ad essere forgiato. Infrangendo una tradizione rappresentativa e ideologica di corpi maschili intellettuali e deboli (si veda per esempio Plunder of Peach and Blossom, ma anche Crossroads), Sun Yu propone un nuovo ideale maschile: forte, muscoloso, generoso, virile, segnato dal lavoro e dalla sofferenza, rude e semplice, trascinatore di folle. Jin Ge è il nuovo eroe per una nuova epica. Viene presentato ancora infante, quando i genitori morenti si trascinano per il deserto. Una sovrimpressione, sono passati tre anni, piano frontale medio leggermente inclinato verso l'alto (piano sovietico che enfatizza la nobiltà operaia), il bambino accanto al padre che si accascia e muore. Sovrimpressione: sul volto infantile che piange appare il corpo muscoloso di Jin Ge che trascina, insieme ai compagni, il rullo compressore: sudore, muscoli, carne tagliata dalle corde, e un volto sorridente (sul sorriso: si veda Spring on Earth) su cui però è segnata in filigrana la sofferenza del bambino (come in Hou Hsiao-hsien: A Time to Live, a Time to Die).
Vi è poi una scena diventata celebre: le due ragazze cercano i loro amici. Li trovano al torrente: un piano totale li riprende giocare nudi nell'acqua. Lili fa la smorfiosa, e li guarda senza pudore, mentre l'amica si schermisce. I ragazzi si accorgono di essere osservati, e stanno al gioco provocando le due. Si alzano dalle acque (totale sul fiume, le montagne, i corpi nudi e lontani degli uomini che si avvicinano alla telecamera lontana) e montano sulla collina dove stanno le due ragazze; a questo punto, Lili, si volta a disagio, e l'altra, che invece era rimasta pudicamente girata, si volta con un sorriso. Per finire, quando i sei ragazzi arrivano alla sommità della collina rompono un'anguria e la dividono con le amiche: in cinese, aprire un'anguria è una figura usata per indicare la deflorazione. Si tratta d'una sequenza sorprendente, per le finezze psicologiche che rivelano sulle due amiche più di ogni didascalia, e per la schiettezza con cui viene rappresentato il desiderio femminile e il sesso: la metafora dell'anguria condivisa dai corpi seminudi appena uscita dall'acqua difficilmente sarebbe sfuggita ad uno spettatore dell'epoca.
Ancora sull'icona del martire: la figura dell'eroina rivoluzionaria martirizzata risplende in Dawn e Little Toys, qui sono i maschi a fornire un modello risplendente. Essi sfidano apertamente il feudatario che offre loro del denaro; Jin Ge, subito seguito dai compagni, strappa l'assegno e ne fa una mongolfiera; il tavolo, per qualche istante, risuona delle risa dei compagni, che si divertono come bambini (panoramiche agili della telecamera a 360°). Vengono immediatamente condotti alle segrete; qui, un'ombra sul muro mostra il carnefice che strappa la camicia a Jin Ge e comincia a frustarlo. Poi, la telecamera non arretra e mostra il corpo forte di Jin mentre la frusta cade su di lui tracciando rosse ferite, San Sebastiano giallo e rivoluzionario; Jin Ge sorride. È bellissimo. Lo guarda uno dei compagni, l'intellettuale; ha il volto corrucciato, ma poi gli si apre in un sorriso, rivolge allora lo sguardo ad un compagno di prigionia; anch'egli ha lo sguardo pieno d'orrore davanti al supplizio del capo, ma poi, specchiando il sorriso del compagno, apre anche lui il volto in un sorriso di sfida (che sembra però candido), e continuerà a sorridere anche mentre subisce la tortura.
Con il gioco di sguardi descritto poco sopra, Sun si dimostra grande cineasta, capace di raccontare storie complesse e legami psicologici con il puro utilizzo dei mezzi cinematografici. Qui gli sguardi raccontano il riconoscimento del martirio, il rispetto per il capo, la decisione di sostenerlo ad ogni prezzo, l'amicizia e la fedeltà al gruppo... o comunque sia, è uno scambio di sentimenti ed emozioni intensissimo, che risuona ancor oggi di umanità e poesia, ben al di là del manifesto politico.
*la celebre canzone degli operai la ascolterete in una affascinante scena di Center Stage.
Messaggio modificato da fabiojappo il 21 December 2014 - 05:15 PM