Zinda
(il remake indiano di Old Boy)
Titolo : Zinda
Titolo originale : Zinda
Interpreti : Sanjay Dutt, John Abraham, Lara Dutta, Celina Jaitley, Mahesh Manjrekar
Regia: Sanjay Gupta
Produzione: India, 2005
Genere: Thriller- Azione- Drammatico
Durata: 116'
imdb: 4.5/10(1.187 voti) http://www.imdb.com/title/tt0488906/
Versione compatibile: 688
Traduzione: battleroyale
Revisione: Shimamura81
Bala è felicemente sposato con una bella moglie, segretamente incinta. I due si trovano momentaneamente a Bangkok per festeggiare le nozze, ma quando la moglie si decide a raccontare a Bala il suo segreto, questo scompare: si risveglia in una cella, condannato a wanton fritti e a qualche spruzzata di gas soporifero. Alla televisione assiste a grandi eventi (le torri gemelle, lo tsunami...), compreso l'assassinio di sua moglie, del quale verrà ritenuto il massimo sospettato. Dopo quattordici anni viene liberato di colpo e per Bala solo domande scorrono nella mente: chi l'ha catturato? Perchè? E perchè è stato liberato dopo quattordici anni di tortura? Insieme alla risoluzione dei dubbi, però, Bala desidera anche un'altra cosa: vendetta.
(recensione tratta dal mio blog di cinema asiatico cinema_asiatico)
Sconosciutissimo remake indiano del capolavoro/cult del cinema coreano "Old Boy".
Senza dire troppo sulla trama, ormai conosciutissima, ad un'ora dalla visione ero quasi sconcertato dal fatto che "Zinda" (traduzione dall'indiano: "Sopravvissuto") stesse proseguendo proprio come un plagio spudorato dell'originale di Park Chan-Wook, con l'unica variante di una (bruttarella) fotografia virata di blu (ma perchè?) e dell'ambientazione: la solare ed esotica Bangkok, in Thailandia (anche se gli attori sono tutti indiani).
Basta citare due scene: quella del corridoio e quella dei denti strappate. Copiate scena per scena da quello di "Old Boy".
Per fortuna che nella seconda parte, il regista (già esperto in ambito remake: sua è la versione bollywoodiana di "Le Iene" di Tarantino, sotto il nome di "Kaante": altro remake sconosciutissimo che ho e di cui devo ancora prendere visione) opta per una piega finalmente personale, stravolgendo (quasi) completamente il delinearsi della storia e il movente di tutto. Niente incesto, niente colpi di scena troppo sensazionali. E forse è meglio così.
Solo che quel gratuito finale hollywoodiano, con duelli verbali e happy ending che strappa una lacrimuccia proprio non si può vedere.
Fondamentalmente un filmetto.
Sì.
Il regista realizza un film action-thriller abbastanza piacevole, d'intrattenimento e superiore a molti altri cugini americani. Ma che senso ha rifare un film che proprio non ha bisogno di copie? Metto 6.5 perchè dopotutto non mi ha annoiato, mi ha coinvolto e perchè ho gradito molto l'ultima parte, dove le cose (per lo meno) cambiano un po'.
Sono sicuro, però, che se a prendere visione sarebbe uno spettatore che non ha visto "Old Boy" sicuramente il voto sarà maggiore.
Ma come fare a premiare "Zinda" quando il cuore batte al ritmo di Park, soprattutto quando la regia perde l'eleganza tipica di Chan-Wook in favore ad una regia di maniera e ad andazzo?
Ottimo il cast: soprattutto John Abraham, il K del magnifico "No Smoking", che qui gioca la parte del cattivo in modo soddisfacente. Meno efficace è il protagonista Sanjay Dutt: bravo, ma a tratti irritante con il suo intento di emulare il fascino/genio di quel Choi Min-Sik che rapiva il cuore.
Post scriptum: grazie a Dio il progetto di un remake americano (potenzialmente inguardabile e già condannato) è stato cestinato. Un remake basta e avanza, anche perchè gli yankee sarebbero riusciti a farlo girare a Tom Hanks con Will Smith e Leonardo Di Caprio nel cast. Mi vengono i brividi. brrr...
(recensione di CZ per asianfeast.org)
Ora, errare è comprensibile, perseverare no. Il regista di Zinda è nientemeno che Sanjay Gupta, già regista di Kaante, che era a sua volta un plagio de Le Iene di Tarantino.
Il film è identico al capolavoro coreano, e in questo senso è anche molto ma molto bello. Certo, è identico ma più evaporante; non gode della fotografia sfarzosa di Oldboy, che qui si riduce a perenne distorsione in un monocromo azzurrino. Non possiede le scenografie complesse, né una regia così calibrata e anche se gli attori sono bravi non arrivano ai livelli di Choi Min-sik e di Yu Ji-tae che posseggono una gamma maggiore di possibilità espressive, anche se il volto sofferto di Sanjay Dutt è alquanto efficace.
Molte anche le diversità, innanzi tutto l' ambientazione; il film infatti anziché a Bombay (patria del film) o in Corea (patria dell' originale) come l' epigono, è ambientato in Thailandia, vissuto da attori indiani, mentre appaiono con tranquillità delle katana, senza apparente motivo. Tanto estremo e gore (passato stranamente indenne alle forbici della censura indiana) quanto talvolta si risparmia un po' negli eccessi, soprattutto sessuali, mettendo in scena tutte le immagini culto del film modello; il pacco con fiocco, il martello e i denti, i grattacieli e la gente che ci vola di sotto, perfino la sequenza di lotta nel corridoio che è però riuscita decisamente meglio a Park Chan-wook. Diverso è il finale, meno sconvolgente ma in parte ugualmente terribile nella risoluzione, non fosse per l' ultima sequenza buonista che guasta in toto il pasticcio. E dire che il prefinale fa scorrere i brividi addosso. Poco da dire quindi se non che Zinda è davvero un ottimo film, teso e dotato di un ottimo ritmo, con una buona sceneggiatura, dei bravi attori, e una regia funzionale. Peccato che sia nient' altro che un plagio di un film già esistente e quindi è abbastanza inutile soffermarcisi troppo sopra. Anche se preso in sé è assolutamente e paradossalmente una visione ottima.
BUONA VISIONE!
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Messaggio modificato da fabiojappo il 03 November 2014 - 05:17 PM