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[NEWS] Far East Film Festival 14 (20-28 aprile 2012)


136 risposte a questa discussione

#82 sobek

    雪狐

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Inviato 27 April 2012 - 02:31 AM

Altra giornata piena e ricca di soddisfazioni cinematografiche quella appena conclusa al FEFF.
Intanto la mattina si apre con un lavoro di Im Kwon-taek, inserito nella retrospettiva riesumativa del cinema coreano, ed , inutile dirlo, Wang Sib Ri, My hometown è di gran lunga il migliore di quelli proiettati finora. E' la storia di un ritorno alla città natale , Seul, del protagonista, dopo 14 anni di assenza, un ritorno che ha il sapore della resa dei conti sofferta con il suo passato in un città dove tutto è cambiato, dalle case ai trasporti e alle persone. La scia di ricordi e di rimpianti diventa vivida nel racconto di un regista che già mostra la sua grandezza , anche in un contesto tecnico da cinema semiamatoriale ( i flashback fatti con un filtro rosso sfumato al centro, fanno quasi tenerezza); mai come stavolta è chiaro e palese lo stato d'animo che regnava in Corea negli anni 70.
Hiroki Ryuchi ha la possibilità di riprendersi una rivincita col Feff dopo il deludentissimo The egoists, ma anche The river purtroppo mostra un regista ben lontano dai suoi giorni migliori, con una pellicola, sicuramente meno peggio della precedente ma che alla fine lascia con un pugno di mosche in mano: il girovagare della protagonista per Akihabara, nei luoghi dove due anni prima il fidanzato rimase ucciso a causa di un folle che si lanciò col camion sulla folla, inizia con un lunghissimo piano sequenza con macchina da presa a mano tremolante e prosegue con gli incontri nei luoghi che il ragazzo frequentava; il dolore e l'annichilimento della ragazza si fondono in un ardito e molto poco convincente legame al dramma dello tsunami, attraverso le vicende di un giovane amico del fidanzato che ha la famiglia nei luoghi del disastro, raccontate con un altro interminabile piano sequenza finale. L'idea di cinema del regista c'è e si vede , ma rimane tutto troppo lontano e poco tangibile.
Si entra quindi nel pomeriggio dedicato a Pang HoCheung di cui vengono proiettati Love in a puff e Love in the buff, quest'ultimo col regista in sala. Per chi ricorda il primo, in cui si raccontava la storia di Jimmy e Cherie, nata tra nuvole di fumo semiclandestine in cui si ironizzava sulla nuova legge antifumo entrata da poco in vigore ad Hong Kong, non avrà difficoltà a ritrovare la stessa atmosfera costruita con simpatia e ironia, stavolta trasferita a Pechino , dove i due si ritrovano dopo una separazione e dove, nonostante il tentativo di ricrearsi vite sentimentali parallele, il feeling è troppo forte per essere spezzato; come al solito con Pang, dialoghi serrati, battute al vetriolo, alcuni momenti esilaranti (ad esempio le tragicomiche avventure di una delle amiche di Cherie raccontate all'inizio del film), ed una clip finale che scorre dopo i titoli di coda assolutamente strepitosa e da non perdere. In un festival in cui le commedie romantiche stanno lasciando il segno, questo doppio Pang ci sta come la ciliegina sulla torta.
Tra i due lavori di Pang si recupera la visione di My own swordsman di Shang Jing, saltata qualche giorno orsono: anche questa è una ri-visione che conferma l'originalità e la brillantezza di una pellicola all'insegna della commedia tendente al demenziale che sembra inserirsi nel solco tracciato da Jeff Lau. Dietro al racconto ambientato in epoca imperiale tra artisti marziali e personaggi curiosi si cela una sarcastica visione della nuova economia e della corsa al denaro e all'arricchimento con riferimenti neppure troppo celati.
Film che comunque ha un gran ritmo, strappa sorrisi, regala la giusta dose di azione e si fa apprezzare anche per una accuratezza tecnica notevole e per il cast di attori bravi.
A mitigare il clima ridanciano e festaiolo arriva il coreano Silenced, film durissimo e ardito, ispirato ad un fatto di cronaca in cui si racconta di soprusi su ragazzini disabili; la pellicola ha il pregio di non nascondere nulla, sbattendo in faccia momenti di raccapricciante violenza che fa saltare sulla poltrona molta parte della platea ed in questo sta il suo pregio maggiore, parzialmente offuscato da uno svolgimento che si orienta verso uno pseudo-thriller processuale che sicuramente toglie e non aggiunge nulla alla storia. Dietro a tutto la denuncia sul disprezzo per la diversità e sulla corruzione che strappano e mandano al macero giovanissime esistenze. Un film che arriva come un pugno nello stomaco , che pur non raggiungendo vette eccelse ed evitando una forse auspicabile deriva di vendetta, lascia il segno su una platea ammutolita.
Gran finale ben oltre la mezzanotte con East meets west 2011 del grande Jeff Lau, anch'esso ri-visione, e che tiene sveglio il pubblico con la sua frenetica demenzialità e iperfantasia in una commedia che parte dalla mitologia, spara citazioni a raffica, regala momenti di grande divertimento,e racconta l'amore impossibile, quello tra immortali lanciati sulla terra per riportare le cose al loro posto e difendere dalla minaccia delle forze del male, offre la consueta carrellata di personaggi straordinari e fantasiosi. Pur rafforzandosi l'idea che Lau rimane lontano dalle sue vette espressive, East meets west è film che conferma la visionaria genialità del regista.
Quando tutto finisce, per oggi almeno, fa un bel freschetto e la passeggiata per raggiungere il letto aiuta a tenersi caldi.

....continua

#83 Tanaka

    L'uomo che non ride mai

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Inviato 27 April 2012 - 03:21 AM

Sette e mezzo è il numero perfetto.

Il primo dei due coreani dell'oscura decade porta la firma di un già maturo Im Kwon-taek: My hometown. Realizzazione molto in linea con gli anni. Storia disperata e ben condotta. Mi ha ricordato 'La prima notte di quiete' di Zurlini.

Sul secondo 'Youngja's heyday' spendo una parola solo perchè, a detta del curatore della rassegna, era il titolo con più energia. Più o meno quella che ho adesso alle tre di notte.
Palpebre abbassate in più momenti.
In generale, il messaggio diffuso nei film coreani degli anni '70 sembra essere: donne, cercate di restare vergini altrimenti non vi sposate; uomini, se la vostra ragazza non è più vergine, pazienza.

Ryuchi torna a (non) colpire con 'The river'. Fastidiosissima (molto più del normale perchè manca lo stabilizzatore) la camera a mano per una storia che non c'è. Dormito dieci minuti.

'Love in a puff' e 'Love in the buff': prima e seconda puntata delle romantiche e divertenti vicende di una coppia di ultratrentenni di HK. Pang Ho-cheung, presente con moglie produttrice, trionfa con le sue storie personali. Una signora dietro me sghignazzava assai rumorosamente. Consolazione per noi adolescenti vocati: anche in Cina gli affari amorosi degli over 30 viaggiano via sms, mail, FB.

My own swordman: pirotecnico film comico di Shang Jing. Molta autoironia e una lezione di economia che cercherò, tradurrò e invierò alla presidenza del consiglio. Sottotitoli iperveloci. Chissà come ha fatto la signorina nelle cuffiette.

Silenced: dramma horror coreano, potente e sconvolgente. Le sequenze di violenza sui bambini sono al limite del sopportabile. Anche la Corea ha i suoi mostri e i suoi lager.

East meets west 2011: la metà a singhiozzi visionata era divertente e caciarona©, da B movie. L'altra, la quiete del sonno profondo o Brahman.

Messaggio modificato da Tanaka il 27 April 2012 - 03:30 AM


#84 François Truffaut

    Wonghiano

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Inviato 27 April 2012 - 04:13 PM

FAR EAST FILM FESTIVAL 14



Immagine inserita



IL POVERTY PORN

NON ABITA A UDINE!



Il FEFF 14 si chiude sotto il segno di The Woman

in the Septik Tank, irresistibile comedy filippina

che fustiga la spettacolarizzazione del dolore!



E alle 22.00, prima degli Audience Awards, l’anteprima internazionale di The Viral Factor, l’ultimo action thriller del grande Dante Lam.




comunicato stampa


UDINE – Che Far East Film detesti il poverty porn, quel terzomondismo prêt-à-porter a cui si abbeverano con scaltrezza tanti film e troppi festival, è chiaro da sempre: le sue radici fieramente pop, e il suo cuore traboccante d’amore per l’Oriente, gli impediscono di considerare l’Asia come un serbatoio esotico di spendibilissime “tristezze da esportazione”.
A tutto questo, però, alla spettacolarizzazione del dolore e all’esibizione ricattatoria della miseria, il FEFF 14 non ha risposto come al solito, lasciando direttamente la parola all’alta qualità del programma, ma è sceso in campo sotto il segno delle Filippine: con il festival trailer di Quark Henares, che condensa in novanta secondi un sorridente ma durissimo attacco ai furbetti del poverty porn, e con la comedy The Woman in the Septik Tank, stella assoluta della Closing night.
Un irresistibile sberleffo all’astuto show biz filippino, devotissimo al cinema del dolore e all’autocommiserazione lacrimevole che tanto piace a certa critica internazionale, firmato dal beginner Marlon Rivera e destinato a chiudere alla grande Far East Film 2012 assieme all’atteso The Viral Factor di Dante Lam, presentato in anteprima internazionale!
Un thriller mozzafiato, com’è nell’inconfondibile stile di Lam, che narra lo scontro tra due fratelli: il primo è un asso delle forze speciali, il secondo è un criminale. Miscela esplosiva, in tutti i sensi, per un film che mette in scena il caos dell’azione assoluta!
Dopo la proiezione, verranno annunciati i vincitori di questo affollatissimo FEFF 14. Il film più votato dal pubblico si aggiudicherà il Gelso d’Oro (ci saranno Gelsi anche per il secondo e il terzo) e il film più votato dagli accreditati Black Dragon si aggiudicherà il Gelso nero. Saranno resi noti anche i titoli più votati dai visitatori del sito MYmovies.it.
Sottotitoli per AsianWorld: The Most Distant Course (di Lin Jing-jie, 2007) - The Time to Live and the Time to Die (di Hou Hsiao-hsien, 1985) - The Valiant Ones (di King Hu, 1975) - The Mourning Forest (di Naomi Kawase, 2007) - Loving You (di Johnnie To, 1995) - Tokyo Sonata (di Kiyoshi Kurosawa, 2008) - Nanayo (di Naomi Kawase, 2008)

#85 sobek

    雪狐

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Inviato 28 April 2012 - 03:10 AM

Saltata a pie' pari la retrospettiva mattutina (la stanchezza comincia farsi sentire) , si passa direttamente alla sessione pomeridiana aperta dal cinese Cockfighters di Jin Rui, presente in sala, lavoro che con ogni probabilità non vedrà mai la luce in Cina, considerato che dietro al violento racconto di un dramma personale e sociale si nasconde una chiarissima metafora sulle condizioni attuali del paese. Il protagonista è un uomo che sembra già avviato sul viale del tramonto, ex aviatore, che sbarca il lunario allenando galli da combattimento, che ha la disgrazia di imbattersi nel giovane satrapo locale col quale imbastisce una battaglia senza esclusione i colpi che porterà al drammatico epilogo. Condizione sociale raccontata attraverso la profonda spaccatura fra ricchi e poveri e tra chi gioca pulito e chi invece lo fa in modo sporco, in mezzo alla quale per il protagonista c'è spazio solo per il legame fortissimo con la figlia per cui vorrebbe un futuro più pulito e la solidarietà dei disperati.
Ambientazioni squallide e plumbee dove regna la sopraffazione e la violenza.
Si cambia totalmente registro col film che segue, la commedia brillante del giovane esordiente giapponese Matsui Daigo, anche lui presente in sala,divertente e ben ritmata , che racconta le avventure di un gruppo di giovani, uno dei quali, con una vistosissima capigliatura afro che non fa altro che accentuare la sua goffaggine. Tempi ben calibrati, battute azzeccate, ambiente giovanile descritto con vivacità, difficoltà amorose e rapporti problematici, fanno di questa opera prima uno dei lavori indubbiamente più interessanti del genere visti al FEFF; e poi come poteva la banda di AW non gradire un titolo che sembra tagliato su misura su uno dei suoi più illustri partecipanti alla missione udinese?
E' la volta quindi del lavoro atteso con molta curiosità del regista HKese Fung Chih Chiang, The bounty, commedia che parte bene che ma che ben presto si impelaga in uno script in cui anche il beneficio di inventario della originalità ben presto non regge:è il racconto di un cacciatore di taglie, che accetta ogni tipo di lavoro, sulle tracce di un ricercato che si trova ben presto infilato in un groviglio popolato da strani personaggi e da pulsioni amorose, di cui implacabilmente ed inseorabilmente si perde il filo, con la storia che procede a tentoni cercando in improbabili guizzi una ragione di essere. Probabilmente uno tra i film più deludenti del FEFF, cosa rara per un lavoro HKese, come dimostrano ampiamente le altre pellicole qui presenti.
Blind del coreano Ahn Sang-hoon è un thrilleraccio dozzinale che mette insieme, assemblandoli in modo raffazzonato tutti i canoni classici del genere: la non vedente del titolo è una giovane ex poliziotta che perde la vista in un incidente nel quale muore anche il giovanissimo fratello e che qualche anno dopo si trova coinvolta come involontaria testimone delle gesta di un serial killer. Per fortuna si rivedono poliziotti scemi e incapaci che vorrebbero indirizzare il film sui binari di The chaser, naturalmente non riuscendoci, ed il risultato è una pellicola vista e rivista che non regala alcun momento di pathos e che si adagia ben presto su forzature ed ovvietà poco credibili.
Gran finale di mezzanotte (e passa ) con il terzo film di Pang HoCheung presente qui ad Udine, l'attesissimo Vulgaria, presente in sala il nutrito pattuglione HKese con in testa regista e produttore (marito e moglie),
Già dai titoli di testa Pang avverta sulla peculiarità del lavoro che effettivamente risulta in più di una parte al limite del trash e del volgare: è il racconto dell'ambiente cinematografico Hkese attraverso gli occhi di un produttore di Bmovie che cerca il grande salto, filtrato dallo sguardo sarcastico e pungente di Pang. Tra finanziatori mafiosi che amano il porno, starlet esperte in candy-blowjob, vecchie glorie del porno riesumate, peli pubici, muli da sodomizzare, chiacchiere demenziali sparate a ritmo forsennato, Vulgaria lancia sullo schermo la visione di Pang di certo ambiente cinematografico, condendola con citazioni, battute al vetriolo e con una clip post-titoli di coda, ruffianella anzicheno, che però manda in visibilio la platea. La commedia ha un buon ritmo e diverte in larghi tratti, però non ha le stigmate di quelle che lasceranno il segno indelebile e soprattutto conferma, sensazione abbastanza condivisa nelle chiacchiere tra appassionati, che il miglior Pang rimane quello dei tempi di Exodus.
Anche per oggi abbiamo dato e , finalmente, sono riuscito a veder l'ormai leggendario collirio di Paolone. Alle 3 circa ci si può avviare verso il letto felici e contenti.

.....continua

#86 Tanaka

    L'uomo che non ride mai

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Inviato 28 April 2012 - 03:50 AM

'Ogni uomo, dopo un rapporto sessuale, pensa di morire facilmente'.
Con questa massima sapienziale mi accoglie, a proiezione già iniziata, 'A woman chasing a killer butterfly' di Kim Ki-young, insieme a una sequenza memorabile di sesso sotto una pioggia di frittelle sparate da una frittellatrice automatica. Dopo tale premessa ero già pronto a promuovere il film come il migliore della rassegna e invece cambia completamente registro e diventa il drammone su una coppia che potrebbe ma non riesce ad amare, sulla malattia e sul desiderio di morte. Stavo per disperare quando il registro cambia di nuovo e una testa mozzata si mette a sparare sentenze nietzschiane, si difende dalle coltellate e riesce a provocare la morte dell'accoltellatore. Cult assoluto.

The cockfighters è il lavoro di un esordiente e, come tale, merita incoraggiamento. La storia, però, è piuttosto stereotipata e, sull'argomento, l'omonimo film con Warren Oates di cui presto pubblicherò i sottotiti, gli è ben superiore. Palpebre pesanti.

Afro Tanaka è la commedia del giorno. Lo sfigatissimo protagonista è molto simpatico e il regista, che ci ha tenuto a specificare che i suoi ricci sono naturali, lo è altrettanto.

The bounty è una commedia fiacca e noiosa. Il sonno mi prende a singhiozzi.

Blind è un thriller senza senso, con sceneggiatura colabrodo, ma non mi fa dormire.

Vulgaria doveva essere l'evento della giornata e invece la sceneggiatura prolissa lo annega. Dormo almeno trenta minuti. Rimarranno nella Storia e andranno a ruba domani i Popping candy. Il regista cita il Feff negli inserti di coda e il Feff risponde col solito entusiasmo.

Della giornata, però, io ricordo solo il dolcissimo bacio di Lilia Cuntapay..

Messaggio modificato da Tanaka il 28 April 2012 - 04:02 AM


#87 sobek

    雪狐

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Inviato 29 April 2012 - 01:07 AM

Giornata conclusiva ad Udine, che inizia con l'ennesima mattonata giapponese, Mitsuko Delivers di Ishii Yuya, film assolutamente incomprensibile, vuoto, durante il quale oltre a riecheggiare le parole della protagonista "segui il vento" mentre guarda il moto delle nuvole che dovrebbe addirittura portarla a Fukoshima (ma guarda un po'...) e all'asfissiante ripetere della dicotomia cool ed uncool, non dice niente al punto che risulta difficile raccontarlo seppur sommariamente: è comunque la storia di questa ragazza, prossima al parto che girovaga col ricordo a partire da un pittoresco quartiere di Tokyo dove ha passato l'infanzia (unico momento degno di nota la descrizione dell'ambiente ); per il resto sceneggiatura vacua, ciance a non finire e la constatazione che quest'anno al FEFF il Giappone non ha fatto un gran bella figura.
Per fortuna che c'è la coppia di film filippini della rassegna a ravvivare l'ambiente, soprattutto per la straordinaria presenza di Lilia Cuntapay, vera icona del Cinema , che da sola vale i 10 giorni spesi ad Udine.
Sex degrees of separation from Lilia Cutanpay è un film-documentario di Antoinette Jadaone imperniato sulla figura dell'attrice culto dei film horror filippini, in concomitanza della sua nomination come attrice non protagonista degli Awards filippini; tra documento e finzione, macchina da presa che insegue l'attrice nel ventre di Manila, ricordi cinematografici, il film commuove in un finale quasi da favola. Gli applausi a scena aperta per l'attrice presente in platea sono sinceri ed emozionano, regalando uno dei momenti più belli di tutta la rassegna.
The woman in the septic tank di Marlon Rivera è una divertente e pungente commedia che racconta il making of di un film da parte di una giovanissima accoppiata regista-produttore che tratta dell'argomento della vendita dei figli da parte dei genitori. Nonostante l'argomento di partenza, la descrizione dei colori della povertà delle baraccopoli, il ritmo della narrazione che si affida anche al musical e alla straordinaria presenza di Eugene Domingo e il racconto del cinema nel cinema conferiscono alla pellicola una freschezza ed un dinamismo apprezzabilissimi, conditi dalla giusta dose di ironia e sarcasmo.
Il coreano Unbowed di Chung Ji-young è il classico thriller giudiziario, pretesto più che altro per una ferocissima critica alla protervia della legge applicata con eccessiva discrezionalità nei tribunali coreani; il film lungi dal volere creare un clima di suspance sembra invece volere volgere lo sguardo più all'aspetto tecnico legislativo, condendo la storia con tutti gli ingredienti del caso, compresi quelli collaterali propri del cinema coreano. Non è certo lavoro che passerà alla storia , ma possiede sicuramente una sua ragione di esistere e si lascia seguire con un certo interesse fino alla fine.
Gran finale con l'ultimo lavoro di Dante Lam The Viral factor, action movie che non delude e non tradisce; qualcuno vuole rinfocolare la guerra batteriologica intorno alla quale si scatena una battaglia tra trafficanti, personaggi senza scrupoli e due fratelli, inizialmente dietro barricate diverse oltretutto ignari della loro parentela. Personaggi che affondano le radici in una famiglia dolorosamente separata e disgregata che si ritrovano a combattere per la loro salvezza nella speranza di poter rimettere insieme i cocci e film a classica impronta Dante Lam con interminabili e tecnicamente perfette scene d'azione in cui tutto è costruito con autentica maestria; il ritmo c'è e la tensione pure tenute in piedi da una storia che corre via veloce e fluida a conferma della garanzia che il nome del regista assicura nel suo genere.
Il tempo di conteggiare gli ultimi voti e si passa alla premiazione presenti in sala la gran parte degli ospiti già visti in tutti questi giorni.
Il premio assegnato dai Black Dragon va al coreano Silenced, film indubbiamente coraggioso, me non certo il migliore.
Anche il premio dell'audience va a Silenced, con il cinese One mile above secondo e il filmaccio di guerra The front line terzo.
Come l'anno scorso con Aftershock, anche quest'anno si conferma la tendenza del pubblico ad apprezzare le commedie , ma quando c'è da assegnare il premio sono i sentimenti forti e le emozioni, variamente suscitate, a farla da padrone.
Si conclude il FEFF quindi con un bilancio nettamente positivo: film di livello medio buono con pochissime pellicole veramente brutte.
Domani si torna alla base e magari a mente più fredda si potranno anche raccontare le piccole storie di AW di questo Festival.

#88 Tanaka

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Inviato 29 April 2012 - 03:06 AM

Il concerto delle nippo punk 'Tadzio' mi ha tolto altri due decibel di udito.
Stremato e stordito rimando il sonnometro a domani, segnalando che il premio 'My movies', votato su internet, è andato alla storia più originale def Feff: Thermae Romae'. Chissà a chi si godrà quella bella bici 'naked' bianca e fucsia..

Messaggio modificato da Tanaka il 29 April 2012 - 03:08 AM


#89 Mr. Noodles

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Inviato 29 April 2012 - 03:31 AM

Visualizza MessaggioTanaka, il 29 April 2012 - 03:06 AM, ha scritto:

Il concerto delle nippo punk 'Tadzio' mi ha tolto altri due decibel di udito.
Stremato e stordito rimando il sonnometro a domani, segnalando che il premio 'My movies', votato su internet, è andato alla storia più originale def Feff: Thermae Romae'. Chissà a chi si godrà quella bella bici 'naked' bianca e fucsia..

argh! mi dispiace di non essere andato al concerto :( com'è stato? e com'era la feff night conclusiva?

#90 Tanaka

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Inviato 29 April 2012 - 01:11 PM

Scende un lacrimuccia mentre il treno dondola e va...

La giornata di ieri ha visto lo snobbo totale della retrospettiva coreana. Unici testimoni Lord e Paolone usciti attoniti da 'Flame', delirando su scroti facciali. Chiedete a loro.

'Mitsuko delivers' è insulso quasi quanto 'Rent a cat'. Ci dormo a singhiozzo con l'assoluta certezza di non essermi perso alcun elemento chiave.

Il quasi documentario sulla bellissima Lilia Cuntapay, alla presenza della Diva, regala lacrime dal vivo e dallo schermo. Siamo tutti innamorati di lei.

Unbowed: drammone politico-giudiziario ben condotto che dimostra come la virtù non paghi e la ricerca della verità possa nuocere a sè e agli altri.
Sveglio.

Chiusura in certezza col film,
di Dante Lam, ' The viral factor'. Se ami il genere, oggi è difficile trovare di meglio. Il sonno chiamava ma l'action impediva.

Premiazione, con l'inspiegabile terzo posto al film di guerra coreano 'The front line', e concerto al Minnamoro: 40 minuti di chitarra-batteria punk-noise molto appropriati all'occasione. Al DJ set abbiamo abbandonato le danze e l'infaticabile Paolone. Lord ha rimorchiato un ballerino effemminato e mi ha lasciato in compagnia dell'autoctono Akira che ha un concetto tutto personale del termine 'vicino'. Mentre noi pogheggiavamo, il professionalissimo Sobek ha sacrificato i ludi per aggiornare voi, popolo vorace e rosicone.

@Mr. Noodles: la mia mente sta svanendo o non ti sei palesato? E pecchè?

Messaggio modificato da Tanaka il 29 April 2012 - 01:16 PM






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