Hukkle.Hic - De Crimes En Crimes
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Un vecchio col singhiozzo si siede su una panchina e guarda. Intorno a lui il mondo naturale e quello degli uomini proseguono le loro lente, ripetitive esistenze come fossero un’unica cosa.
Ma un giorno, nel villaggio del vecchio, la gente inizia a morire. Per la precisione, i membri 'inutili' della comunità: quelli che non possono più lavorare, i disoccupati, gli anziani e i malati. E non muoiono di morte naturale…
Hukkle
Regia: György Pálfi
sceneggiatura: György Pálfi, Zsófia Ruttkay.
fotografia: Gergely Pohárnok.
montaggio: Gábor Marinkás.
musica: Samu Gryllus, Balázs Barna.
cast: Ági Margittay, Eszter Ónodi, Attila Kaszás,
Ferenc Bandi, Józsefné Rácz, József Forkas
produzione: Mokép, ORTT, MMK, TV2.
Ungheria, 2002, col, 75’
Hukkle è un film assurdo e misterioso. Se lo si guarda con disattenzione sembra quasi un documentario sulla vita di campagna. Ipnotizzati dai primi venti/trenta minuti di immagini e suoni che non rimandano ad altro se non a ciò che avviene in quel momento, senza un filo narrativo, rischiamo addirittura di non accorgerci di quanto inizia ad accadere da un certo momento in poi.
L’Ungheria, che conosciamo appena attraverso i film di Béla Tarr o i romanzi di Sandor Marai, si conferma ancora una volta come una terra di fascino e mistero, ma anche malata e inquietante.
La vita, sembra dire questo film, non vuol dire niente, non significa niente, così come il titolo del film: niente più che un suono onomatopeico di incerta provenienza.
PS: In questo film non ci sono dialoghi. Solo verso la fine alcuni personaggi si esibiscono in danze e canzoni, che hanno richiesto la traduzione dei sottotitoli. Ma il film si può considerare non muto (la colonna sonora, e in particolare i rumori, è fondamentale), ma afono.
Assomiglia alla risata di un vecchio.
Messaggio modificato da JulesJT il 20 December 2014 - 06:57 PM
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