28 risposte a questa discussione

[Giangi]

tsukutsukuboshi, il Oct 3 2009, 05:19 PM, ha scritto:

dove lo si può acquistare il film? Non lo trovo da nessuna parte
Ps grazie per i sub!

io trovo che l'edicola sia molto fornita. Cercalo col titolo originale

[creep]

Barka77, il Oct 3 2009, 12:12 AM, ha scritto:

- La sceneggiatura del film è tratta da un romanzo di Yu Nagashima, che ha vinto il premio letterario Akutagawa e ha scritto anche il romanzo da cui è stato realizzato Dog in a Sidecar.

In effetti è il primo che mi è balzato in mente per associazione di idee mentre guardavo questo film. Anche Ozu a dir la verità, pur con i dovuti distingui realitivi allo stile e quant'altro. Ma mi è venuto in mente lo stesso parlare di tutto tramite il non detto, il famoso nulla che è invece pregno di sostanza.

Messaggio modificato da creep il 05 October 2009 - 07:52 AM

[Cignoman]

creep, il Oct 5 2009, 08:51 AM, ha scritto:

In effetti è il primo che mi è balzato in mente per associazione di idee mentre guardavo questo film. Anche Ozu a dir la verità, pur con i dovuti distingui realitivi allo stile e quant'altro. Ma mi è venuto in mente lo stesso parlare di tutto tramite il non detto, il famoso nulla che è invece pregno di sostanza.

Certo che, piuttosto che questo film, quelli di Koreeda mi fanno pensare subito a Ozu, così come a volte certe cose di Hou Hsiao-Hsien (che per sua ammissione ha sviluppato certe affinità, pur ignorandolo per tanti anni); questo film non prescinde da un certo carattere presente nella storia del cinema nipponico, quindi qualcosa del vecchio Ozu avrà di certo, non foss'altro che l'ironia nonsensu di certe trovate, ma non sono riuscito a capire bene dove vada a parare, che valori esprima, che aspetto dei rapporti umani indaghi... dovrò vederlo di nuovo tra qualche tempo, di solito aiuta... ma se nel frattempo qualche eminenza di asianworld avesse delle riflessioni da condividere su questa pellicola, sarei molto molto grato! Mi è piaciuto davvero molto, ma ancora non ho focalizzato bene, ho la sensazione che il più mi sia sfuggito per ora.

[Gore666]

Bello.

Mi è piaciuto il capovolgimento dei ruoli, l'incertezza continua e ripetitiva.
La leggerezza dell'essere via. Questo lo capisco.
Che venga da esperienze vissute? Troppo ben strutturato.

Davvero bello.

[creep]

Cignoman, il Oct 5 2009, 02:48 PM, ha scritto:

questo film non prescinde da un certo carattere presente nella storia del cinema nipponico, quindi qualcosa del vecchio Ozu avrà di certo

Io proprio a questo mi riferisco. Certo le epoche, e di conseguenza gli stili, sono assai diversi, questo l'ho premesso, ma c'è una certa continuità nella descrizione dei personaggi e nella rappresentazione anche ironica dei loro piccoli e grandi problemi quotidiani, il che li rende molto umani. Io francamente vedo più Ozu in questo genere di film che in Hou Hsia-Hsien, nel cui cinema trovo arduo notare qualcosa di Ozu, se si eccettua l'ironico A Summer at Grandpa's e i suoi omaggi al maestro in Good Men Good Women. Più che essere un erede di Ozu per me è uno che dice di esserlo. Koreeda ha qualcosa ma è molto più esistenzialista. Ed entrambi non ti lasciano quel sorriso sulle labbra misto a lacrimuccia nel finale.

Messaggio modificato da creep il 06 October 2009 - 07:25 AM

[Cignoman]

Ho capito Creep! Argomentazione convincente.

[Barka77]

A me sembra che questo film

Spoiler

si soffermi sul modo diverso di affrontare i problemi della vita e il dolore, nei differenti passaggi generazionali. Il padre ha già sulle spalle 54 anni di vita e l'esperienza per affrontare i problemi che comunque lo affliggono, con una pacata accettazione, individuando alla fine del film ciò che conta veramente per lui e quindi scegliendo di cambiare mestiere per tutelare quel bene. Il figlio si trova ancora a metà strada, in cerca di una soluzione, disorientato, però alla fine del film riesce a raggiungere la fine del suo romanzo (che forse sta ad indicare l'aver trovato una soluzione al suo problema - la separazione temporanea dalla moglie?!? chissà...). Come dire che allontanarsi dal problema a volte permette di inquadrarlo meglio (un pò come fanno padre e figlio che si allontanano dalla città). La figlia invece è in piena crisi adolescenziale, con due genitori a loro volta in crisi, e si trova quindi ad affrontare il dolore della vita per la prima volta.
Questo sguardo attraverso le diverse generazioni credo sia simboleggiato dall'immagine che ho postato della foto che raffigura i 3 personaggi, che forse riassume un po' il film. In tal senso credo che il personaggio di Toyama-san non sia altri che Yu Nagashima stesso che "fotografa" le sue "creature", descrivendoli con una comicità comunque affettuosa, perché prova simpatia per loro, magari perché come loro anche lui deve aver vissuto una qualche situazione simile, anche a lui deve "essersi rotta la macchina fotografica" in un qualche momento della propria esistenza, anche lui avrà forse vissuto "il blocco dello scrittore" come il personaggio del figlio, provando la necessità di andare via, lontano, da qualche altra parte. Prendendosi a sua volta in giro e descrivendosi come Toyama-san, una via di mezzo tra un kami della foresta, una specie di fatina hippie e un ninja in pensione, l'autore si è forse inserito fra i suoi stessi personaggi?!

Probabilmente si tratta solo di un mio viaggio mentale condito da sciocchezze, ma dopo aver visto il film parecchie volte ho pensato a queste cose...
saluti!

[Cignoman]

Grazie Barka, era proprio il tipo di spunto che mi serviva, adesso mi sembra di avere una chiave per entrarci davvero ! ! !

[Truman Galapagos]

Innanzitutto grazie per i subs, ce l'avevo in coda da tempo, ma l'uscita di questi sottotitoli si è rivelata l'occasione giusta per recuperarlo.

Sono proprio questi piccoli film che mi fanno amare il cinema giapponese, film che non partono da chissà quali pretese, che non vogliono spiegare nulla, eppure allo stesso tempo sono in grado di descrive così bene quegli attimi di vita che ognuno di noi ha una volta passato o che riusciamo a sentire vicini pur non avendoli vissuti direttamente. Film sinceri che ti lasciano una piacevole sensazione dopo averli visti.