The Road Taken
GLiS
Trama
La storia vera di Kim Sun-myung, soldato nordcoreano che, appena ventiquattrenne, viene catturato nel sud in piena Guerra di Corea assieme ai suoi compagni comunisti. Anno dopo anno i compagni vengono sottoposti a torture e brutalità di ogni tipo dal loro stesso paese, allo scopo di costringerli a firmare la ritrattazione del loro ideale comunista, nonché di riunificazione delle due Coree. E spesso sono proprio coloro che sembravano i più coriacei e i più saldi nelle loro idee a cedere per primi.
The Road Taken
(Seontaek)
regia: Hong Ki-seon
sceneggiatura: Lee Maeng-yoo.
fotografia: Oh Jeong-ok.
montaggio: Lee Eun-soo.
musica: Choi Yoon-sang.
produzione: Young Film. Corea del sud, 2003, 103'
cast: Kim Ki-jung (Kim Seon-myeong), An Seong-hwan (Oh Tae-shik),
Choi Il-hwa (Ahn Hak-seob), Ko Dong-yeob (Jongdali),
Kim Se-yeong (Nam Yeong-man)
Questo film è un po' un unicum nella serie di proposte finora avanzata qui su Jappop. Nel senso che è un film che si basa su una storia vera, una storia umana ma anche sociale e politica, e per di più di ambientazione carceraria.
Non per questo dovrà essere considerato il miglior film coreano mai visto, ché anzi il suo inquadramento realistico rischia spesso di sminuire l'intensità degli avvenimenti vissuti.
E' il film che più si avvicinerebbe al cinema della Corea del nord, se non fosse quello un cinema di pura propaganda (e se non fosse che finora nessuno di noi, credo, ne ha mai visto uno!). Nel senso che i protagonisti di questa vicenda hanno come fede ed ideale una Corea unita e comunista.
Il film li osserva lottare, resistere, piangere, piegarsi, resuscitare.
Ci parla della volontà, e di quel punto limite in cui essa viene a contare più della stessa vita. Come dice il personaggio interpretato da Kevin Costner in Terra di confine: "Ci sono cose peggiori della morte, nel caso non ve ne foste accorti".
Prima di vedere il film, consiglierei a tutti di documentarsi sulla storia della Corea degli ultimi 50-60 anni, magari utilizzando l'utilissimo breviario del nostro caro Orfeo.