Lady Snowblood
The Wretched
di Fujita Toshiya , 1973
Cast: Meiko Kaji, Kô Nishimura, Toshio Kurosawa, Masaaki Daimon, Miyoko Akaza, Eiji Okada
Trama:
° Giappone, 1874 (settimo anno dell’era Meji): in una prigione, Sayo muore nel dare alla luce una bambina, Yuki (= Neve), mentre fuori infuria una tempesta di neve rossa. L’anno precedente Sayo era stata violentata da quattro malviventi, i quali avevano anche ucciso suo marito e il loro figlio: decisa alla vendetta, la donna ha visto fallire il suo scopo dopo avere ucciso il primo della lista ed essere stata arrestata. Per concepire un discendente robusto che continuasse la sua opera, poi, si è concessa a tutti gli uomini del carcere: addestrata da un anziano samurai, la piccola Yuki impara a crescere coltivando odio e violenza e, diventata donna, seguirà le direttive della madre fino alla fine.
Commento:
Capolavoro assoluto del cinema nipponico, praticamente sconosciuto ai più come il suo prolifico regista (che l’anno successivo farà il bis, sempre con la stessa attrice): una favola crudele con una Biancaneve gelida e dagli occhi a mandorla, la cui esile e lineare storia di vendetta si arricchisce di traumi familiari aggiunti, di risvolti metaforici tutti da decifrare e di aperture storiche sulla condizione del Giappone del tempo, mentre la costruzione frammentata in quattro capitoli e la messinscena stilizzata e formalmente astratta trasformano il sangue, la violenza e le passioni estreme in altrettanti elementi poetici. Per quanto sintetico, lo stile tipicamente ellittico e il ritmo aperto alla contemplazione meditativa rischieranno di suonare strani allo spettatore occidentale (si crede non smaliziato, visto che il film va meticolosamente cercato d’importazione: una buona edizione in dvd è rintracciabile su www.play.com), ma è il complemento necessario per una morale della visione che sia radicale e non semplicemente morbosa e per un film che non sbaglia nulla e che esplora, con padronanza e talento figurativo, i più nascosti sentimenti degli esseri umani: in Occidente, almeno all’epoca, un’epopea del genere, barbara ironica e lirica al contempo, era impensabile. Tarantino, invece, lo ha dichiaratamente preso a modello per la sua meravigliosa opera-tributo Kill Bill [il duello nel giardino innevato, la divisione in capitoli, la presentazione dei personaggi tramite scritte a schermo, la death list, l’utilizzo di bianconero e colore, l’incantevole canzone iniziale e finale (The Flower of Hell, indicata poi come The Flower of Carnage) cantata dalla stessa attrice Meiko Kaji, il manga (qui scritto, là animato), dialoghi interi e addirittura certe inquadrature, perfino i sottotitoli gialli/verdi tipici delle importazioni asiatiche in America]: bisogna sempre dare retta, o quasi, ai registi. La bellezza aristocratica di Meiko Kaji illumina l’intero film di una luce diafana, spettrale come quella di una “tempesta di neve proveniente dagli inferi” (il sottotitolo inglese è Blizzard from the Netherworld). Con un remake nel 2001, sempre inedito in Italia.
Roberto Donati
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Per questo motivo i sottotitoli relativi a questo film sono stati ritirati.
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Lady Snowblood
Messaggio modificato da Kiny0 il 14 October 2012 - 12:03 PM