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[RECE][SUB] Black Snow

 foto Shimamura 22 Jul 2015

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Titolo: Black Snow

Titolo originale: Kuroi yuki

Regia: Takechi Tetsuji

Paese: Giappone

Anno: 1965

Durata: 88'

Genere: Erotico/Drammatico




RECENSIONE
Una telecamera indugia su due corpi, che il bianco e nero della pellicola mette in nettissimo contrasto: c'è una prostituta, giapponese lei naturalmente, immobile, quasi annoiata, e su di essa adagiato il corpo di un soldato afroamericano, a simboleggiare l'oppressione che il popolo nipponico stava subendo con l'occupazione... e c'è un ragazzo, che guarda dall'alto delle pareti di cartongesso che dividono il piccolo fabbricato in più stanze.
Siamo in un borbello, per chi non l'avesse capito, in un piccolo fabbricato adiacente una base militare americana, a circa vent'anni dalla fine del secondo conflitto mondiale. Siamo probabilmente a Fussa, presso la base aerea di Yokota, a 30 km da Tokyo, e la popolazione ha saputo adattarsi: se non puoi fare a meno dell'occupazione americana, tuo malgrado, almeno cerca di trarne un utile, e c'è ben poco di più utile e piacevole per un soldato straniero lontano da casa, di una donna a buon mercato.


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Il giovane, Jiro, è il figlio della tenutaria del bordello, viziato e coccolato da tutte le ragazze della casa, e la telecamera è quella di Takechi Tetsuji (武智 鉄二), di cui abbiamo già avuto modo di parlare [1]; siamo nella scena di apertura di Kuroi yuki (黒い雪, Black Snow), il film più controverso e discusso dell'autore, e già ci tocca sfatare un mito. Che il film ruoti attraverso uno pseudo complesso edipico ci potrebbe anche stare, e d'altronde tutte le prostitute sono esse stesse un'incarnazione della madre di Jiro, che prima di essere stata tenutaria di una casa di piacere, era stata anche prostituta. e tuttavia, al contrario di quanto riportato da Sharp, e da decine di altri siti che citavano, a ragione, l'epocale lavoro del critico inglese, in realtà la prostituta della scena iniziale non è la madre di Jiro, che comparirà solo alcuni minuti dopo [2].
È altresì vero che la scena iniziale, così come il soldato che ne è protagonista, rappresentano il fulcro centrale di Kuroi yuki e delle azioni di Jiro, che in cerca di una via di fuga dalla realtà in cui vive, tenterà prima di vivere una storia d'amore con la fragile Shizue, che lo ricambierà, ma poi, incapace di tenere a bada i propri demoni, deciderà di darsi alla lotta armata e di vendicarsi direttamente dell'opperssore, il soldato americano di colore, uccidendolo. Caduto oramai in una spirale di violenza, Jiro arriva addirittura a vendere Shizue ad un compagno di lotta, ed a imbastire un furto a casa di sua zia, che finirà poi per stuprare e uccidere. Siamo nella metà degli anni Sessanta, e le proteste per il rinnovo del Trattato di sicurezza tra U.S.A. e Giappone, che taceva tra l'altro sull'occupazione delle Isole Ryūkyū, non si erano più placate da quando il 15 giugno del 1960, poco prima dell'ultima firma, la giovane attivista Kanba Machiko muore negli scontri con la polizia [3], dando così avvio ad una violenta guerriglia politica che si protrarrà fino alla metà degli anni '70.


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Non deve stupire allora il perché in breve tempo il film di Takechi venne a ritrovarsi al centro delle attenzione della stampa, dell'Eirin, l'organo di censura giapponese, e della giustizia, nel bel mezzo di un processo in cui venne imputato per oscenità. Era naturalmente un processo di comodo: l'omicidio di un soldato americano, per giunta di colore, sembrava, come era in verità, inneggiare alla rivolta contro l'oppressore americano, ed avere anche connotazioni razziste, inesistenti invece, ma già solo al pensiero di un certo pericolo. Si puntò così l'attenzione su di una scena, di sicuro fuori dai canoni all'epoca, quando Shizue corre, per un bel po' di minuti, nuda lungo il perimetro della base aerea, in fuga dai suoi aguzzini. Riguardo a questa scena il regista affermò che, nonostante la presenza di nudo fosse esplicita, in realtà essa andava interpretata su di un piano sibolico, dal momento che rappresentava la totale vulnerabilità del popolo giapponese di fronte all'invasore americano, e che l'accusa di attentato alla morale pubblica non fosse altro che un tentativo di mascherare la censura che l'esercito statunitense voleva porre in essere [4].
Nonostante l'appoggio di alcuni dei più importanati rappresentanti della cultura del Paese, da Mishima Yukio a Oshima Nagisa, il film finì per sparire dalle sale, contribuendo così anche alla fuoriuscita di Takechi dal circuito cinematografico. Infatti, sebbene la carriera del regista sia poi proseguita anche dopo Kuroi yuki, i media nazionali preferirono adottare nei suoi confronti una campagna di boicottaggio, evitando di pubblicizzare i suoi lavori, né le sale cinematografiche si dichiararono favorevoli alla proiezione di essi, con conseguenze quindi inevitabili.
Infine Jiro non potrà che accettare il proprio destino, disperasi di fronte alle lacrime di sua madre, che ha vissuto in quel modo, vendendo la propria dignità agli americani, solo per poter garantire al lui un futuro migliore, o di fronte alle struggenti parole del padre di Shizue, che gli mostra la propria gratitudine per aver reso felice la sua giovane figlia. Ma non c'è nulla da fare oramai: la ribellione di Jiro non può che avere una sola conseguenza, e sotto la neve che cade incessante, nera come quella pioggia che venticinque anni prima aveva lacerato le carni degli abitanti di Hiroshima, l'unica strada che a Jiro resterà da parcorrere sarà quella che porta verso il plotone di esecuzione.


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Sotto il profilo registico Kuro yuki costituisce un passo indietro rispetto a Hakujitsumu. Il secondo infatti rientra perfettamente sul piano artistico nell'ambito della nuberu bagu, sia sotto il profilo registico che tecnico, laddove Takechi opta per un maggiore sperimentalismo. Kuroi yuki è un film invece che quasi rifiuta una vera colonna sonora, e che fa un uso della regia più classico, e tuttavia l'appartenenza alle avanguardie di Takechi è ben evidente in alcune scene, come la già citata corsa di Shizue, dove il rumore di sottofondo degli aerei e la scelta di tenere la telecamera immobile mentre la ragazza corre, ha un non so che di straniante, oppure la scena all'interno del cinema, dove la dicotomia tra amore e morte traspare nel contrasto tra il volto estatico di Shizue e il sonoro del film in programmazione. Di nuovo la surreale nevicata finale riporta Takechi a quelle atmosfere a metà tra sogno e realtà tipiche di Hakujitsumu.

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Tra poesia e contestazione, Kuroi yuki è indubbiamente uno dei film meno erotici di Takechi, che negli anni precedenti e posteriori al film ha dovuto subire non pochi tagli alle proprie opere da parte dei distributori e dell'Eirin, e di conseguenza anche quello più marcatamente politico. È stato d'altronde anche il primo film giapponese a subire un processo per oscenità dall'inizio dell'occupazione americana. Nel complesso si tratta di un film tra i maggiori del regista, probabilmente l'ultimo tra i film di takechi davvero degni di nota ed ascrivibili in toto al genere dei pinku eiga; è altresì è anche il miglior film di Takechi dai tempi di Daydream, anche se la produzione intermedia è difficile da valutare perché giunta quasi totalmente stuprata dalla censura.
Personalmente ho apprezzato molto il lavoro del regista e ne consiglio ai più la visione.


See ya' soon!

Note alla recensione

[1] Si rinvia in tal senso alla recensione per il film Daydream, dove tra l'altro si parla anche di Eirin e pinku eiga in generale.
[2] SHARP J., Behind the Pink Curtain - The Complete History of Japanese Sex Cinema, Godalming, 2008, 74. A cosa sia dovuto l'errore banale di Sharp, non lo sappiamo, ma ci stupisce ancor di più quella dei critici e blogger successivi... viene da chiedere se il film lo abbiano almeno visto...
[3] Cfr.: Student's death leads to fall of government, in Asahi Shinbun, June 15, 1960.
[4]Takechi citato in BURUMA I., A Japanese Mirror: Heroes and Villains in Japanese Culture, London, 57.
Note alla traduzione

Si è scelto di mantenere i termini usati in inglese nel film senza traduzione, per coerenza con la scelta dell'autore che non ne traduce alcuno nella versione originale.




SOTTOTITOLI

versione 1.45 Hawkmen





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Messaggio modificato da fabiojappo il 23 July 2015 - 06:20 PM
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 foto lexis 22 Jul 2015

Proposta di livello. Molte grazie
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 foto Tyto 23 Jul 2015

Ottimo. Complimenti e grazie per la presentazione!
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 foto battleroyale 23 Jul 2015

Grazie Shima!!! :em41: :em41: :em41: :em41:
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 foto japman 24 Jul 2015

molto interessante grazie
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 foto Shimamura 25 Jul 2015

Grazie a Voi ;)
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