Come dice battle, è un film meno scemo di quello che sembra ed è perfettamente calato nella dimensione sionsonista, cioè un cinema anarchico, caotico, feticista che smonta e rimonta continuamente i suoi pezzi (come l'identità della protagonista) per costruire, alla fine, un mosaico impazzito con continui richiami ai lavori precedenti del regista giapponese.
S.S. è un genio pur piegandosi in parte alla moda dei film cervellotici che giocano sulle realtà alternative, pezzo forte del cinema giapponese da Battleroyale a As the Gods Will di Takashi Miike: si è fatto dare i soldi da tre major (Universal, Shochiku, Asmik Ace) e ha preso con sé idol più o meno note con una scarsa capacità recitativa ma dotate di indubbio fascino, facendo finta di girare una specie di horror usa e getta per adolescenti cui serve una sala al buio per andare a pomiciare il sabato sera, invece dietro la patina da teen splatter che unisce al sangue l'attrazione per i corpi femminili (classico binomio da horror anni '70) ha costruito l'ennesima parabola sulla ribellione a una realtà vissuta come una gabbia esistenziale (discorso che S.S. porta avanti da I am Keiko). Non è un caso che i tre momenti topici della storia (la scuola con gli insegnanti che sono l'autorità travestiti da killer da cui fuggire per non essere uccisi, il matrimonio tomba dell'amore con lo sposo travestito da maiale sull'altare, la competizione sportiva come competizione nella vita) siano oggetto delle scene risolutive che portano la storia al suo tragico compimento attraverso l'annullamento di se stessi, come se non ci fosse alcuna speranza.
Non mi ha convinto un certo citazionismo postmoderno che va da The Walking Dead a Matrix a Lynch - ma questo è uno degli aspetti che mi convincono di meno dell'ultimo Sion Sono - e qualche dialogo troppo didascalico, segno che il cinema del regista sta perdendo un po' di forza narrativa.
Per il resto, però, Tag è un film godibile per i sionsonisti devoti e fedeli ma anche per chi cerca una serata all'insegna dell'horror puro, con dinamiche credibili di causa ed effetto che non sembrano partorite dalla mente di un bambino di cinque anni come purtroppo molto spesso ci ha abituato certo cinema orrorifico a stelle e strisce.
P.S. Ottima traduzione Jules, ora aspetto i prossimi.
Messaggio modificato da François Truffaut il 03 December 2015 - 01:49 PM