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[RECE][SUB] Isabella

 foto Miaka 14 Aug 2006

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Isabella

SVO




TITOLO ORIGINALE: Isabella
PAESE: Hong Kong
DURATA: 91 min. (colore)
GENERE: Drammatico

REGIA: Pang Ho-Cheung
SCENEGGIATURA: Pang Ho-Cheung
PROTAGONISTI: Isabella Leong, Meme Tian, Chapman To, Tsang Kwok Cheung, Anthony Wong


.........

TRAMA
La vita di Shing, poliziotto donnaiolo, cambia quando Yan, una ragazza con cui è stato a letto, gli rivela di essere sua figlia. La giovane non pare tuttavia preoccupata dell'incesto appena consumato: il suo unico scopo sembra essere quello di trovare i soldi per pagarsi l'affitto, per poter liberare un cane dall'appartamento in cui è rimasto rinchiuso...



COMMENTO
Riporto dal sito: www.frameonline.it la bellissima recensione fatta da Carlo Antonicelli

Fatte le debite proporzioni tra regista e regista e tra manifestazione e manifestazione si potrebbe dire che Pang Ho-cheung sta al Far East di Udine come Takeshi Kitano sta alla mostra di Venezia. Sin dal suo esordio alla regia nel 2001, Pang non ha mai smesso di portare i suoi lavori in terra friulana (così come Kitano ha sempre designato la Laguna quale finestra dell’Occidente sulla sua filmografia, ricevendone intensa accoglienza e fortunata risonanza internazionale). Grande merito va in questo senso ai selezionatori del festival udinese che hanno portato in Europa, prima di tutti gli altri, le sue opere, che ora stanno conoscendo l’apprezzamento anche dei festival più importanti (Isabella ha conquistato un stimato passaggio al festival di Berlino proprio quest’anno).
Pang, nato artisticamente con il racconto Fulltime Killer, prima adattato per un radiodramma interpretato da Andy Lau e poi messo in immagini da Jhonnie To, famosissimi nomi del cinema cinese e hongkonghese. Dalle prime prove gangsteristiche smorzate sempre da una sagace ironia, I Shoot Two Shoot (2001) e Men Suddenly in Black(2003), è passato alla spassosa prova giovanil-parodistica di AV (2005, in cui un gruppo di studenti bisognosi di accedere al mondo del sesso maturo mettono su una finta troupe per girare un fasullo film porno con la loro attrice preferita – che, nella realtà, è una vera professionista del settore, sino alla preziosa scoperta, sempre qui al Far East, di Beyond our Ken (pur essendo una pellicola del 2004, fu portata a Udine l’anno successivo), commedia adolescenziale che nulla concede agli stilemi classici di questo genere ma che vive di eccellente ritmo (il film si riscrive attraverso numerose analessi e digressioni che ravvivano continuamente l’attenzione dello spettatore sino al colpo di scena finale) e ottime interpretazioni.

....
Questa volta il regista di Hong Kong mette lo spettatore davanti un tema molto poco maneggevole: l’incesto. È facile andare con la mente a un altro film che nella sua sensazionale messinscena affrontava lo stesso argomento: OldBoy di Park Chan-wook. Tuttavia, tutt’altra è la maniera di avvicinarsi alla materia da parte di Pang, che fa sì che il tema, per quanto scandaloso, resti uno dei molti elementi interessanti di una storia che si nutre di moltissime altre suggestioni. Attraverso un’abile sequenza di montaggio scandito da brevi flashback Pang ci porta dentro la vita di uno squattrinato poliziotto di Macao affetto da una perenne incontinenza sessuale, che finisce per portarsi a letto la sua stessa figlia( frutto, anche lei, di una relazione occasionale) consapevole dell’identità del suo adescatore. Sullo sfondo di una Macao nella sua transizione politica più importante( il regista ha volutamente ambientato la vicenda nel 1999, anno di passaggio dell’ex colonia portoghese alla Cina), la storia ci informa di fattacci cronachistici che accompagnano in seconda linea gli intrecci intimi dei protagonisti, che, in un climax vivacemente scandito, ci portano all’epilogo, dove storia privata e attualità storica si incrociano per segnare la fine della loro relazione. Una modalità del racconto che coincide, singolarmente, con quella di film come In the Mood for Love e 2046, entrambi di Wong Kar-wai, nei quali, alle vicende private e ai ricordi dei protagonisti si intrecciavano (o, meglio, si sovrapponevano) quelle politiche della Hong Kong degli anni Sessanta, quasi a voler mostrare che, anche la storia d’amore più esclusiva e segreta poteva trovare un senso in (o forse dare un senso a) avvenimenti collettivi a lei apparentemente estranei.
In Isabella le capacità registiche di Pang vengono del tutto confermate: egli sa sempre lasciare la propria impronta stilistica nelle sue opere, non calcando mai nel romanticismo e usando con perizia il montaggio, sempre coordinato anche se molto veloce. Tra i suoi pregi va anche aggiunta la solidità con cui sa strutturare la sceneggiatura, a cui partecipa sempre in prima persona. L’occhio del regista si stacca dalle dinamiche giovanili e sorvola il rapporto tra due generazioni, padri e figli. Una, quella del protagonista maschile, tutta tesa a restare a galla, a qualsiasi condizione, nelle circostanze storiche che mutano. L’altra è quella della protagonista femminile, che cerca di emanciparsi dalla propria misera realtà inventandosi storie incredibili con uomini tenebrosi, per allontanare le attenzioni di un suo coetaneo e restare “fedele” al suo ritrovato padre. Con un disinvolto uso della macchina da presa, Pang offre una delicata storia di iniziazione alla vita adulta, dentro una società che cambia (secondo lo stesso regista c’è una sorta di sottotesto storico-politico nel film: il ritorno di Macao alla Cina. Tema trasponibile alla stessa vicenda di Hong Kong, da cui l’artista proviene: il ritorno, cioè, di una figlia al proprio padre) che vive nel fragile equilibrio di istituzioni scomparse (il matrimonio la famiglia) e di giovani soli davanti al proprio precario destino. Da ricordare, infine, che il regista non trascura mai il testo sonoro del suo lavoro: mentre l’anno passato ci aveva stupito ascoltare la voce di Gianna Nannini saltar fuori dalle strade di Hong Kong (con la canzone Amandoti, cover dei CCCP – cantata proprio della Nannini - che Pang ascoltò in un aeroporto a Roma e che considera la fonte ispirativa di Beyond our Ken), in Isabella - senza assi nella manica tanto sorprendenti - la musica amplia e rafforza i vettori visivi in modo consistente e sempre curato (il film ha conquistato un premio per la miglior colonna sonora al festival di Berlino quest’anno).
Ancora una conferma per Pang Ho-cheung, che speriamo riesca ad arrivare nelle sale europee… un giorno.


Ringrazio tantissimo Magse per la revisione dei sottotitoli.
Buona visione a tutti!









Sottotitoli





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Messaggio modificato da fabiojappo il 27 December 2014 - 12:04 PM
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 foto atalante 14 Aug 2006

Grazie! Non vedo l'ora di vederlo...:em86:
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 foto Magse 14 Aug 2006

Grazie Miaka :em86:
Visivamente il film mi è piaciuto un sacco. Il film è godibile ma siamo lontani da Beyond Our Ken. Isabella Leong e Chapman To comunque hanno dato una prova recitativa fantastica, lei sarà sicuramente destinata a un ruolo importante nell'industria di HK, lui ha sorpreso in un ruolo "non suo", convincente.
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 foto Miaka 14 Aug 2006

Concordo con Magse, anche se mi hanno abbastanza infastidito le carrellate kilometriche e continue sulle gambe di lei.
Cmq rispetto a Beyond our Ken questo è molto più scarsino. :em86:
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 foto polpa 14 Aug 2006

A me BYK non era piaciuto. Vediamo questo (quanto mi attirano i soggetti sull'incesto! E' perché sono un perverso polimorfo XD)
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 foto Ani 14 Aug 2006

uh interessanti sia il film che la recensione di frameonline. mi piacerebbe vederlo
grazie per i sub :em86:
Messaggio modificato da Ani il 14 August 2006 - 02:08 PM
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 foto OZU 14 Aug 2006

Grazie per i sub :em86:
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 foto ZETMAN 14 Aug 2006

Al FEFF mi e' piaciuto, grazie miaka :em81:
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