Nella mia ignoranza del linguaggio cinematografico, avverto un liguaggio che rimane (ancora) un passo oltre la mia linea di comprensione, come un ombra appena al di là del campo visivo. Ripetizioni e ossessioni si rincorrono per tutta la durata del cortometraggio. Il simbolismo è spesso facilmente comprensibile (la foto con i compagni di classe, il passaggio delle stagioni man mano che il bambino si avvicina verso la fine, vera e metaforica, la sabbia che scorre tra le dita, chiaro parallellismo con la vita.
Mi ha lasciato un impressione molto forte. Alcuni passaggi, prettamente legati alla cultura giapponese, mi sono rimasti oscuri, ma di certo è una pellicola che non può lasciare indifferenti...
Di sicuro da vedere più volte per scoprire e chiarire i vari aspetti del cortometraggio.
Certo, sembra un esercizio di stile, dove il regista si diverte con la sintassi cinematografica e il metalinguaggio, ma mi ha comunque molto colpito.
Grazie Benares per averc(m)i portato a conoscenza di questa piccola chicca del cinema giapponese
Voto: 8
Messaggio modificato da AsianPat il 14 November 2007 - 01:40 AM