My Man
Watashi no otoko
Anno: 2014
Durata: 129 min.
Genere: Drammatico
Regia: Kazuyoshi Kumakiri
Soggetto: Kazuki Sakuraba (romanzo)
Sceneggiatura: Takashi Ujjta
Musiche: Jim O'Rourke
Tadanobu Asano (Jungo), Fumi Nikaido ( Hana), Tatsuya Fuji (Oshio)
Aoba Kawai (Komachi), Kengo Kora (Ozaki), Moro Morooka (Taoka)
Trama. L'isola Okushiri, nel nord del Giappone, viene devastata da un terremoto e dal conseguente tsunami. La piccola Hana, rimasta orfana, nel campo dei rifugiati incontra Jungo, un lontano parente che decide di adottarla. Con il tempo tra i due si sviluppa un legame che sembra andare oltre un normale rapporto tra padre e figlia. Trailer
Commento di fabiojappo
My Man rappresenta la consacrazione definitiva di Kumakiri, il suo miglior lavoro (a mio avviso) insieme a Hole in the Sky e Sketches of Kaitan City. Tre grandi film accomunati dall'ambientazione, l'Hokkaido che è anche la regione d'origine del regista. La scelta e la riflessione sul luogo non è banale. Terra ai margini, "la fine del mondo" come dice la protagonista in un passaggio del film, lontana dal cuore urbano del Giappone ma anche dalla campagna spesso esaltata in contrapposizione alla città. La natura è bellissima (splendide le riprese della costa, di un paesaggio dominato dalla neve e dal ghiaccio), ma non accogliente. E anche portatrice di morte (il terremoto e lo tsunami a cui si fa riferimento è quello devastante del 1993). Con il dolore della morte, della perdita convivono Jungo e Hana. Cercano di superarlo con il loro legame. Nel loro piccolo mondo rappresentato simbolicamente dalle scene girate in interni, nella loro abitazione di modeste dimensioni. Cuori affamati d'amore, pieni di solitudine come per tanti personaggi dei film del regista giapponese. Per la narrazione Kumakiri sceglie un andamento non perfettamente lineare (già sperimentato nel precedente lungometraggio The End of Summer), con salti che richiedono l'attenzione dello spettatore anche perché non tutto viene spiegato nei minimi dettagli. L'ansia dello spiegone non appartiene (per fortuna) all'autore giapponese che per questo film può contare su un grandissimo cast. Straordinario Tadanobu Asano che finalmente ritrova un ruolo importante, degno della sua bravura, e ancora più formidabile Fumi Nikaido che mette al servizio del regista tutto il suo talento e tratteggia perfettamente le sfumature di questo personaggio. Fa la sua parte anche una vecchia gloria del cinema giapponese come Tatsuya Fuji mentre risulta abbastanza in secondo piano un'altra stella emergente come Kengo Kora. Stupende alcune sequenze (che non indico per non spoilerare) e il finale.
Il film ha vinto il San Giorgio d'oro al festival di Mosca dove Tadanobu Asano è stato premiato come miglior attore

(versioni: ozlem - wiki)
Traduzione: fabiojappo, Tyto
Messaggio modificato da fabiojappo il 25 September 2015 - 05:53 PM